- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

lunedì 30 dicembre 2013

INAIL - SENTENZE E DOSSIER

Appalti 
-Fondazione Studi Consulenti del Lavoro: Il regime di solidarietà negli appalti 
(circolare) 
http://www.consulentidellavoro.it/pdf/fondazionestudi/circolare_13_2013.pdf 

Contratti 
-M. Lozito: "Tendenze della contrattazione nazionale in materia di contratto a termine, part-time e apprendistato professionalizzante" 
(dossier) 
http://csdle.lex.unict.it/Archive/WP/WP%20CSDLE%20M%20DANTONA/WP%20CSDLE%20M%20DANTONA-IT/20131028-014800_lozito_n186-2013itpdf.pdf 

Ferie 
-I periodi di riposo non goduti - per causa non imputabile al lavoratore - devono essere monetizzati - Cassazione n. 18168 del 26 luglio 2013 
(sentenza) 
http://www.aranagenzia.it/araninforma/index.php/gennaio-2013/34-sentenze/741-sentenza-corte-cass-n18168-2013 

Licenziamento 
-E. Massi: "Il tentativo obbligatorio di conciliazione sui licenziamenti per giustificato motivo oggettivo dopo la Legge n. 99/2013" 
(articolo) 
http://www.dplmodena.it/massi/Il%20tentativo%20per%20GMO%20dopo%20la%20legge%2099%20-%20Massi.pdf 

Appalti Pubblici
-Documentazione amministrativa, appalti pubblici, dichiarazione sostitutiva - Consiglio di Stato Sezione Terza, n. 4785 del 26 settembre 2013 
(sentenza) 
http://www.altalex.com/index.php?idnot=22043 


Mercato del Lavoro

-Incentivi per l'assunzione dei lavoratori iscritti nelle liste di mobilità ai sensi dell'art. 4, comma 1 del decreto legge 20 maggio 1993, n.148, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 luglio 1993, n. 236 e successive modifiche ed integrazioni. Chiarimenti.
(circolare Inps)
http://www.inps.it/bussola/VisualizzaDoc.aspx?sVirtualURL=%2FCircolari%2FCircolare%20numero%20150%20del%2025-10-2013.htm

-M. Biasi: "Il nuovo articolo 18 dopo un anno di applicazione giurisprudenziale: un bilancio provvisorio"
(dossier)
http://csdle.lex.unict.it/Archive/WP/WP%20CSDLE%20M%20DANTONA/WP%20CSDLE%20M%20DANTONA-IT/20130927-081756_biasi_181-2013itpdf.pdf

-A. Pilati: "Sull'inapplicabilità del nuovo articolo 18 st. lav. al lavoro pubblico privatizzato"
(dossier)
http://csdle.lex.unict.it/Archive/WP/WP%20CSDLE%20M%20DANTONA/WP%20CSDLE%20M%20DANTONA-IT/20131029-100543_pilati_n187-2013itpdf.pdf

-G. Bergagna, U. Buratti, F. Fazio, M. Tiraboschi: "La regolazione dei tirocini formativi in Italia dopo la legge Fornero"
(dossier)
http://www.bollettinoadapt.it/sito_old/home/23287ebook_vol_16.pdf

-M. Marocco: "La doppia anima delle politiche attive del lavoro e la Riforma Fornero"
(dossier)
http://csdle.lex.unict.it/Archive/WP/WP%20CSDLE%20M%20DANTONA/WP%20CSDLE%20M%20DANTONA-IT/20131127-085230_marocco_n192-2013bpdf.pdf

Mobbing

-R. Staiano: "Mobbing e dequalificazione: onere della prova - Cassazione n. 23949 del 22 ottobre 2013"
(articolo)
http://www.diritto.it/docs/35602-mobbing-e-dequalificazione-onere-della-prova-cass-civ-n-23949-2013

-"Mobbing, malattia, licenziamento, periodo di comporto, superamento, illegittimità- Cassazione Sezione Lavoro, n. 22538 del 2 ottobre 2013"
(sentenza)
http://www.altalex.com/index.php?idnot=22041&idstr=20

inail.it


Assegni familiari e quote di maggiorazione di pensione per l'anno 2014.

Istituto Nazionale della Previdenza Sociale

Circolare n. 182

Dal 1° gennaio 2014 sono stati rivalutati sia i limiti di reddito familiare ai fini della cessazione o riduzione della corresponsione degli assegni familiari e delle quote di maggiorazione di pensione, sia i limiti di reddito mensili per l'accertamento del carico ai fini dei diritto agli assegni stessi.

Le presenti disposizioni trovano applicazione nei confronti dei soggetti esclusi dalla normativa sull'assegno per
 il nucleo familiare, e cioè nei confronti dei coltivatori diretti, coloni,  mezzadri e dei piccoli coltivatori diretti 
(cui continua ad applicarsi la normativa sugli assegni familiari) e dei pensionati delle gestioni speciali per i lavoratori
 autonomi (cui continua ad applicarsi la normativa delle quote di maggiorazione di pensione).

Nei confronti dei predetti soggetti (al pari di quelli cui si applica la normativa concernente l'assegno per il 
nucleo familiare), la cessazione del diritto alla corresponsione dei trattamenti di famiglia, per effetto delle 
vigenti disposizioni in materia di reddito familiare, non comporta la cessazione di altri diritti e benefici dipendenti
 dalla vivenza a carico e/o ad essa connessi.

Inoltre, ad ogni buon fine, si precisa che gli importi delle prestazioni sono:

  • Euro 8,18 mensili spettanti ai coltivatori diretti, coloni, mezzadri per i figli ed equiparati; 
  • Euro 10,21 mensili spettanti ai pensionati delle gestioni speciali per i lavoratori autonomi e ai 
  • piccoli coltivatori diretti per il coniuge e i figli ed equiparati; 
  • Euro 1,21 mensili spettanti ai piccoli coltivatori diretti per i genitori ed equiparati;

I) TABELLE DEI LIMITI DI REDDITO FAMILIARE DA APPLICARE AI FINI DELLA CESSAZIONE O RIDUZIONE DELLA 
CORRESPONSIONE DEGLI ASSEGNI FAMILIARI E DELLE QUOTE DI MAGGIORAZIONE DI PENSIONE PER L'ANNO 2014

Ai fini della cessazione o riduzione della corresponsione degli assegni familiari e delle quote di maggiorazione 
delle pensioni da lavoro autonomo, i limiti di reddito familiare da considerare sono rivalutati ogni anno in 
ragione del tasso d'inflazione programmato con arrotondamento ai centesimi di euro.

Secondo le precisazioni fornite dai competenti Ministeri, la misura del tasso d'inflazione programmato per il 2013
 è stata pari al 2 % per cento.

Con riferimento a quanto precede sono state aggiornate le tabelle (allegati da1 a4 ), da applicare a decorrere 
dal 1° gennaio 2014 nei confronti dei soggetti esclusi dalla normativa relativa all'assegno per il nucleo familiare 
e sopra elencati.


Incentivo per favorire la ricollocazione lavorativa di soggetti privi di occupazione e beneficiari dell’Assicurazione sociale per l’impiego (ASpI)

Istituto Nazionale della Previdenza Sociale

Circolare n. 175

Disposizioni operative per l’accesso e la fruizione del beneficio previsto dall’articolo 7, c. 5, lettera b) del DL n. 76/2013 in favore dei datori di lavoro che assumono, con contratto a tempo pieno e indeterminato, lavoratori in godimento dell’indennità ASpI.

Sulla Gazzetta Ufficiale n.150 del 28-6-2013 è stato pubblicato il DL 28 giugno 2013, n. 76, recante  “Primi 
interventi urgenti per la promozione dell’occupazione, in particolare giovanile, della coesione sociale, nonché in materia 
di Imposta sul valore aggiunto (IVA) e altre misure finanziarie urgenti”. Il decreto è stato successivamente convertito,
 con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 99[1].

Il provvedimento – entrato in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione – è finalizzato 
prevalentemente a rilanciare l’occupazione attraverso la previsione di incentivi per l’assunzione di giovani 
nonché di interventi in favore della ricollocazione lavorativa di soggetti privi di occupazione, percettori dell’indennità  
ASpI.

Con la presente circolare si illustrano gli aspetti generali di tale ultima disposizione e si forniscono, altresì, 
istruzioni per consentire alle aziende di accedere alla nuova misura incentivante introdotta dal DL n. 76/2013.


1)  Contenuto della norma.

Il nuovo incentivo viene introdotto nel nostro ordinamento attraverso una modifica che l’articolo 7, c. 5, lettera b) 
del DL 76/2013, reca alla legge n. 92/2012.

Dopo l’articolo 2, comma 10, viene, infatti, inserito il comma 10bis, che così recita: “Al datore di lavoro che, 
senza esservi tenuto, assuma a tempo pieno e indeterminato lavoratori che fruiscono dell’Assicurazione sociale per l’impiego
 (ASpI) di cui al comma 1 è concesso, per ogni mensilità di retribuzione corrisposta al lavoratore, un contributo mensile pari 
al cinquanta per cento dell’indennità mensile residua che sarebbe stata corrisposta al lavoratore. Il diritto ai benefici 
economici di cui al presente comma è escluso con riferimento a quei lavoratori che siano stati licenziati, nei sei mesi 
precedenti, da parte di impresa dello stesso o diverso settore di attività che, al momento del licenziamento, presenta 
assetti proprietari sostanzialmente coincidenti con quelli dell'impresa che assume, ovvero risulta con quest'ultima in rapporto
 di collegamento o controllo. L'impresa che assume dichiara, sotto la propria responsabilità, all'atto della richiesta di 
avviamento, che non ricorrono le menzionate condizioni ostative.




verifiche reddituali nei confronti dei pensionati della gestione dipendenti pubblici

Istituto Nazionale della Previdenza Sociale

Messaggio n. 19933

Applicazione delle risultanze delle verifiche reddituali nei confronti dei pensionati della gestione dipendenti pubblici, titolari di prestazioni collegate al reddito. 

Si rende noto che in attuazione dell’art. 35 del decreto legge n. 207/2008, convertito in legge n. 14/2009 
e successive modificazioni ed integrazioni, l’Istituto ha proceduto alla verifica, nei confronti dei pensionati titolari 
di prestazioni collegate al reddito della Gestioni dipendenti pubblici, delle situazioni reddituali influenti 
sulla misura delle prestazioni acquisendo dall’amministrazione finanziaria i c.d. redditi influenti.

La verifica del diritto alle pensioni ai superstiti soggette ai limiti di cumulabilità di cui all’art. 1, comma 41 della 
legge n. 335/1995 e alla somma aggiuntiva corrisposte nel corso del 2012 è stata effettuata sulla base dei 
redditi complessivi, diversi da pensione, relativi alle dichiarazioni dei redditi 730/Cud/Unico 2012 (redditi 2011)
 integrati con i dati presenti presso il Casellario centrale dei pensionati relativi all’anno 2012. Limitatamente 
alle pensioni ai superstiti è stato escluso l’importo delle pensioni reversibili/indirette.

Nel caso in cui risultino corrisposti importi pensionistici superiori rispetto a quelli spettanti in applicazione dei limiti 
di cumulabilità di cui alla Tabella F,  il debito complessivo accertato, relativo al periodo 1° gennaio/31dicembre
 2012, sarà  recuperato, sulla base delle vigenti disposizioni in materia di recupero degli indebiti, a decorrere dalla 
rata di febbraio 2014.

Qualora la somma aggiuntiva erogata nel corso del 2012 risulti superiore a quella spettante sulla base 
delle dichiarazioni reddituali, a decorrere dalla rata di febbraio 2014,  l’Istituto provvede al recupero dell’importo
 eccedente quanto dovuto.

A tal fine verrà recapitata ai pensionati interessati una lettera con la quale sarà comunicato l’importo del debito 
con le relative modalità di recupero delle somme erogate e non spettanti.

La trattenuta operata sarà pari ad un quinto dell’importo complessivo della pensione, comprensiva anche 
dell’indennità integrativa speciale se corrisposta come emolumento a sé stante, al netto delle ritenute IRPEF 
e con un recupero in un massimo di 60 rate (art. 2 del D.P.R. 5 gennaio 1950, n. 180 e art. 3 del D.P.R. 
30 giugno 1955, n. 1544).

Nei casi in cui la rateizzazione massima non sia sufficiente ad estinguere totalmente il debito accertato, 
l’importo residuo sarà recuperato, sempre nei limiti di legge, sulla pensione diretta.  Qualora dovesse residuare
 ulteriore debito la sede dovrà convocare il pensionato per concordare le modalità di rifusione di quanto non
 recuperato con le trattenute sulle pensioni.

Salvaguardia della validità ed efficacia delle certificazioni di esposizione all’amianto rilasciate dall’INAIL

Istituto Nazionale della Previdenza Sociale

Circolare n. 164

articolo 42–quater della legge 9 agosto 2013, n. 98, di conversione, con modificazionidel decreto legge n. 69 del 14 giugno 2013. Salvaguardia della validità ed efficacia delle certificazioni di esposizione all’amianto rilasciate dall’INAIL, ai fini del conseguimento del beneficio di cui all’art. 13, comma 8, della legge 27 marzo 1992, n. 257 e successive modificazioni, per lavoro svolto con esposizione all’amianto.

Sulla Gazzetta Ufficiale n. 194 del 20 agosto 2013, Supplemento ordinario n. 63/L, è stata pubblicata la legge 9 
agosto 2013, n.98 di conversione, con modificazioni, del decreto legge 21 giugno 2013, n.69, recante disposizioni 
urgenti per il rilancio dell’economia.

L’ articolo 42-quater della citata legge ha modificato l’art. 7-ter del decreto legge 10 febbraio 2009, n. 5 
convertito, con modificazioni, dalla legge 9 aprile 2009, n. 33, inserendo, dopo il comma 14-bis, il comma 14–ter.

Il comma 14–ter così dispone: “ Ai fini della determinazione del diritto e della misura del trattamento pensionistico, nei
 casi di lavoratori che risultino, alla data del 22 giugno 2013, cessati per mobilità, oppure titolari di prestazioni straordinarie 
a carico dei fondi di solidarietà o autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione, restano validi ed efficaci 
i provvedimenti di certificazione di esposizione all’amianto rilasciati dall’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli 
Infortuni sul Lavoro ai fini del conseguimento del benefici di cui all’art. 13, comma 8, della legge 27 marzo 1992, 
n. 257 e successive modificazioni. I provvedimenti di revoca delle certificazioni rilasciate sono privi di effetto,
 salvo il caso di dolo dell’interessato accertato in via giudiziale con sentenza definitiva”.

La predetta disposizione è entrata in vigore dal 21 agosto 2013.

Al riguardo, giova rammentare quanto disponevaprima della suddetta modifica, il comma 14 del richiamato art.
 7-ter: “Restano validi ed efficaci i trattamenti pensionistici erogati antecedentemente alla data di entrata in vigore della 
legge di conversione del presente decreto a seguito degli accertamenti compiuti dall'Istituto nazionale per l'assicurazione 
contro gli infortuni sul lavoro, ai fini del conseguimento dei benefici di cui all'articolo 13, comma 8, della legge 27 
marzo 1992, n. 257 e successive modificazioni, sulla base dei curricula presentati dal datore di lavoro e della 
documentazione integrativa, salvo il caso di dolo dell'interessato che sia accertato in via giudiziale con sentenza definitiva. 
All'onere derivante dal presente comma, valutato in 700.000 euro per ciascuno degli anni 2009, 2010 e 2011, in 600.000 euro
 per ciascuno degli anni 2012, 2013 e 2014, in 500.000 euro per l'anno 2015, in 400.000 euro per ciascuno degli anni 2016 
e 2017 e in 200.000 euro annui a decorrere dall'anno 2018, si provvede a valere sul Fondo per l'occupazione di cui all'articolo
 1, comma 7, del decreto legge 20 maggio 1993, n. 148, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 luglio 1993, n. 236, 
con pari riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 6, comma 4, della legge 8 marzo 2000, n. 53.”

Per effetto di tali disposizioni, le prestazioni pensionistiche liquidate con riconoscimento del beneficio pensionistico
 per esposizione all’amianto, con provvedimento emesso in data anteriore al 12 aprile 2009, restano valide ed
 efficaci. Le relative indicazioni sono state fornite con circolare n. 68 del 5 maggio 2009.

Successivamente, l’art. 6, comma 2-undecies, della legge 24 febbraio 2012, n. 14, di conversione, con 
modificazioni, del decreto legge 29 dicembre 2011, n. 216, ha modificato il richiamato art. 7-ter: “ All’articolo
 7-ter del decreto legge 10 febbraio 2009, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 aprile 2009, n. 33, dopo
 il comma 14 è inserito il seguente: “14-bis. Gli effetti della disposizione di cui al comma 14, primo periodo, sono prorogati
con riferimento ai trattamenti pensionistici erogati fino alla data di entrata in vigore della presente disposizione, senza
 corresponsione di arretrati per le eventuali rate di pensione sospese fino alla predetta data. I benefici in questione decadono, 
con obbligo di integrale restituzione delle somme percepite, laddove gli stessi siano stati conseguiti in base ad atti costituenti
 reato, accertati con sentenza definitiva. All’onere derivante dall’applicazione del medesimo comma, valutato in 602.000 euro
 per gli anni 2012 e 2013, 322.000 euro per l’anno 2014, 42.000 euro per gli anni dal 2015 al 2020 e 42.000 euro a decorrere 
dall’anno 2021, si provvede a valere sul Fondo sociale per occupazione e formazione di cui all’articolo 18, comma 1, lettera a)
 del decreto legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2”.

Per effetto di tali disposizioni, le prestazioni pensionistiche liquidate con riconoscimento del beneficio pensionistico 
per esposizione all’amianto, con provvedimento emesso in data anteriore al 28 febbraio 2012, restano valide 
ed efficaci. Le relative indicazioni sono state fornite con circolare n. 61 del 7 maggio 2012.

Sentenza della Corte costituzionale n. 203 del 3 luglio 2013

Istituto Nazionale della Previdenza Sociale

Circolare n. 159

Estensione del diritto al congedo di cui all’ art. 42, comma 5,  decreto legislativo n. 151 del 26 marzo 2001 a parente o affine entro il terzo grado convivente con la persona in situazione di disabilità grave.

La Corte costituzionale con la sentenza n. 203 del 3 luglio 2013 ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 42, 
comma 5, del d.lgs. n. 151 del 26 marzo 2001 (Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di tutela 
e sostegno della maternità e della paternità) nella parte in cui, in assenza di altri soggetti idonei a prendersi cura 
della persona disabile in situazione di gravità, non include nel novero dei soggetti legittimati a fruire del congedo 
straordinario il parente o l’affine entro il terzo grado convivente della persona in situazione di disabilità grave, in 
violazione degli artt. 2,3,4,29,32,35 e 118, 4° comma, della Costituzione.

Con le pronunce additive contenute nelle precedenti sentenze n. 233 dell’8 giugno 2005, n. 158 del 18 aprile 2007 
e n. 19 del 26 gennaio 2009, la Corte aveva già progressivamente esteso il novero dei soggetti legittimati a 
fruire del congedo straordinario di cui al citato art. 42, comma 5, del d.lgs. 26 marzo 2001, n. 151, sottolineando 
che la ratio del beneficio in esame consiste essenzialmente nel favorire l’assistenza del disabile grave in 
ambito familiare e nell’assicurargli continuità nelle cure.

Il rispetto dei predetti principi costituzionalmente espressi ed una prospettiva di sussidiarietà hanno indotto 
la Consulta a valorizzare la famiglia anche come strumento di attuazione di interessi generali, quali il benessere 
della persona e l’assistenza sociale in un’ottica di solidarietà interpersonale.

La Corte costituzionale afferma, nella pronuncia in argomento, che il testo attualmente in vigore dell’art. 42 
sopracitato, come modificato dal decreto legislativo n. 119 del 18 luglio 2011 ha, da un lato, ampliato la platea
dei soggetti a cui è riconosciuto il diritto alla fruizione del beneficio, e, dall’altro, ha individuato, tra i soggetti 
medesimi, un rigido ordine gerarchico.

Alla luce dell’evoluzione legislativa sopra esposta ed in linea con l’orientamento giurisprudenziale già 
consolidato, la Corte ha individuato nella limitazione della sfera soggettiva attualmente vigente un 
fattore di pregiudizio dell’assistenza del disabile grave nei casi in cui i soggetti legittimati dalla norma a 
prestare assistenza si trovino impossibilitati a svolgere tale funzione.

La Consulta ha considerato, inoltre, che il legislatore ha già riconosciuto il ruolo dei parenti e degli affini 
entro il terzo grado nell’assistenza ai disabili in condizione di gravità, attribuendo loro il diritto ai tre giorni 
mensili di permessi retribuiti ai sensi dell’art. 33, comma 3, della legge n. 104 del 5 febbraio 1992 
nell’ipotesi di mancanza, decesso o patologie invalidanti degli altri soggetti.

La Corte, quindi, evidenzia che tale discrasia normativa costituisce ulteriore argomento a sostegno 
della dichiarazione di illegittimità costituzionale dell’art. 42, comma 5, del citato d.l.gs. 26 marzo 2001, n. 151 
nella parte in cui non include nel novero dei soggetti legittimati a fruire del congedo ivi previsto, e alle condizioni
 ivi stabilite, il parente o l’affine entro il terzo grado convivente, in caso di mancanza, decesso o 
in presenza di patologie invalidanti degli altri soggetti idonei a prendersi cura della persona in situazione 
di disabilità grave.


giovedì 26 dicembre 2013

Una famiglia su cinque per Natale non ha fatto regali

Sono i calcoli effettuati dall' Osservatorio Nazionale Federconsumatori che ha stilato il bilancio delle spese effettuate dagli italiani per i regali natalizi, reinterrogando il proprio campione e rielaborando tutti i dati. La spesa media delle famiglie e' stata pari a 131 euro e complessivamente si e' attestata su 3,350 miliardi. L'andamento e' stato differenziato settore per settore. L'osservatorio Federconsumatori stima che la contrazione e' stata dal 12,7% per abbigliamento e calzature, del 31% per mobili, arredamento ed elettrodomestici (nonostante gli incentivi), del 7,3% per la profumeria, del 6,1% per l'elettronica di consumo. Gli italiani hanno rinunciato anche ai viaggi - -16,2% e' la contrazione sul settore turismo - e segnano un calo anche settori che tradizionalmente hanno una maggiore tenuta, come quello dei giocattoli (-1,5%) e dell'alimentazione (-1,5%). Tiene solo la vendita di libri e cd (+1,2%)''soprattutto grazie alle forti promozioni ed ai prezzi comunque contenuti''. ''Continuano a impressionare - sostengono i consumatori -invece, i dati relativi al settore alimentare e dei giocattoli, vale a dire i comparti generalmente più "gettonati" durante le festività natalizie che registrano rispettivamente un calo del -0,9% e del -2%, mentre meno meraviglia desta il dato dei Tecnologici anche per i prezzi elevati dei singoli prodotti''. Federconsumatori e Adusbef indicano ''tra gli elementi che hanno pesato maggiormente sulla crisi dei consumi di Natale, oltre al livello infimo raggiunto dal potere di acquisto delle famiglie, vi è: - l'aumento di disoccupazione: dal 10,7 del 2012 al 12,4% attuale, cassa integrazione per 1 MLD di ore; - la difficoltà di molte piccole imprese che non hanno pagato,rinviandole ad altra data,le tredicesime mensilità. 
ansa.it

Un call center completamente "in nero", 9 lavoratori tutti senza regolare inquadramento lavorativo

L'hanno scoperto a Samarate , nel corso di appositi controlli, i carabinieri della locale stazione, insieme al Nucleo Ispettorato del Lavoro dei Carabinieri (N.I.L.) di Varese. Tutti i lavoratori presenti (complessivamente 9 persone) erano  sprovvisti di qualsiasi rapporto contrattuale e, perciò, impiegati in nero. Pesanti le conseguenze per il titolare del servizio: è scattato il provvedimento di  sospensione dell’attività imprenditoriale oltre ad una sanzione amministrativa  di oltre 40mila euro.
varesenews.it

sabato 21 dicembre 2013

- ASSEMBLEA DELLE RSU da tutta Italia autoconvocata

Aprire una vertenza generale per ripristinare i requisiti di accesso alla pensione vigenti prima della controriforma Fornero.
Risanare la previdenza facendo pagare ai ricchi e ai privilegiati e costruire un vero sistema solidale.
oggi 20-12-2013 - ASSEMBLEA DELLE RSU da tutta Italia  autoconvocata  con  500 PERTECIPANTI a MILANO 
 La mozione FINALE delle RSU ha come OBIETTIVO : COSTRINGERE I SINDACATI Confederali e di BASE a aprire una vertenza nazionale  col Governo per ABROGARE la contro riforma Fornero, per ripristinare i requisiti di accesso alla pensione vigenti prima della controriforma Fornero  cioè per riportare la pensione alle donne a 60 anni , le quote , la flessibilità in uscita e i 40 anni per l'uscita dal mondo del lavoro per lasciare posti di lavoro ai giovani.
Costruiamo la LOTTA e il fronte per riunire nel soggetto politico nuovo TUTTE le anime che vogliono un cambiamento in Europa e in Italia contro il finazCapitalismo  , i banchieri, la Troika , la BCE  e i padroni.  Continuiamo dalle ASSEMBLEE DELLE RSU in tutta Italia  autoconvocate in fabbrica e nelle regioni. 
L’assemblea decide di lanciare una petizione di massa sugli obiettivi a base della autoconvocazione sulla quale raccogliere adesioni nei luoghi di lavoro e nel territorio.
La gestione di questa fase viene affidata ad un Coordinamento volontario aperto alla partecipazione libera dei rappresentanti delle Rsu la cui prima riunione si terrà a Bologna il 10 gennaio.

ACCORDO CIGS ….VERSO LA FINE DI SEA HANDLING

SEA ha sottoposto alla firma dei Sindacati e delle RSU di SEA Handling l’accordo sull’attivazione della CIGS. In tale accordo vengono sanciti definitivamente i tempi della dismissione di SEA Handling con le modalità di applicazione della CIGS, da prima a rotazione poi a zero ore per chi non avrà la fortuna (…o il Santo in paradiso! ) e si ritroverà nella lista degli esuberi.                                                

Perché riteniamo che è un accordo da non firmare:

·  Non siamo contro l’applicazione della cassa integrazione a priori, essendo un ammortizzatore sociale,  ma in tale accordo volutamente non si parla solo di attivazione della CIGS ma si condivide  già l’idea di esuberi.
Esuberi ai quali non è data nessuna garanzia ma solo delle verifiche sulla fattibilità di un percorso di ricollocazione.
·  Il solo pensiero che  fino al 30 giugno 2014 la cassa venga gestita come lo è stata fino ad ora   ( senza equità,  solo con l’intento di dimostrare l’esistenza di esuberi, costringendo i lavoratori a dei ritmi e carichi di lavoro insostenibili, assegnata in alcuni casi come premio ed in altri in modo punitivo e intimidatorio) ci fa rabbrividire!
·  Chi ha sbagliato deve pagare!
Ci troviamo nella paradossale situazione che chi ha firmato l’accordo del 2002 di divisione di Sea H. da Sea Spa oggi lo ritroviamo a gestire la fine di SEA Handling.
Dirigenti e responsabili si sono già accaparrati i posti nella nuova Società dove gli saranno garantiti lauti stipendi e premi di risultato, noncuranti dei sacrifici e delle rinunce dei lavoratori oltre che della perdita dei diritti duramente conquistati dagli stessi.
Si sono sperperati denari pubblici in stipendi , buonuscite e consulenze milionarie!
·  Ancora una volta stiamo assistendo alla massima mancanza di tutela per i lavoratori, solo parole, promesse verbali e MAI impegni sottoscritti.
·  Si continua con ottusaggine a spendere milioni di euro pubblici solo per le infrastrutture di Malpensa e non viene investito un solo centesimo per garantire occupazione e un salario dignitoso all’altezza del costo della vita sul territorio.
Ci ritroviamo con uno numero di disoccupati in continuo crescendo a causa di una malsana politica sul sistema Malpensa.
Dirigenti e politici sono stati totalmente incapaci e non all’altezza di trovare una soluzione alla crisi, l’hanno solo calata sui lavoratori di SEA e di tutto il sedime Aeroportuale.


Malpensa 17 dicembre 2013

mercoledì 18 dicembre 2013

avviata procedura mobilità in agusta

L’azienda (Agusta) mi ha appena comunicato ufficialmente,
l’apertura della procedure di mobilità secondo la legge 223 del 1991

per tutte le sedi italiane per 545 lavoratori.

AGUSTA - Sembrano confermate le voci sulla mobilità:

545 LICENZIAMENTI TUTTI A SPESE DELL’INPS
9 mila euro di buona uscita ma Agusta ne risparmia 20 mila

Apprendiamo dai mass-media che Agusta intende “licenziare” 545 lavoratori utilizzando la Legge 223/91 sugli aiuti “pubblici” (INPS) alle aziende in crisi, e tutto ciò nonostante sia ormai in vigore la nuova procedura (legge 92/2012) che consente di creare occupazione “accompagnando” alla pensione i lavoratori che ne hanno i requisiti. 

Consapevoli che  lavoratori con 40 anni di attività hanno il sacrosanto diritto di andare in pensione, ci permettiamo comunque di fare alcune considerazioni:

Se Agusta conferma quanto detto, prenderebbe una decisione per noi non condivisibile sia per la recente firma sull’accordo interno che prevede un PDR che sfiora i 6 mila € (bilancio 2012 +170 mln di €) sia per la situazione di crisi nazionale che vede l’INPS in sofferenza per l’impossibilità di far fronte alla gran massa di richieste di cassa integrazione e disoccupazione

Per Agusta massimo risparmio:  Per ogni lavoratore “in mobilità” Agusta risparmia circa 38 mila €/anno (stipendi, PDR, contributi, tasse ecc); mentre un apprendista neo-assunto costa circa 18 mila €/anno e, Considerando anche una “buona uscita” ipotetica di circa 9 mila €/anno, Agusta ne avrebbe comunque un consistente beneficio economico;

Non è certa la pensione:  infatti i lavoratori in mobilità, qualora cambiassero i requisiti per l’accesso alla pensione (che sono in continua evoluzione), non hanno la garanzia della pensione e finirebbero per ingrossare le file degli Esodati (con la legge 92/2012, l’INPS garantirebbe i lavoratori “prepensionati” fino alla pensione); 

Costretti a lavorare “gratis”: I lavoratori in mobilità, sono obbligati a svolgere, se richiesto, lavori di pubblica utilità (presso i comuni), se si rifiutano perderebbero il diritto alla mobilità;

I titolari di pensione di invalidità, hanno la facoltà di optare per l´indennità di mobilità, in caso di opzione a favore del trattamento di mobilità, l’erogazione della pensione di invalidità resta sospesa per il periodo di fruizione del predetto trattamento;

Fai bene i conti:  ogni lavoratore in mobilità, perderebbe, oltre allo stipendio, il PDR, gli aumenti contrattuali e la maturazione del TFR in cambio di uno “stipendio” di circa 1000 €/mese x 12 mesi x il 1° anno e di 800 €/mese per il 2° e 3° anno;

Agusta non sarà obbligata ad assumere: infatti la legge 223/91 stabilisce proprio il divieto di assumere lavoratori nelle stesse attività o mansioni di chi viene posto in mobilità, questo a garanzia della bontà della crisi aziendale, al contrario della legge 92 fatta proprio per incentivare l’occupazione;


In conclusione, come già abbiamo detto 40 anni di lavoro bastano e avanzano per aver diritto alla pensione, ma ci preme sottolineare che Agusta non deve sfruttare la situazione per speculare sulla pelle di chi, fino ad oggi, ha dato lustro a questa azienda e invitiamo gli interessati a fare bene i loro conti prima di firmare.

lunedì 16 dicembre 2013

SARONNO - Nuovo corteo degli anarchici il 21 dicembre

Un nuovo corteo da parte degli anarchici saronnesi. Pochi giorni prima di Natale, il 21 dicembre, in pieno centro storico, con partenza da Piazza san Francesco. Il titolo del corteo, come promosso su Facebook da parte del Comitato autorganizzato saronnesi senza casa (Il gruppo che occupa l’ex Macello da circa un anno), il titolo della manifestazione è “le lotte non si arrestano”.
«Invitiamo tutte e tutti a partecipare a questo corteo, perché le condizioni di vita attuali sono inaccettabili e insostenibili – si legge nell’appello di adesione -. Sempre più persone non riescono a permettersi mutui, affitti e spese quotidiane, con Equitalia alle calcagna. Al lavoro siamo sfruttati e ricattati, magari con la minaccia della delocalizzazione. Ci mettono gli uni contro gli altri scatenando guerre tra poveri».
«Ci obbligano a studiare in edifici che cadono a pezzi, chiudono ospedali, tagliano servizi – prosegue l’appello -. Se invece cerchiamo di organizzare diversamente le nostre vite veniamo puniti, sfrattati, sgomberati e buttati in mezzo a una strada. I territori in cui viviamo vengono militarizzati, devastati, avvelenati, ridotti a merce di scambio per creare grandi opere, come TAV, Pedemontana, Malpensa, completamente inutili per la popolazione, ma utilissime per gli speculatori, gli affaristi e la mafia».

BUSTO ARSIZIO - L'inserimento lavorativo dei disabili, se ne parla a Malpensafiere

L'appuntamento è per il 17 dicembre, dalle 14 e 30 ed è promosso dall’Ordine dei Consulenti del Lavoro con la Provincia e la Cooperativa “Solidarietà e Servizi” di Busto Arsizio-
Il Centro Espositivo Polifunzionale “MalpensaFiere” di Busto Arsizio ospiterà domani, 17 dicembre, un convegno sull’inserimento lavorativo dei disabili. L’iniziativa si terrà alle ore 14.30 e farà il punto sulle novità normative che riguardano questo settore offrendo un quadro preciso per le imprese. Il convegno è promosso dall’Ordine dei Consulenti del Lavoro con la Provincia e la Cooperativa “Solidarietà e Servizi” di Busto Arsizio.
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MALPENSA - La ferrovia per il T2? "Rischia di essere infrastruttura inutile"

L'Unione dei Comitati di Malpensa critica il progetto di un nuovo collegamento e ricorda le operazioni fallite: dall'Eurostar con capolinea Gallarate al Frecciarossa da Malpensa, ormai sparito.
Si potrebbe definire “il morto che cammina”, ovvero il maldestro tentativo di riesumare il nefasto progetto, partorito a suo tempo da menti deviate, tentando di ingannare il neo Presidente di SEA, Modiano e, con lui, l'Unione Europea.
E il Sindaco di Milano? Sonno profondo? L'abnormità del progetto era ben apparsa, oltre che per la devastazione ambientale, nel suo probabile destino di infrastruttura inutile.
Come la superstrada Boffalora-Malpensa, progettata per un traffico di 100.000 veicoli al giorno. Nella realtà, il traffico è di 9-10.000. Tant'è che il rampante ex assessore lombardo alle infrastrutture, Cattaneo, nella sua campagna per le elezioni regionali del febbraio scorso non osava ormai più vantarsene come faceva tempo addietro. E ormai il territorio tra Malpensa ed il Magentino è irrimediabilmente devastato.
Vogliamo fare altri danni? E favori ai soliti noti? Scrivevamo il 28 dicembre 2003, e oggi possiamo confermare: “In linea di principio siamo favorevoli alle ferrovie piuttosto che alle autostrade, ma non possiamo essere favorevoli a questa ferrovia che servirà solo a portare merci a Malpensa. E’ un vaso sanguigno che alimenta il tumore Malpensa, come le autostrade e superstrade inutili, gli alberghi e le spropositate colate di cemento che, nell’ambito del Piano d’area Malpensa, si continuano a rovesciare nel Parco del Ticino.” I grandi alberghi che falliscono a turno sono la conferma della follia che denunciamo da anni.

Allora si giustificava il progetto ferroviario con la previsione di decine di treni passeggeri al giorno che sarebbero scesi attraverso Domodossola, Varese, ecc. portando schiere di passeggeri in aeroporto. Come vanno le previsioni su Malpensa ormai è chiaro per tutti. Cosa ne è stato dell'Eurostar che partiva alle 06.30 a.m. dalla stazione di Gallarate, andava a Roma e tornava a Gallarate alle 23 con 0 (zero) passeggeri? Invece il Frecciarossa direttamente a Malpensa? Sparito. Grande enfasi per “l'unico aeroporto italiano con l'alta velocità”. Soldi nostri buttati da FFSS che sapevano bene, e con loro quelli che brindavano al nulla nella foto, sapevano bene che erano soldi buttati nel solito buco nero. Guardate che bella foto, ci sono anche i nomi: http://www3.varesenews.it/gallerie/?id=7004
Propaganda, solo propaganda. Chi, incurante dell'evidenza, continua a tentare la via degli investimenti e degli appalti, dovrebbe vergognarsi. Infatti ogni volta che ne tentano una nuova devono sperare che nessuno abbia memoria della precedente, cioè del precedente flop. Vi ricordate la trionfale inaugurazione del terzo satellite ancora in cantiere a gennaio 2013? La definimmo una bufala. Infatti è quasi finito ora... dopo un anno. Serviva a qualcuno in vista delle elezioni?
Con tre satelliti, con 300 banchi check in, con traffico metà della sua capacità e ancora in calo, Malpensa si conferma cattedrale nel deserto.
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BUSTO ARSIZIO - La tintoria G. Tosi lascia a casa 73 dipendenti

Anche la storica tintoria G. Tosi, leader nella nobilitazione tessile, una delle ultime eccellenza del Made in Italy nel settore tessile ancora attive a Busto Arsizio, è in forte crisi.Ben 73 dei 121 lavoratori impiegati negli stabilimenti di Sacconago, verranno licenziati e buona parta delle attività produttive chiuderanno i battenti come la tintoria, la maglieria, la stampa tradizionale, il finissaggio oltre a gran parte degli uffici mantenendo in piedi solo il reparto filati che dovrebbe garantire continuità aziendale e lavorativa per circa 50 addetti. L’azienda, nata del 1830 e sempre all’avanguardia nell’innovazione e nell’uso delle tecnologie (con tanto di certificazione ISO 9002 e marchio Oeko-Tex), è in concordato preventivo da tempo e ha risentito, come molte altre, del calo dei volumi di lavoro in conseguenza della crisi.
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MILANO - Studenti "irrompono" nell'Aula del Consiglio: "Venite fuori"

All'improvviso slogan e striscioni irrompono nella fino ad allora poco vivace seduta di Consiglio regionale dedicata al bilancio. Dallo spazio dedicato al pubblico, alcuni studenti srotolano tre striscioni e urlano a gran voce ai consiglieri regionali di uscire «e andare a dire in faccia gli studenti che sono fuori in manifestazione» cosa vuole fare Regione Lombardia per gli studenti.
Gli studenti hanno chiesto risorse per la scuola pubblica «in sfacelo» e criticato duramente le politiche di Regione Lombardia. Alcuni consiglieri di M5S e PD li hanno raggiunti nello spazio del pubblico per dialogare con loro. Nel frattempo davanti alla sede del Pirellone in piazzza Duca D'Aosta ci sono stati tafferugli fra i manifestanti e le forze dell'ordine.  
Gli studenti lombardi manifestano oggi lunedì 16 dicembre contro i tagli alla scuola pubblica e i dinanziamenti alla scuole private. La manifestazione è partita a Milano dal centro per poi arrivare al Castello Sforzesco dove hanno colorato di rosso la fontana. 
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Scuola, la rivolta degli addetti alle pulizie: "Vogliono licenziarci, il ministro ci aiuti"

Sono 25mila e a causa dei tagli rischiano di perdere il posto a fine anno o di avere uno stipendio decurtato fino al 75 per cento. Dopo il presidio a viale Trastevere, la Carrozza ha promesso che si occuperà del caso.
ROMA rischiano il licenziamento. Si tratta dei 25mila addetti alle pulizie che  lavorano da decenni nelle scuole italiane e che, dopo molti contratti a termine, potrebbero tornarsene a casa. O, nella migliore delle ipotesi, avranno decurtato lo stipendio anche del 75%. Nel 1999, la legge 124 stabilì che dal 1° gennaio del 2000 il personale dipendente dagli enti locali doveva passare allo Stato per la riforma Bassanini. Gli oltre 25mila addetti, che tre giorni fa hanno manifestato davanti al ministero dell'Istruzione, provengono da "due filoni", Circa 8.500 "pulizieri" erano alle dipendenze di cooperative sociali messe in piedi da comuni e province per dare un reddito di sostentamento a soggetti in difficoltà. Gli altri 17mila facevano parte di consorzi nazionali. Quando avvenne il passaggio allo Stato, il ministero dell'Economia finanziò il tutto con 540 milioni euro. Ma contemporaneamente accantonò nella scuola quasi 12mila posti di collaboratore scolastico (bidello) sostituiti nella sola mansione delle pulizie dai 25mila pulitori delle cooperative e grandi imprese di pulizia. Poi arrivò il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini che operò un primo taglio di 150 milioni portando lo stanziamento a 390 milioni l'anno. Con queste risorse gli operatori Potevano contare su un congruo numero di ore lavorative settimanali variabile da 24 a 35. Nelle scuole, la mansione delle pulizie è affidata ai bidelli che svolgono anche la vigilanza degli alunni. Mentre i "pulizieri" si limitano a mantenere puliti i locali. Le regioni con il maggior numero di addetti sono Campania, Lazio, Puglia e Sicilia che da sole assorbono il 62 per cento di tutti i pulitori presenti nelle 8mila scuola italiane. Adesso, però, in tempi di spending review, il governo vuole ridurre lo  stanziamento a quello strettamente legato al risparmio degli 11.857 posti di bidello accantonati nell'organico nazionale dei collaboratori scolastici: cioè, 288milioni di euro. "In questo modo - aggiunge Pirulli - agli 8.500 pulitori
provenienti dagli enti locali si propone di ridurre le ore a settimana da 24 a 6, mentre agli altri da 35 a 15. Se le cooperative non volessero licenziare nessuno, dovrebbero ridurre gli stipendi del 75 per cento ai primi e del 60 ai secondi. Insostenibile". "Così si ributtano questi lavoratori nel girone infernale della disoccupazione e della precarietà. Inoltre avremo ambienti scolastici insalubri e insicuri". Con i contratti in scadenza al 31 dicembre, i 25mila hanno intanto ricevuto la lettera di licenziamento. Se il ministero dell'Economia dovesse rinnovare il contratto alle condizioni prospettate - con una spesa massima di 288 milioni di euro all'anno - le ore lavorative e gli stipendi subirebbero un mega taglio. Lo scorso 12 dicembre, quando Cgil, Cisl e Uil, assieme ai lavoratori, hanno protestato in viale Trastevere, il ministro dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza ha fatto sapere che si sarebbe occupata personalmente della questione. La soluzione potrebbe arrivare con la legge di stabilità. Ma, al momento, tutto tace. 

CASTELLANZA - Da Agesp ad Amiacque, cambia il gestore di acquedotto e fognatura

Dal 1° gennaio novità per gli abitanti di Castellanza. La gestione di tutti i servi idrici, dalla rete di distribuzione fino alla depurazione dei reflui, passa ad Amiacque. Il comune assicura: “Nessun cambiamento per i cittadini".
Dal 1° Gennaio 2014 Castellanza cambia la gestione del servizio idrico. L’acquedotto della città non sarà più gestito da Agesp ma da Amiacque e lo stesso sarà per la fognatura e la depurazione.
Amiacque è una società del gruppo Cap Holding, struttura a totale capitale pubblico che gestisce il servizio idrico di oltre 2 milioni di utenti in quasi 200 Comuni, tra i quali i più vicini sono Legnano e Gorla Minore. La società si occupa già oggi del servizio di depurazione delle acque di Castellanza. 
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BUSTO ARSIZIO - Chiudono le cucine delle mense: “Manca il personale per gestirle"

Dal prossimo anno scolastico grosse novità in vista per le mense cittadine: cambieranno i fornitori ma sopratutto chiuderanno tre cucine in alcuni asili nido comunali perchè “non sarà possibile provvedere alla gestione in economia del servizio".
Sarà un anno scolastico molto diverso quello che potrebbero trovarsi ad affrontare gli studenti che frequentano le 18 scuole in cui il comune di Busto Arsizio gestisce il servizio mensa. Il 31 agosto del prossimo anno scadrà infatti il contratto con la società che ha organizzato la ristorazione di migliaia di alunni negli ultimi anni e in questi giorni a Palazzo Gilardoni si sta preparando il bando per riassegnare il servizio. 
Tra i dettagli che si possono iniziare a scorgere dalle linee guida già diffuse dagli uffici comunali (qui consultabili integralmente) si scopre che la società che si aggiudicherà il servizio dovrà anche provvedere a rifornire le scuole dell’infanzia Rodari, Collodi e Bianca Garavaglia. Si tratta di asili che fino ad oggi avevano potuto contare su un servizio organizzato in loco, attraverso le cucine interne alle strutture. Ma dal prossimo anno si cambia. Il motivo è messo nero su bianco dai dirigenti del comune di Busto che spiegano come "già dal prossimo anno sarà necessario esternalizzare il servizio mensa [...] in quanto non sarà possibile, per carenza di personale, provvedere alla gestione in economia del servizio di preparazione in loco dei pasti". In sostanza, dal momento che la città non può provvedere a nuove assunzioni di personale, il servizio sarà affidato ad esterni. 

Il bando che l'amministrazione ha in mente di pubblicare nei prossimi mesi punta ad affidare il servizio per 4 anni mettendo sul piatto un tesoretto di oltre 3,5 milioni di euro. E così, fino all'agosto 2018 la ristorazione sarà affidata ad una società, con buona pace per chi aveva creduto alla realizzazione di un centro cottura in città.
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