- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

giovedì 26 febbraio 2015

presidio a milano degli addetti alla sosta senza lavoro da mesi





Crisi globale, Amnesty ai leader mondiali: agite o la prospettiva sarà tetra

Rapporto 2015: senza azioni immediate crescerà il numero di persone in fuga dai conflitti e le popolazioni civili saranno sempre più costrette a vivere sotto il controllo di brutali gruppi armati. Preoccupa la crescita di gruppi armati dello stato islamico. "La risposta alle minacce per la sicurezza non metta a rischio i diritti"

25 febbraio 2015
Roma  - "Il quadro complessivo dello stato dei diritti umani e' tetro ma le soluzioni ci sono. I leader mondiali devono intraprendere azioni immediate e decisive per invertire un'imminente crisi globale e fare un passo avanti verso un mondo piu' sicuro, in cui i diritti e le liberta' siano protetti". Cosi' Antonio Marchesi, presidente di Amnesty International Italia. Il Rapporto 2014-2015 di Amnesty International presenta un'analisi complessiva della situazione dei diritti umani riscontrata nel 2014 in 160 paesi e ammonisce che, se i leader mondiali non agiranno immediatamente di fronte alla mutata natura dei conflitti e non rimedieranno alle carenze identificate nel Rapporto, la prospettiva per i diritti umani nel periodo 2015-2016 sara' tetra, con: popolazioni civili sempre piu' costrette a vivere sotto il controllo quasi statale di brutali gruppi armati e sottoposte ad attacchi, persecuzioni e discriminazioni; crescenti minacce alla liberta' d'espressione e ad altri diritti umani, tra cui le violazioni causate da nuove, drastiche leggi antiterrorismo e da sorveglianze di massa ingiustificate; il peggioramento delle crisi umanitarie e dei rifugiati, con un sempre maggior numero di persone in fuga dai conflitti, i governi ancora impegnati a chiudere le frontiere e la comunita' internazionale sempre piu' incapace di fornire assistenza e protezione.

Incentivo all’assunzione di giovani ammessi al “Programma Operativo Nazionale per l’attuazione della Iniziativa Europea per l’Occupazione dei Giovani”

Come preannunciato nel messaggio n. 9956 del 30 dicembre 2014, in data 16 dicembre 
2014 è stato pubblicato - nella sezione “Pubblicità legale” del sito del Ministero del
 Lavoro - il Decreto Direttoriale n. 63 del 2 dicembre 2014 che rettifica il Decreto 
Direttoriale n. 1709 dell’8 agosto 2014, rendendo retroattivi gli incentivi di cui 
alla misura “Bonus Occupazionale” previsto dal Programma “Garanzia Giovani” alle 
assunzioni effettuate a decorrere dal 1° maggio 2014.

A scioglimento della riserva contenuta nel citato messaggio, si comunica che le procedure 
informatiche sono state aggiornate per consentire l’inoltro di istanze di ammissione al 
beneficio anche per rapporti instaurati nel periodo compreso tra il 1° maggio e il 2 ottobre 
2014.

In conformità a quanto disposto dall’art. 10, c.2, del Decreto Direttoriale del Ministero 
del Lavoro e delle politiche sociali 8 agosto 2014 la verifica delle disponibilità dei fondi sarà 
effettuata secondo il criterio generale, costituito dall’ordine cronologico di presentazione 
dell’istanza stessa.

Come di consueto, per ogni dubbio o segnalazione i datori di lavoro potranno inviare
 un quesito alla Sede presso cui assolvono gli obblighi contributivi, avvalendosi della
 funzionalità “Contatti” del Cassetto previdenziale aziende; ove non riesca a risolvere
 il quesito ovvero per problematiche sorte a prescindere dalla proposizione di un quesito 
esterno, la Sede potrà interpellare la Direzione generale, preferibilmente attraverso gli uffici 
regionali previsti dalla circolare 135/2011, utilizzando l’indirizzo di posta 
elettronicainfo.diresco@inps.it per problematiche di carattere giuridico 
o amministrativo e l’indirizzo supporto.diresco@inps.it per problematiche di carattere 
informatico.

mercoledì 25 febbraio 2015

Assegno per il nucleo familiare e assegno di maternità concessi dai Comuni. Nuove soglie ISEE.

1)  Nuove soglie ISEE


A seguito della riforma dell’ISEE, di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 
5 dicembre 2013, n. 159, con la circolare n. 171 del 2014 sono state comunicate le 
nuove soglie, che si riferiscono all’ISEE e non più all’ISE, e le modalità di calcolo da applicare, 
a far data dal 1 gennaio 2015, all’assegno per il nucleo familiare con almeno tre figli minori 
(art. 65 della legge n. 448 del 1998) e all’assegno di maternità (art. 74 del decreto legislativo
 n. 151 del 2001) concessi dai Comuni.

Più precisamente, il citato D.P.C.M. n. 159/2013, in relazione alle nuove modalità di calcolo
 dell’indicatore, fissa con riferimento al 2013 le soglie per l’assegno per il nucleo con almeno 
tre figli minorenni e per l’assegno di maternità, determinandole rispettivamente al livello ISEE 
inferiore a 8.446 euro e a 16.737 euro.

Entrambe queste nuove soglie devono essere rivalutate sulla base della variazione nel 2013
 dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati.

La Presidenza del Consiglio dei Ministri con il Comunicato pubblicato nella G.U.  n. 24 del 30 
gennaio 2015 ha reso noto le nuove soglie dell’ISEE, da applicarsi per l’anno 2014, 
rivalutate sulla base dell’incremento dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie di 
operai e impiegati, calcolato con le esclusioni di cui alla legge 5 febbraio 1992, n. 81, 
che è risultato pari all’1.1%.

lunedì 23 febbraio 2015

Considerazioni in merito al testo concordato con alcuni dei maggiori corrieri nazionali, dopo tre incontri fatti con Si Cobas e Adl Cobas.

Il documento che viene riportato in calce è già condiviso e pronto ad essere applicato con le cooperative presenti in TNT e  BRT, mentre per la GLS e’ già stato sottoscritto un testo migliorativo rispetto alle prime due aziende e che riportiamo qui sotto. Per quanto riguarda SDA e DHL non è ancora stata sciolta la loro riserva, ma a giorni con i dovuti nostri interventi sul campo vedremo come convincerli a tale passo.  E’ evidente che  tale documento assume, alla luce di quanto concordato,   un valore di importanza politica enorme, soprattutto in una fase politica dove padronato e governo sono complessivamente all’attacco nei confronti dei lavoratori a scala nazionale.
In primo luogo, si tratta di un evento politico del tutto nuovo nello scenario del “sindacalismo di base”,   in quanto non era mai successo che le grandi aziende, alcune delle quali anche multinazionali, fossero costrette dalla pressione delle lotte a sedersi attorno ad un tavolo  con  organizzazioni sindacali di base per condividere un accordo che definisce le linee guida attorno alle quali i vari fornitori che sono in  appalto a livello nazionale devono adeguarsi.  Fino ad ora esistevano accordi di natura nazionale sottoscritti solo con CGIL CISL e UIL e, come nel caso degli accordi firmati lo scorso anno con Fedit e TNT  da parte di CGIL CISL e UIL, l’accordo da noi sottoscritto mette “fuori corso”  il maldestro tentativo da parte dei padroni e confederali di  porre rimedio alle nostre iniziative cercando un recupero in estremis a favore dei sindacati concertativi, in cambio di un presunto superamento della figura del socio lavoratore che peggiorava, pero’, le condizioni retributive dei lavoratori.

Accam sarà chiuso

Un’intesa tra Regione, Provincia di Varese e Comune di Busto Arsizio ha sancito la chiusura dell’inceneritore, primo caso in Lombardia dopo il piano di dismissione regionale. Per la bonifica serviranno 9 milioni di euro.
E' durato quasi due ore l'incontro tra i vertici della Regione, il comune di Busto Arsizio e la Provincia. Un summit attesissimo per delineare il futuro dell'inceneritore di Borsano e che ne ha decretato la morte. Gigi Farioli, Claudia Terzi (assessore all'ambiente), Luca Marsico (presidente della commissione ambiente) e Gunnar Vincenzi avrebbero trovato un accordo per "aggiornare gli accordi intrapresi a suo tempo per la realizzazione del revamping -si legge nella nota diffusa al termine dell'incontro- essendo mutato lo scenario regionale dello smaltimento dei rifiuti nonché il quadro economico, finanziario e giuridico nel quale si trovano ad operare". 

In sostanza l'inceneritore sarà spento, l'impianto smantellato e il sito bonificato. Un accordo che concilia sia le posizioni dei numerosi sindaci che chiedevano la dismissione sia quelle del sindaco Gigi Farioli che per continuare a lasciare l'utilizzo dell'area presupponeva una continuità con l'attività di incenerimentoL'intesa, almeno sulla carta, potrebbe già contare sulla maggioranza degli azionisti della società. Sarà infatti il Consiglio di Amministrazione di Accam a dover formalizzare ufficialmente la dismissione dell'impianto in un'assemblea dei soci già convocata per il 2 marzo. 
varesenews.it

È “terremoto salari” per i frontalieri Tagli fino al 26% e scatta la protesta

«La decurtazione più elevata mai registrata dal sindacato - fa notare Unia - Ai lavoratori non è stata data alcuna alternativa: se non firmi il nuovo contratto, chiudiamo la fabbrica. Il ricatto è stato imposto senza neppure presentare la benché minima cifra economica, anche solo inventata ad arte. Dei tagli salariali profondi per difendere i profitti della proprietà». 
Alle Ferriere Cattaneo di Giubiasco, vicino a Bellinzona, un’azienda che produce vagoni ferroviari, venerdì è stato allestito un presidio di solidarietà per i lavoratori, che in assemblea avevano respinto all’unanimità la proposta della direzione aziendale di apportare «riduzioni salariali tra il 3 e il 7%, per evitare licenziamenti o la delocalizzazione di una commessa in Slovacchia, a seguito delle difficoltà dovute al franco forte».
laprovinciadivarese.it

domenica 22 febbraio 2015

No Tav in corteo a Torino: "Siamo diecimila", slogan contro magistrati e giornalisti

Uova sono state lanciate contro la Caserma dei Carabinieri in via Cernaia dallo spezzone degli antagonisti. L'ingresso della caserma era presidiato da un "cordone" del servizio d'ordine interno al corteo. La manifestazione si e' svolta poi senza tensioni lungo tutto il percorso. Un treno partito da Milano con a bordo un centinaio di antagonisti diretti alla manifestazione è stato bloccato a Novara per la mancanza di biglietto di alcuni, ma poi è ripartito verso il capoluogo piemontese. Il gruppo è arrivato quando la manifestazione era ormai conclusa, e ha dato vita a un corteo improvvisato, scandendo slogan e accendendo fumogeni lungo il percorso nelle vie del centro fino a raggiungere la Cavallerizza Reale occupata. L'area e' presidiata dalla polizia che monitorerà anche il ritorno del gruppo di antagonisti.
I simpatizzanti No Tav erano partiti da piazza Statuto: la protesta e' stata indetta per ribadire il No alla Torino-Lione e "i costi esorbitanti" dell'opera. In piazza si sono viste sventolare le tradizionali bandiere con il treno crociato, bandiere di Rifondazione comunista, Cub, Fiom, Legambiente e altri. Diversi gli striscioni contro l'opera. Il corteo era aperto dagli amministratori della Valsusa: "mi sembra una manifestazione ben partecipata - ha affermato Sandro Plano, sindaco di Susa - sottolineando come questo tema resta vivo nella coscienza della Valle. Chiediamo che i soldi per la Tav siano dirottati su scuola, assetto idrogeologico, treni per i pendolari, sanità, universita' e ricerca".

sabato 21 febbraio 2015

Jobs Act, così cambia il mondo del lavoro

Jobs Act cosa cambia

ARTICOLO 18 - E "a chi pensa che senza l'articolo 18 il tempo indeterminato non sarà più quello che conosciamo, dico con molta serenità che parole come mutuo, ferie, buonuscita, diritti, entrano nel vocabolario di una generazione che finora ne è stata esclusa in modo inaccettabile". "I licenziamenti collettivi rimangono nello stesso dettato con il quale sono usciti dal Consiglio dei ministri", ha aggiunto il premier: "L'Italia sta ripartendo, i dati che abbiamo sono i dati di un Paese che torna a guardare al futuro con speranza". 
I DECRETI ATTUATIVI - Dunque i decreti attuativi del Jobs act varati oggi dal Cdm "servono alle assunzioni collettive, non ai licenziamenti colletti". Renzi ha aggiunto: "Abbiamo tolto ogni alibi a quelli che dicono che assumere in Italia non è conveniente: meno tasse, ma anche meno incertezze normative". Lo ha detto il premier Matteo Renzi, in conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri. "Ora o mai più: sgravi per chi assume a tempo indeterminato; modifica del sistema di tutele crescenti del contratto di lavoro. Oggi è più facile entrare nel lavoro, e ci sono più tutele in uscita", ha concluso Renzi.

venerdì 20 febbraio 2015

Equitalia, vola la rateizzazione: tasse in 10 anni e stop al pignoramento della casa

Il piano ordinario consente di spalmare l’importo dovuto su un massimo di 72 rate. Se invece non si è in grado di pagare entro i 6 anni concessi si può richiedere un piano straordinario: fino a 10 anni e 120 rate. Ma si deve dimostrare una grave situazione di difficoltà legata alla crisi
Come funziona la rateizzazione - Si può accedere a un piano ordinario che consente di spalmare l’importo fino a un massimo di 72 rate. Se, invece, non si è in grado di pagare entro i 6 anni concessi, si può richiedere un piano straordinario fino a un massimo di 10 anni (120 rate). In questo caso si deve dimostrare di avere una grave situazione di difficoltà legata alla crisi o, comunque, l’importo della singola rata deve risultare superiore al 20% del reddito mensile. Se il debito è inferiore a 50mila eurola richiesta di rateizzazione si può presentare con una domanda semplice, senza aggiungere alcuna documentazione e direttamente online sul sito di Equitalia. Mentre per importi superiori è necessario presentare alcuni documenti che attestino lo stato di difficoltà economica e la situazione della famiglia, in primis l’Isee.
Si può, inoltre, scegliere tra rate fisse o crescenti, nel caso si voglia pagare meno all’inizio nella prospettiva di un miglioramento della condizioni economiche. E finché i pagamenti sono regolari, il contribuente non è più considerato inadempiente e può ottenere ilDurc, cioè il certificato di regolarità fiscale, che permette di lavorare con le pubbliche amministrazioni. Inoltre chi paga a rate è al riparo da eventuali azioni cautelari o esecutive, come fermi di auto e motoipoteche e pignoramenti.

Braccialetti che vibrano ai commessi, è polemica: "Umiliante, come i carcerati"

Braccialetti che vibrano ai commessi, è polemica: "Umiliante, come i carcerati"
Sono in arrivo braccialetti elettronici che vibrano, dovranno indossarli i commessi dei grandi magazzini. Tutto parte da un contratto tra la catena di bricolage Obi e i sindacati interni. L'azienda: "E' un progetto rimasto solo sulla carta"
Braccialetti che vibrano ai commessi, è polemica: "Umiliante, come i carcerati"
Questo cosiddetto Calling System è un esperimento pilota. "E’ assurdo, si tratta di una prevaricazione umiliante che ha il gusto della sottomissione, della costrizione" dice Marco Conficconi, segretario generale della Uil Tucs Toscana. Obi, il gruppo protagonista della vicenda, prima di diffondersi in tutto il Paese, è nato in Toscana dove ha otto supermercati del “fai da te” e 350 dipendenti. "Per quanto ne sappiamo — dice il sindacalista — questi congegni ricordano molto quelli pensati per i carcerati, più che per dei commessi".
today.it

Nuovi poveri, la Caritas raddoppia i progetti anticrisi: dai voucher al car sharing

Rapporto "Poverty and inequalities on the rise". Dai market solidali al car sharing: aumentano rispetto al 2010 le azioni speciali offerte a chi ha perso il lavoro: erano 570, oggi sono 1148. Ci sono anche microcredito e banche del tempo

19 febbraio 2015
ROMA - Sono 1148 - il doppio rispetto al 2010 - i progetti speciali offerti, in aggiunta ai servizi ordinari, dalle 218 Caritas diocesane italiane alla nuova utenza creata dalla crisi. Lo rileva "Poverty and inequalities on the rise", terzo rapporto di Caritas Europa sulla crisi economica, che ha un particolare focus sui sette “paesi deboli” dell’Unione Europea (Italia, Portogallo, Spagna, Grecia, Irlanda, Romania, Cipro).
"Nei 2832 centri di ascolto oggi un utente su due è italiano, ha perso il lavoro da poco è sotto retribuito e ha un livello medio istruzione - ha affermato alla conferenza stampa di presentazione Federica De Lauso del centro studi di Caritas Italia - abbiamo avuto bisogno di creare progetti specifici per queste nuove forme di povertà". Così i circa 28 mila volontari attivi nei 2832 centri di ascolto delle 218 Caritas diocesane hanno aumentato le iniziative speciali dedicate a questo target: erano 570 nel 2010 e sono 1148 oggi. "Vuol dire cinque progetti in più per ogni Caritas diocesana", specifica De Lauso.

mercoledì 18 febbraio 2015

Mortalità infantile, al sud il 30% in più: “Spesso è meglio trasferire i neonati”

I dati della Società di Pediatria dopo i tre bambini morti a Catania, Napoli e Trapani. In Italia l’assistenza medica varia a seconda della regione. Parlano tre medici tra Taranto e Roma, tra mancanze di posti letto e di personale e disomogeneità di prestazioni

16 febbraio 2015
Nascere al sud non è lo stesso che venire al mondo al nord. Secondo i dati della Sip, la Società italiana di Pediatria, la mortalità infantile è del 30% più alta nelle regioni meridionali rispetto a quelle settentrionali. In pochi giorni tre bambini hanno perso la vita: a Catania una neonata è morta perché i tre ospedali della città non avevano un posto libero di terapia intensiva per lei; a Napoli una bambina di otto mesi con problemi respiratori è deceduta subito dopo essere stata dimessa; a Trapani, invece, i medici hanno scambiato la meningite di Daniel, due anni, per influenza. “Questo conferma quello che denunciamo da tempo”, afferma Stefano Semplici, presidente del Comitato per la bioetica della Sip e di quello internazionale dell'Unesco, “la nostra organizzazione sanitaria è inadeguata”.

Un'Italia d'amianto: "E' fuori legge dal '92, ma noi ne importiamo più di tutti"

Un gruppo di senatori del Partito democratico ha presentato un atto di sindacato ispettivo rivolto ai ministri dell’Ambiente e della Salute
Redazione 16 febbraio 2015

Il Fatto Quotidiano, in un articolo di Francesco Sanna, pone oggi l'attenzione su un tema di cui si parla troppo poco. Nonostante l'amianto sia fuori legge da oltre 20 anni, l’Italia è tra i primi importatori di asbesto dall’India. I numeri parlano chiaro, e i dati sono stati confermati da svariati organismi internazionali. Per questa ragione un gruppo di senatori del Partito democratico ha presentato un atto di sindacato ispettivo rivolto ai ministri dell’Ambiente e della Salute per  verificare le notizie secondo le quali l’Italia è stato importatore di ingenti quantità di amianto tra il 2011 e il 2012, nonostante questo sia “fuori legge dal 1992”.
In base ai dati di Indian Minerals Yearbook l’Italia risulta essere il primo acquirente di asbesto indiano al mondo: ben 1040 tonnellate di fibre d’amianto importate. Il nostro Paese poi è l'unico che importa fibre d’amianto prodotte negli Usa. I senatori del Pd si sono attivati dopo un rapporto stilato dall’Osservatorio nazionale amianto che, in una lettera del 13 gennaio scorso, indirizzata a Maurizio Sacconi (Ncd) e agli altri membri della commissione Lavoro del Senato, aveva riportato lo stralcio della pubblicazione indiana insieme ad alcune note sui tre disegni di legge intorno al tema amianto e sue vittime, attualmente giacenti in Parlamento.
Ma a cosa serve questo amianto illegalmente importato? In larga parte potrebbe rifornire il comparto edile e in particolare quella componente di questo legata alle organizzazioni criminali – capaci di gestire anche il commercio illegale delle fibre d’asbesto da e per l’Italia – come emerso da ultimo nel caso di Finale Emilia, dove i magistrati stanno indagando su una ditta costruttrice, in odore di ‘ndrangheta, che portava materiale contaminato d’amianto nei cantieri delle scuole costruite dopo il sisma del 2012.

C'è bisogno di più controlli, di maggiore vigilanza per tutelare la salute di tutti i cittadini.

TERZA RIUNIONE SABATO 21 FEBBRAIO 2015 ORE 10.00 MILANO ST.NE CENTRALE FS BIN. 21 - SCALA “E” -

Il 40 % dei giovani è senza lavoro e il 50% dell’impiego è precario, le cooperative schiavizzano i lavoratori tradendo lo scopo sociale per il quale sono nate, molti lavoratori non riusciranno ad arrivare alla pensione e chi ci arriverà farà fatica a sopravvivere, la sanità sta diventando un privilegio per i ricchi, i sindacati confederali hanno sempre maggiori interessi nella pensione e nella sanità integrativa, la casa è solo un miraggio non solo per i disoccupati ma anche per molti lavoratori, l’immigrazione è fonte di ricchezza per gli sfruttatori, il problema degli esodati fatica a trovare soluzione, i trasporti pubblici puntano sulla popolazione benestante e lasciano a piedi i pendolari, gli sprechi e le ruberie nel pubblico impiego si trasformano in licenziamenti collettivi, le guerre sono  inventate ad hoc  per fare cassa,  gli infortuni sul lavoro non vengono più denunciati mentre i morti sul lavoro sono all’ordine del giorno…. Nonostante 20 anni di lotte dei sindacati di Base e alternativi, e nonostante piccole e grandi vittorie, la situazione non migliora, lavoro, casa, sanità, pensione, trasporti, stanno diventando una pia illusione per i più deboli.

 

“Facciamo il punto della situazione dopo OLTRE 20 anni di lotte ininterrotte dei sindacati di Base e alternativi.”

SABATO 21 FEBBRAIO 2015 ORE 10.00

TERZA RIUNIONE

MILANO ST.NE CENTRALE FS

BIN. 21 - SCALA “E” - 4° PIANO

per tutte le organizzazioni sindacali e i comitati organizzati di lavoratori e di cittadini


sono invitati :
Le Lotte dei Pensionati, Ancora in Marcia, Il sindacato è un'altra cosa, CUB, COBAS e COBAS PRIVATO, SLAI-COBAS, USB, ADL, SI-COBAS, AL-COBAS, SIAL-COBAS, CAT, USI, ORSA, Rete DIFESA SALUTE, Rete Per La PACE, Medicina Democratica, Coordinamento Milanese di Solidarietà, Comitato Milanese per la Sanità, ORMA Brescia, SDB Pavia, Comitato Esodati,  NO F35/ NO M346 a Israele, SISA, NO Elcon, No Austerity, Salario Minimo Garantito, ACU, tutti i sindacati di Base e alternativi, i coordinamenti e comitati di lotta, tutti i delegati e gli attivisti ecc

“………… La RETE potrebbe essere semplicemente un impegno di tutti a trovarci e discutere sulle lotte e su come affrontarle insieme senza vicoli e senza gerarchie, mettendo a disposizione in modo solidale tutto l’aiuto possibile e di qualsiasi genere: economico e di partecipazione.  La logica è semplice, dove esiste una lotta. indipendentemente dalla organizzazione di base che la gestisce direttamente, quella è una lotta di tutti e tutte, perché una vittoria di quella lotta è la vittoria di tutti e tutte. E poi anche perché speriamo che la pratica reale unitaria costringa tutti e tutte a capirsi e ci faccia scoprire che le nostre differenze, che ci sono, sono cose infinitesimali di fronte al grande problema che abbiamo davanti: difendere i lavoratori e le lavoratrici da una sconfitta di portata storica……….”




L'Italia comprerà almeno 90 F-35

L'Italia comprerà almeno 90 F-35
La notizia arriva dalla stampa internazionale: il portavoce del Pentagono che si occupa del programma ha confermato. Spesa finale: 12 miliardi di euro.
L'Italia comprerà almeno 90 F-35
Italia prevede di mantenere l'ordine per i 90 F35 da combattimento nonostante la pressione politica per i tagli alla spesa pubblica e in particolare alla difesa. Il contratto di manutenzione tra Roma e Washington sarebbe stato firmato. La notizia è stata riportata dall'agenzia stampa internazionale Reuters.

Nonostante le richieste per il taglio alla spesa del progetto, arrivate soprattutto dall'opposizione, sembra proprio che l'acquisto rimarrà integro. Lo stesso premier Renzi, all'inizio della sua legislatura, aveva detto che avrebbe dato un taglio alla spesa. Invece adesso verranno spesi 12 miliardi di euro per l'acquisto dei cacciabombardieri: Finmeccanica avrebbe vinto un importante contratto per la manutenzione degli aerei da guerra. Joe Della Vedova, portavoce dell'ufficio del Pentagono che si occupando del programma, spiega:
today.it

APPELLO DEI MINATORI POLACCHI NON SPARATE SUGLI OPERAI!

Non utilizzate le istituzioni dello Stato contro chi protesta

Il 12 febbraio il tribunale ha dichiarato illegale lo sciopero di diverse migliaia di minatori della Compagnia carbonifera di Jastrzebie (Jastrzebska Spolka Weglowa, JSW), nel Sud della Polonia. Nella stessa giornata la città è stata percorsa da una manifestazione delle mogli e dei figli dei minatori, a sostegno dei loro cari in lotta.
Le autorità non arretrano davanti a nulla per spezzare questo sciopero che dura da 16 giorni. Forze speciali, mandate contro i minatori, hanno cercato di schiacciare la protesta con inaudita brutalità, utilizzando, senza neppure addurre alcun pretesto, i cannoni anti-sommossa da 37 mm con proiettili di gomma, i cannoni ad acqua e i gas lacrimogeni. Più di 20 minatori sono stati feriti, alcuni gravemente.
I procuratori hanno nel contempo aperto procedimenti contro gli organizzatori della protesta, minacciandoli di conseguenze finanziarie legate alle perdite della compagnia interessata dallo sciopero.
Tra i perseguiti, il sindacalista Krzysztof Labadz, uno dei dirigenti dello sciopero di sette ani fa’ della miniera “Budryk”, durato 46 giorni.
I minatori in sciopero esigono l’allontanamento del CEO della società, Jaroslaw Zagorski, la cui gestione ha portato la società sull’orlo del baratro.
Il governo, nonostante possegga più della metà delle azioni della società, non vuole cedere.
I minatori e le loro famiglie sono determinati. Difendono i loro posti di lavoro ma anche il diritto di protestare per tutti i lavoratori polacchi.
Facciamo appello ai sindacati e alle organizzazioni sociali di tutta l’Europa perché sostengano la nostra lotta e ci facciano giungere lettere di sostegno.
Solo la solidarietà internazionale, come nel caso della Grecia, può fare arretrare i diktat dei neoliberali al governo. Solo assieme possiamo affrontare la loro offensiva anti-sociale in Europa.
Boguslaw Zietek
Presidente del sindacato libero “Agosto 80” (WZZ « Sierpien 80 »)
mail di solidarietà: darekzal74@gmail.com
12 febbraio 2015


Jobs Act, arriva l'Agenzia unica per le ispezioni sul lavoro

Nascerà nel 2016 l'organismo che integrerà i servizi del Ministero del Lavoro, dell'Inps e dell'Inail. Prevede 85 uffici e quasi 6mila dipendenti, risparmi per 26,1 milioni. Maggioranza spaccata, Ncd non vota il parere.
MILANO - Da gennaio 2016 nascerà l'Agenzia unica per le ispezioni del lavoro integrando i servizi di ministero del Lavoro, Inps e Inail. Sede centrale a Roma e 18 territoriali con 5.982 unità e la soppressione delle Direzioni interregionali e territoriali del lavoro, 85 uffici. Risparmi per 26,1 milioni. Lo prevede la bozza del relativo decreto attuativo del Jobs act, che è atteso in Consiglio dei Ministri il prossimo venerdì.

Sul tavolo del Cdm, ha spiegato il ministro Poletti alla stampa, è previsata "l'approvazione definitiva dei due decreti che arrivano dal parlamento e certamente il nuovo decreto sulla revisione delle forme contrattuali. Queste sono le cose certe in questo momento".
repubblica.it

Taglio degli stipendi, protestano i lavoratori nel Ticino

Via dalla busta paga il 10% dello stipendio ai frontalieri, e il 5% ai ticinesi; aumento delle ore di lavoro, da 42 a 45 la settimana; taglio di due giorni di ferie l’anno, che passano da 22 a 20. 
Sono queste le condizioni che l’azienda chimica Micromacinazione ha comunicato ieri ai 114 dipendenti dello stabilimento di Molinazzo di Monteggio, poco distante dal confine di Stato di Cremenaga, nel Luinese.

L’80% dei dipendenti sono frontalieri e già nel mese di gennaio i vertici dell’azienda avevano fatto sapere che qualcosa sarebbe cambiato nei rapporti di lavoro, soprattutto a fronte della decisione della banca centrale Svizzera di svincolare la quotazione del franco dalla soglia di 1,20 sull’euro
varesenews.it

domenica 15 febbraio 2015

Stop agli incarichi pubblici di rilievo per i pensionati

MILANO - Stop agli incarichi pubblici di rilievo per i pensionati. La circolare firmata dal ministro della Pubblica amministrazione,Marianna Madia lo scorso 4 dicembre è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale con le istruzioni a tutte le amministrazioni per applicare i divieti sul conferimento a pensionati di incarichi che consentano di svolgere ruoli rilevanti al vertice della P.A. La registrazione della Corte dei Conti risale invece al 20 gennaio di quest'anno. Lo stop però è efficace sin dal 25 giugno del 2014, quando cioè è entrato in vigore il dl Madia che stabilisce i divieti.

Il documento indica innanzitutto come le novità siano "volte a evitare che il conferimento di alcuni tipi di incarico sia utilizzato dalle amministrazioni pubbliche per continuare ad avvalersi di dipendenti collocati in quiescenza o, comunque, per attribuire a soggetti in quiescenza rilevanti responsabilità nelle amministrazioni stesse, aggirando di fatto lo stesso istituto della quiescenza e impedendo che gli incarichi di vertice siano occupati da dipendenti più giovani". Infatti, si precisa, che "le nuove disposizioni sono espressive di un indirizzo di politica legislativa volto ad agevolare il ricambio e il ringiovanimento del personale nelle pubbliche amministrazioni".
repubblica.it

Maugeri, i lavoratori approvano l'accordo: taglio dello stipendio di circa 150 euro

Le lavoratrici e i lavoratori della Fondazione Maugeri di Tradate con il referendum terminato oggi hanno detto siall'accordo siglato lo scorso 15 gennaioda diverse organizzazioni sindacali tra cui la FP CGIL.
Con un'alta partecipazione, oltre 80% dei lavoratori si è recato a votare esprimendosi con larga maggioranza per il si all'accordo.
L’accordo prevede il mantenimento del contratto collettivo nazionale della sanità pubblica, nessuna perdita dei posti di lavoroma un taglio del 50% della contrattazione aziendale, che significa una perdita media di 100/150 euro al mese per ciascun lavoratore.
«Con grande senso di responsabilità individuale e collettiva i lavoratori hanno scelto di sacrificare una parte del loro salario per salvaguardare il lavoro di tutti ed il contratto pubblico - spiega a nome dei lavoratori Anna Maggianu, della Segreteria Fp Cgil Varese -. Quindi sicuramente questo accordo salva i posti di lavoro, ma purtroppo, ancora una volta, sono i lavoratori che pagano economicamente per errori ed incapacità di chi in questi ultimi anni ha gestito la Fondazione. Dopo mesi di estenuanti negoziati, finalmente per i lavoratori e le lavoratrici della Fondazione Maugeri è finito l'incubo».

Amsc, i dipendenti incontrano il sindaco. "Escludo la chiusura"

Amsc è destinata a chiudere? Oggi il sindaco lo esclude, ma per i dipendenti della società multiservizi di Gallarate non è stata proprio una bella settimana, nel turbinio di notizie stampa e voci che passavano di bocca in bocca. Alla fine, il sindaco Edoardo Guenzani è dovuto correre ai ripari, con quello che definisce «un incontro informativo»: da una parte del tavolo il primo cittadino, dall'altra i Rappresentanti Sindacali e alcune sigle provinciali delle categorie coinvolte. 

Certo il punto di partenza sono le preoccupazioni sul destino futuro dell'azienda, che da un lato vede servizi affidati al nuovi gestori per disposizione governativa (è il caso del settore acqua, che passerà all'ambito provinciale), dall'altro fa i conti con incertezze sui piani dell'amministrazione per il futuro di altri rami dell'azienda. «I dipendenti di Amsc hanno espresso preoccupazioni per le notizie apparse sulla stampa, ma anche per le voci che giravano sul TFR dei dipendenti: abbiamo smentito categoricamente le voci sul TFR, che sono garantiti negli stessi bilanci», premette subito Guenzani.
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Non ce l'ha fatta l'operaio ferito al Bennet

Antionio Petta, 64 anni, aveva riportato gravi ferite dopo essere stato investito da un camion all'interno dell'area logistica della nota catena di supermercati. La Procura indaga per omicidio colposo-
Non ce l'ha fatta Antonio Petta, l'operaio della cooperativa che lavora all'interno del magazzino delBennet di Origgio, troppo gravi le ferite riportate nell'incidente sul lavoro avvenuto due giorni fa.L'uomo, un 64enne originario di Torre del Greco ma residente a Cesano Boscone, era rimasto gravemente ferito lo scorso 11 febbraio dopo essere stato investito da uno dei tanti camion che ogni giorno entrano ed escono dall'area logistica. Una morte che riapre ferite profonde tra i lavoratori a tre anni dal decesso di un altro lavoratore, il camionista rumeno Alexandru Voicu, avvenuta nel 2012. Il sostituto procuratore di Busto Arsizio Nicola Rossato ha aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti.
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sabato 14 febbraio 2015

Giovani senza paura di invecchiare. 120 mila anziani lasciano la "badante"

Ricerca Censis-Fondazione Generali. A far paura invece è la perdita di autonomia. Tante sono le persone non autosufficienti che hanno dovuto rinunciare alla badante per ragioni economiche. 4,7 milioni di anziani favorevoli ad andare in residenze se la loro qualità migliorasse

13 febbraio 2015
ROMA - Il 65% dei giovani non teme l'invecchiamento: perché lo considera un fatto naturale (53%) o perché pensa che invecchiando si migliora (12%). A far paura è la perdita di autonomia. Pensando alla propria vecchiaia, il 43% degli italiani giovani e adulti teme l'insorgere di malattie, il 41% la non autosufficienza. E il 54% degli anziani fa coincidere la soglia di accesso alla vecchiaia proprio con la perdita dell'autosufficienza, il 29% con la morte del coniuge e il 24% con il pensionamento. 
Questi sono i principali risultati della ricerca "L'eccellenza sostenibile nel nuovo welfare. Modelli di risposta top standard ai bisogni delle persone non autosufficienti", realizzata dal Censis in collaborazione con Fondazione Generali, che è stata presentata oggi a Padova da Francesco Maietta, Responsabile del settore Politiche sociali del Censis, e discussa da mons. Giampaolo Crepaldi, Arcivescovo di Trieste, Angelo Ferro, Presidente della Fondazione Opera Immacolata Concezione, Marco Imperiale, Direttore Generale della Fondazione con il Sud, Mario Strola, Segretario Generale della Fondazione Ferrero, Luca De Dominicis, Head Savings and Pensions Global Life di Assicurazioni Generali, e Giuseppe De Rita, presidente del Censis.

Spese militari, 542 milioni per le missioni. Solo 69 per la cooperazione

La cifra (fino a settembre) è inferiore al 2014, quando il governo ha dato 550 milioni per sei mesi di attività. Resta bassa (69,7 milioni) la quota destinata alla cooperazione internazionale fatta dal ministero della Difesa. La cifra più ingente è per il contrasto all'Isis

12 febbraio 2015
MILANO - La spesa per le missioni militari all'estero diminuisce, nonostante il monte di spesa per il 2015 previsto dalla legge di Stabilità sia di 23,5 miliardi di euro, come lo scorso anno. Ma la spesa per la cooperazione internazionale fatta dal Ministero della Difesa resta infinitamente minore: 542 milioni di euro contro 69.
Il Consiglio dei ministri del 10 febbraio ha autorizzato le spese militari per il periodo dal 1 gennaio al 30 settembre 2015. Saranno in totale 542.177.191 euro, contro i 550 milioni per sei mesi dello scorso anno. A questi, vanno poi aggiunti 170 milioni per i "processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e partecipazione", di cui 120 milioni servono per finanziare le forze di sicurezza, polizia compresa, in Afghanistan.

Eritrei, "lo stop a Mare nostrum è una condanna a morte per i rifugiati"

Parla Ribka Shibatu del coordinamento Eritrea democratica. “E’ un nuovo tragico 3 ottobre. E altre stragi accadranno se non si risolve alla radice il problema, lavorando nei paesi di partenza dei migranti. Chiediamo aiuto all’Italia, non vogliamo contare altre morti”

12 febbraio 2015
ROMA - “Questo nuovo e tragico 3 ottobre era prevedibile e quasi scontato, perché chiudere Mare nostrum è stato una vera condanna a morte per i rifugiati”. A sottolinearlo è Ribka Sibhatu, intellettuale eritrea, da anni residente in Italia e membro del coordinamento Eritrea democratica. “Da quella terribile strage di due anni fa, non mi sono fermata, ho organizzato convegni e manifestazioni per fare in modo che quell’orrore non accadesse più. E, invece, oggi è successo ancora e ancora succederà, se l’Europa e l’Italia non si decidono ad avviare, una volta per tutte, un programma serio, a breve e a lungo termine, per fermare queste stragi”.

Festa di San Valentino per i senza dimora a Milano

La organizza il Centro Sos della Stazione centrale. Tre i gruppi musicali che suoneranno: Buba Mara, Edwin One Man Band e Bar Boon Band. "Uno degli aspetti più gravi della vita ai margini è l'assenza di relazioni sociali e amicali", afferma Maurizio Rotaris, responsabile del Centro

12 febbraio 2015
MILANO - Festa di San Valentino alla Stazione centrale di Milano per i senza dimora. La organizza il centro Sos della Fondazione Exodus. "Da sempre nella nostra esperienza a fianco di chi non ha una casa e vive in strada, pensiamo che uno degli aspetti più_ gravi della vita ai margini sia proprio l'assenza di relazioni sociali ed affettive significative -afferma Maurizio Rotaris, dal 1990 responsabile del centro-. Perdita dei parenti, rottura dei legami familiari, amicali e sociali, abbandono e isolamento". Ogni giorno nei mesi invernali circa 200 persone frequentano il centro diurno SOS ed una volta al mese i volontari ed i musicisti del centro organizzano per loro una festa a tema. Questo mese è la festa di San Valentino, per la quale suoneranno (a partire dalle ore 15) il gruppo folk Buba Mara, Edwin One Man Band (musicista di strada) e la Bar Boon Band (storico gruppo musicale della stazione). "Da anni lavoriamo su questo e per creare momenti belli da ricordare, oltre ai servizi che offriamo ogni giorno, la festa, la musica e lo spazio di aggregazione sono quello che ci vuole per abbattere le separazioni, le diversità_ ed i pregiudizi. I servizi della citt_à offrono coperte, vestiti, accoglienza, ascolto, cibo, beni materiali, ma mentre facciamo queste cose pur tutte indispensabili, dobbiamo sempre tenere presente l'orizzonte relazionale per costruire fiducia e sostegno e far ripartire chi è_ in condizioni difficili". (dp)

giovedì 12 febbraio 2015

Milano, tassisti in corteo contro Uber

Nuova protesta dei tassisti a Milano. Contro Uber, soprattutto, e «l’inerzia del governo che non fa nulla contro gli abusivi». Ma anche contro il Comune, che «fa troppo pochi controlli sul campo». Intorno alle 9 del mattino una sessantina di auto bianche hanno sfilato a passo d'uomo da Linate verso il centro città. Il traffico è rimasto bloccato per almeno mezz'ora su viale Forlanini. Nel corso del corteo le auto sono arrivate a quaota 150: gli automobilisti diretti in città sono rimasti in coda negli ingorghi. Una manifestazione spontanea, una protesta senza sigle sindacali a rivendicarla, nata dal basso.
Decine di tassisti hanno avviato la protesta dopo una assemblea accesa nel piazzale dell'aeroporto e hanno fatto poi rotta verso piazza Duca d'Aosta, sotto il Pirellone, unendosi «per solidarietà» alla protesta degli allevatori lombardi che con i trattori stazionano sotto la sede del consiglio regionale. Qui i tassisti sono rimasti in presidio per un paio d’ore. «È una prima prova - raccontano - Nessuno tutela i nostri interessi: noi non vogliono più colpire l’utenza, ma vogliamo solo che la legge venga rispettata da tutti». Nemico numero uno della categoria, anche questa volta, è Uber, il sistema che permette di prenotare un autista personale dallo smartphonee  che repubblica.itsi appoggia ai noleggiatori con conducenti. Questi ultimi, secondo i tassisti, spesso non rispettano la regola di partire dal garage quando ricevono una chiamata, «violando le regole della concorrenza». E soprattutto ce l’hanno con l’autista qualunque di UberPop, che a loro avviso è «totalmente fuorilegge».

Futuro di Amsc, tremano i lavoratori

GALLARATE - Che fine farà l'Amsc, la storica azienda comunale di Gallarate, nata nel lontano 1907 e diventata, negli ultimi dieci anni, campo di battaglia quotidiano per la politica? La domanda è nell'aria da mesi, man mano che vanno avanti aggregazioni e cessioni di servizi imposte dalla legge (come nel caso dell'acquedotto, ma non solo) o fatte per scelta politica (la società commerciale del Gas). Il fantasma della chiusura aleggia da tempo, visto anche che già alcune realtà si sono ritrovate su questa strada: vendute le farmacie e con la prospettiva di cedere l'acquedotto, Samarate ad esempio sta chiudendo la sua azienda Asc, che però vanta una storia decisamente meno lunga e dimensioni inferiori.
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