- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

martedì 25 ottobre 2016

ASST VALLE OLONA (OSPEDALI GALLARATE-BUSTO ARZIZIO) INFERMIERI BEFFATI 3 VOLTE

Con i soldi dell'ex art. 40 e della libera professione si pagano gli straordinari
La cosa più grave è che viene firmato un accordo senza passare da una
riunione e una votazione della RSU.
Quasi tutti i delegati presenti alla trattativa, senza mandato, firmano un
accordo in cui si prelevano dei soldi destinati a tutti i lavoratori per pagare
gli straordinari di una parte di essi.
Il contratto, invece, prevede che i residui di tutti i fondi debbano essere
distribuiti con la produttività.
Guardate poi cosa si sono inventati per il personale dell'ex A.O. di
Gallarate:
con il residuo del fondo straordinari verrà remunerato il personale
amministrativo;
con il residuo dell'ex art. 40 e della libera professione verranno
remunerati gli ordini di servizio.
Ci dispiace che anche i sindacati che si dicono infermieristici abbiano
firmato una beffa elevata alla terza per gli infermieri:
con soldi che già spettavano agli infermieri vengono pagati i loro
straordinari;
con i residui del fondo straordinario viene pagato il personale
amministrativo;
il pagamento degli straordinari giustificherà la riduzione delle
assunzioni in particolare di O.S.S e infermieri professionali.
Adl non ha firmato, nemmeno in passato, accordi del genere, perchè la
storiella del pensare al futuro e sanare il presente continuano a ripeterla
ogni anno e il personale da assumere viene coperto con le ore di
straordinario. Il fondo straordinari non dovrebbe mai essere prosciugato
altrimenti significa che manca personale, ma ogni anno gli straordinari

superano di gran lunga il fondo apposito.

lunedì 24 ottobre 2016

Casa delle Donne "Anna Andriulo" Gallarate: il benessere attraverso il rilassamento e la nutrizione


Comunicato sindacale - Venerdì 21 ottobre 2016 in occasione della prima giornata di sciopero generale

Gallarate 22 ottobre 2016

Comunicato sindacale

Venerdì 21 ottobre 2016 in occasione della prima giornata di sciopero generale proclamata dai sindacati di base, abbiamo organizzato una protesta contro la realizzazione dell’ospedale unico tra Gallarate e Busto che andrebbe a completare la fusione dei due nosocomi con l’inevitabile conseguenza dello smantellamento graduale di entrambi gli ospedali, dovendo necessariamente contenere i costi di gestione.

Il presidio è stato organizzare per sensibilizzare l’opinione pubblica non solo sulle probabili conseguenze dell’ospedale unico ma anche su quanto sta gia avvenendo tra i due ospedali e cioè sull’unificazione dei servizi e dei reparti in corso, che sta obbligando cittadini, utenti e lavoratori a spostarsi tra un ospedale all’altro, nel tentativo di avere un servizio che dovrebbe essere “sociale” e garantito.

Al presidio hanno partecipato una cinquantina di lavoratori e cittadini in rappresentanza di Adl, del Comitato STOP TTIP di Gallarate cui si sono affiancati attivisti del movimento Gallarate 5 stelle che ha condiviso la nostra iniziativa. Durante il presidio, quasi la totalità dei cittadini che hanno preso i volantini distribuiti, si sono detti non a conoscenza dell’ospedale unico e delle probabili conseguenze che ricadrebbero inevitabilmente sui cittadini tutti.

Come Adl non possiamo che essere soddisfatti per la riuscita dell’iniziativa organizzata proprio in concomitanza della prima giornata di lotta nazionale dei sindacati di base e che è stata pensata per raccogliere un disagio cittadino sociale, unendo le nostre battaglie sul territorio con un problema proprio del territorio ma che si riflette anche in molte altre situazioni su tutto il suolo nazionale dove ormai il servizio sanitario sta diventando sempre più un privilegio per pochi eletti, mentre per tutti gli altri sarà sempre più difficile avere l’assistenza necessaria nonostante i continui aumenti di tasse e ticket.

ADL ringrazia tutti coloro che hanno partecipato al presidio, il comitato STOP TTIP di Gallarate e il movimento Gallarate 5 stelle, sicuri di rivederci davanti all’ospedale di Busto Arsizio il 4 novembre 2016 sempre dalle ore 15.30 circa, in occasione della seconda giornata di protesta dei sindacati di base.

Per Adl Varese

Fiorenzo Campagnolo

Nasce il comitato contro l’ospedale unico - art. Varesenews

Hanno presidiato gli ingressi degli ospedali di Gallarate e Busto per contestare il progetto dell’Ospedale Unico. Sono gli iscritti al sindacato ADL che venerdì sono scesi in strada nelle due città distribuendo un migliaio di volantini.
«Abbiamo cercato di far capire alla popolazione di Gallarate che il nuovo ospedale sarà scomodo perché non facilmente raggiungibile da anziani e mamme con bambini, sottrarrà servizi e posti letto pubblici ai cittadini delle due città varesine -spiega il delegato RSU/ADL di Varese Salvatore Petrenga- e abbiamo fatto presente ai gallaratesi che l’ospedale di Gallarate ha reparti nuovi come la traumatologia, interi padiglioni di recente costruzione il Trotti Maino e anche i reparti messi peggio sono stati ritinteggiati e sono stati dotati di letti nuovi. La radiologia ha macchine all’avanguardia. Quando verranno smaltiti i costi di ammortamento di tutti questi investimenti?». Nell’occasione è stata annunciata la nascita di un comitato per gli ospedali di Gallarate e Busto e contro l’ospedale unico.

giovedì 20 ottobre 2016

Domani venerdì 21 ottobre il Comitato StopTTIP Gallarate e Gallaratese parteciperà con il proprio striscione al PRESIDIO dinanzi all'OSPEDALE di GALLARATE

Domani venerdì 21 ottobre il Comitato StopTTIP  Gallarate e Gallaratese parteciperà con il proprio striscione al PRESIDIO dinanzi all'OSPEDALE di GALLARATE per la sua difesa e contro il progetto di ospedale unico che vorrebbe fondere questo Ospedale con quello di BUSTO ARSIZIO
ricordiamo infatti che i PRESIDI già programmati sono 2,  VENERDI' 21 ottobre all'Ospedale di Gallarate e VENERDI' 4 novembre all'Ospedale di Busto Arsizio tutti e due dalle ore 16 per la difesa dei due ospedali contro il progetto dell'ospedale unico .              
i PRESIDI sono stati promossi dal Sindacato di base ADL (una delle associazione che hanno aderito al nostro Comitato e che vi partecipa sempre attivamente) che  ha avanzato al nostro Comitato la proposta di partecipare ai 2 presidi  nel quadro di concretizzare iniziative di contrasto alle trasformazioni negative che sia con il TTIP (CETA,TiSA), sia con le proposte di controriforma e tagli  si sta cercando di imporre ai Cittadini/Utenti.  
invitiamo tutti a prendervi parte
Comitato StopTTIP Gallarate e del Gallaratese : "Stopttip Gallarate"

Ospedale unico, Gallarate 5 Stelle volantina insieme ai lavoratori

Il gruppo Gallarate 5 Stelle si mobilita sull’ipotesi dell’ospedale unico e annuncia un’alleanza con i lavoratori: i pentastellati inizeranno collaborando al volantinaggio già previsto dal sindacato di base ADL
Ormai è di dominio pubblico l’intenzione della Regione Lombardia di creare un unico polo ospedaliero tra Busto Arsizio e Gallarate a sostituzione dei due attuali nosocomi.
Annunci e proclami sui mezzi d’informazione, da parte delle diverse cariche pubbliche ormai si sprecano, e tratteggiano tutte lo stesso scenario, al cui centro viene inserito un grande polo ospedaliero super tecnologico.
Noi non siamo per boicottare a priori l’idea di un unico accorpamento sanitario, ma non prendiamo a scatola chiusa nessuna proposta. Soprattutto da chi in questi anni, ha mostrato “scarse competenze”, trascinando il nostro paese nella situazione che ormai è sotto gli occhi di tutti.
varesenews.it

OSPEDALE UNICO GALLARATE/BUSTO…. ...FORSE NON TUTTI SANNO CHE..

Quando si vuole costruire un nuovo Ospedale l’Ente Pubblico si trova davanti due strade: mettere mano al portafoglio della Regione Lombardia, quindi alle nostre tasse o utilizzare il Project Financing detto anche Finanza di Progetto.

Nel primo caso viste le recenti ristrutturazioni effettuate nei due Ospedali e quelle in divenire già programmate ed in corso d’opera, non si capisce perché non si possa destinare altre risorse per rimodernare del tutto i Nosocomi di Busto e Gallarate, risorse che saranno ovviamente molto ma molto meno rispetto ad un progetto di costruzione dal nulla.

Nel secondo caso, cosa molto più probabile secondo noi, l’utilizzo del sistema della Finanza di Progetto prevede in pratica che il Privato costruisce il nuovo Ospedale ed in cambia sfrutterà (è proprio il caso di dirlo) i servizi non sanitari ed amministrativi  (manutenzione, pulizie, verde, trasporti, ristorazione, lavanderia, sterilizzazione, smaltimento rifiuti, magazzini, uffici, ecc.) e commerciali (parcheggi, bar, negozi, edicola, ecc.) per un numero di anni solitamente tra i venti e i trenta. Sperando che poi che non gestisca anche le assunzioni di personale sanitario o lo stesso personale..

Non finisce qui ovviamente. Il gestore  privato  essendo concessionario riceve soldi dalla Regione Lombardia  per gestire tutto quanto  ( classico di qualunque appalto). In pratica i servizi non sanitari diventano una gallina dalle uova d’oro per fare rientrare il privato dai costi sostenuti per la costruzione dell’Ospedale. Di fatto l’Ospedale viene gestito da un privato per un numero enorme di anni con costi di gestione per il Socio Pubblico che rischiano di essere insostenibili. Secondo la Corte dei Conti del Veneto il project financing non è adatto per gli ospedali. Dal punto di vista dei conti pubblici una vera e propria caporetto.

Come se non bastasse il decreto Balduzzi, concede la possibilità di attribuire al concessionario le vecchie strutture ospedaliere da dismettere, “ove l’utilizzazione comporti il mutamento di destinazione d’uso, da attuarsi secondo la disciplina regionale vigente”. Condominii e centri commerciali al posto dei vecchi ospedali per incentivare il privato alla partecipazione alle gare di project financing.

Vogliamo poi parlare del fatto che il nuovo Ospedale sorgerà in mezzo alle città di Busto Arsizio e Gallarate, difficilmente raggiungibile dalle persone come invece avviene tutt’ora (vedasi Legnano)..
Vogliamo parlare della riduzione dei posti letto? che avverrà visto che si passa da due ad un Ospedale, Delle liste di attesa? Della fine che faranno le Lavoratrici in esubero? RICORDIAMO CHE negli Ospedali il 90% sono donne.
Vogliamo parlare del rischio di speculazione edilizia su nuovi terreni e sugli attuali Ospedali?

Come ADL Varese è ovvio che ci opporemo alla scelta della Regione Lombardia se fosse quella di speculare sulla pelle dei Cittadini e dei Lavoratori per riempirsi  il portafoglio e quello dei loro amici imprenditori. Contrasteremo informando e presidiando con iniziative e  conferenze, organizzandoci con il nascente Comitato a favore dei nostri  Ospedali Pubblici  con tutti i Cittadini, Forze Politiche, ed Associazioni.


21 ottobre 2016

JOBS ACT: art. 18 e aiuti di stato in cambio del posto fisso e assunzioni - finiti gli aiuti di stato - finite le assunzioni - rimangono solo i licenziamenti

I dati diffusi da Inps dimostrano eloquentemente il bluff del jobs act. Se prendiamo il periodo compreso tra il 1 Gennaio e il 30 agosto 2016 e confrontiamo i dati con quelli dell'anno precedente son solo dolori per il Governo della precarietà.

Nel periodo appena menzionato si registrano ben 395 mila contratti a tempo indeterminato in meno che in percentuale corrispondono a -32,9% E quando parliamo di contratti a tempo determinato si includono anche le assunzioni stagionali, anch'esse in calo rispetto al 2015.

Perchè crollano le assunzioni a tempo determinato?
Perchè ci sono meno incentivi a fondo perduto per le imprese che nel 2015 avevano anche il totale abbattimento dei contributi previdenziali per ben 36 mesi Ma un altro dato incontrovertibile è quello della trasformazione dei contratti a tempo indeterminato, il calo supera il 35%, insomma pochi dati che da soli smentiscono le bugie del Governo sulla creazione di nuovi posti di lavoro e sulla ripresa dei consumi e dell'economia.

Aumentano invece lavoro nero, lavoro gratuito e voucher.
Da cosa lo deduciamo?
Dall'aumento degli stage e dal fatto che la perdita dei contratti a tempo determinato viene compensata dalla crescita dei voucher che in un anno aumentano del 36% e pensare che nel 2015 erano cresciuti, rispetto al 2014, del 71,3%.

Aumentano i licenziamenti.
del resto la cancellazione delle tutele collettive ed individuali è servita a tale scopo, nel 2016 i licenziamenti "per giusta causa" sono cresciuti del 31%sempre nei primi 8 mesi dell'anno 2016 rispetto ai dati del 2015 che già avevano registrato circa 900 licenziamenti in piu' rispetto al 2014.


19 ottobre 2016

ASST VALLE OLONA (OSPEDALI GALLARATE-BUSTO ARZIZIO) L’AUTUNNO E' GIA' CALDO presidio Ospedale Gallarate 21 ottobre 2016 ore 15.30

ADL Ospedale Gallarate aderisce allo Sciopero Generale proclamato dai sindacati di base per il 21 Ottobre che ha come importanti motivazioni:
il rinnovo dei contratti del Pubblico Impiego, contro l’aumento dell’orario a 38 ore, contro le pagelle di valutazione della Legge Brunetta, per un reale aumento contrattuale
contro le politiche economiche e sociali del governo Renzi, per una Scuola e per una Sanità pubblica;
per la difesa e l'attuazione della Costituzione e il NO alle modifiche proposte dal governo;
contro l'attuale sistema previdenziale e la controriforma Fornero, la riforma Madia, il jobs act, a favore di un art.18 universale per tutte le lavoratrici ed i lavoratori.

Adl in occasione di questo sciopero organizza un presidio presso la portineria dell'Ospedale di Gallarate dalle 15,30 alle 18 principalmente perché ritiene che i due Ospedali di Busto e Gallarate che sono vicini ai bisogni dei cittadini debbano essere mantenuti e che invece un ospedale unico sia, costoso, scomodo e porterà ad un ulteriore riduzione di servizi, reparti e personale.

Adl protesta anche per le decisione dell'amministrazione della ASST Valle Olona che, nonostante la firma di un accordo che prevedeva il agamento
delle progressioni economiche orizzontali a settembre, non ha ancora inserito questa voce in busta paga, ma anzi continua a rinviare la data e di voler utilizzare fondi di tutti i lavoratori (compreso i 250.000€ dell'ex art. 40) per pagare gli straordinari.

ADL Ospedale Gallarate

martedì 18 ottobre 2016

Igiene ambientale, dall'assemblea di Firenze nasce il coordinamento nazionale per dare forza al "No" all'accordo: il 13 novembre altra assemblea a Roma

Un appuntamento come non si vedeva da tempo, decine di delegati\e, lavoratori\trici dell'igiene ambientale si sono dati appuntamento a Firenze per la prima assemblea nazionale.
Una giornata di discussione alla quale hanno partecipato delegati dell'igiene ambientale pubblica e privata. Pochi sanno che da anni nei cantieri operano lavoratori con differenti contratti e retribuzioni, ai due Ccnl menzionati si aggiungono quelli del multiservizi (40 ore settimanali) e delle cooperative sociali, per questo la parola d'ordine di un solo contratto di settore (ovviamente il piu' favorevole) e il mantenimento dell'orario settimanale a 36 ore (l'intesa sottoscritta il 10 e 2 luglio prevede 38 ore) sono tra le rivendicazioni piu' gettonate nel corso dell'assemblea
Da settimane, tramite internet, si erano messe in rete lavoratori di varie aziende e regioni. I risultati delle assemblee vedono vincere nettamente il no a Milano, a Genova, a Roma, a Napoli e in molte aziende toscane, eppure dai primi dati diffusi dalle segreterie cgil cisl uil e fiadel sembrerebbe che il si' avesse stravinto
Dati smentiti dal coordinamento nazionale che nell'ordine del giorno finale scrive
L’assemblea considerando che la maggioranza della forza lavoro del settore, laddove ha potuto pronunciarsi, ha bocciato nettamente tali accordi decide di costituire un coordinamento nazionale stabile per dar vita ad una mobilitazione generale della categoria su una piattaforma alternativa e dal basso che sia reale espressione degli interessi reali dei lavoratori.
Parlavamo appunto di rivendicazioni, il coordinamento si dà appuntamento il 13 novembre,a Roma, per definire una piattaforma alternativa a quella dei confederali e degli autonomi ma già nella mozione finale si evidenziano alcuni punti programmatici da sviluppare-ci dicono- in assemblee territoriali

sabato 15 ottobre 2016

presidio ospedale Gallarate e Busto Arsizio


Busto Arsizio articolo La Provincia


Comunicato Sindacale

Gallarate 12 ottobre 2016
Comunicato Sindacale
Il coordinamento provinciale di ADL Varese riunito ieri nella sede di Gallarate prende atto dell’indizione di due scioperi dei sindacati di base per il 21 ottobre e per il 4 novembre, il coordinamento ritiene condivisibili le motivazioni che hanno portato all’indizione di entrambi gli scioperi ma non intende fare l’errore di appoggiare l’uno o l’altro sciopero, ritenendo più importante la collaborazione tra tutti i sindacati di base, evitando di fomentare ulteriori spaccature e divisioni ritenute di “lana caprina” che sono lontane anni luce dall’interesse dei lavoratori.
Il coordinamento provinciale ritiene altresì che la partecipazione agli, o allo sciopero, deve comunque partire dal basso, dai lavoratori, dagli iscritti, dagli attivisti che in primis hanno il polso della situazione e vivono la quotidianità dei problemi dei lavoratori: si invitano pertanto tutte le strutture aziendali a convocare assemblee dei lavoratori e degli iscritti lasciando la totale libertà di decidere, azienda per azienda, se aderire o meno agli scioperi indetti per il 21 ottobre o per il 4 novembre ritendendo comunque importante sostenere le lotte in concomitanza degli altri sindacati di base contro le politiche economiche del governo, contro il jobs act, contro la legge Fornero, per l’occupazione, lo stato sociale, il lavoro, la pensione, la democrazia nei luoghi di lavoro. Il coordinamento provinciale ritiene condivisibile la preoccupazione espressa da più parti per lo smantellamento del SSNL, per le decisioni che si stanno prendendo all’interno del TTIP e del CETA;
Per dare un segnale di mobilitazione invita i lavoratori, i cittadini, gli iscritti, i delegati e gli attivisti a partecipare ai presidi che si organizzeranno in prossimità degli ospedali di Gallarate per il 21 ottobre 2016 a partire dalle 16.00 e di Busto Arsizio per il 4 novembre 2016 a partire dalle 16.00, per protestare e informare i cittadini sulla decisione di aprire un nuovo ospedale  fuori dai territori dei due centri cittadini, con il rischio di chiudere entrambi gli ospedali.
Il coordinamento provinciale

ADL Varese

mercoledì 12 ottobre 2016

Il sindacato di base ADL si mobilita contro l'ospedale unico

Il sindacato di base ADL terrà due presìdi davanti agli ospedali di Gallarate (21 ottobre) e Busto (4 novembre), "per far conoscere i problemi legati alla costruzione di un nuovo ospedale e per il mantenimento in vita dei due ospedali cittadini". «Chiediamo a cittadini di partecipare ai due presidi e difendere due strutture che sono vicine ai bisogni della popolazione delle due città» spiegano delegati sindacali. «I presidi saranno in concomitanza con gli scioperi organizzati dai sindacati di base che tra le varie ragioni hanno quella di richiedere un serio contratto nazionale di lavoro nel pubblico impiego». Nel volantino che sarà distribuito a pazienti e frequentatori degli ospedali il sindacato di base ADL si domanda "quale sara? la sorte dei due ospedali di Gallarate e di Busto Arsizio: se rimarranno in vita o se verranno chiusi" e "se i cittadini sono a conoscenza di questo progetto che li costringerebbe a enormi sacrifici sia per avere le cure immediate sia per gli esami e per tutte le terapie di cui un semplice cittadino ha bisogno", anche rispetto ad una collocazione - presumibilmente baricentrica tra Busto e Gallarate - che renderà difficile raggiungerlo per chi non è dotato di mezzi propri. Adl si chiede poi "come e? possibile che siamo passati dall’avere un enorme problema economico in provincia fino ad arrivare ad avere un tale quantitativo di soldi da permetterci di aprire un nuovo ospedale [...] Possibile che i signori Sindaci cosi? entusiasti della proposta fatta dalla Regione, non si pongano delle semplici domande sull’impatto che avrebbe tale scenario verso la cittadinanza? Oppure si illudono che i vantaggi saranno di piu? dei disagi? Ci viene un atroce sospetto: non e? che serve un nuovo ospedale solo per fare un bel regalo al politico di turno?". Molto dura la conclusione rivolta alla politica: "Non sara? facile fare i vostri comodi sulla pelle dei cittadini".
varesenews.it

Busto Arsizio Via l’indennità di turno, educatrici preoccupate

BUSTO ARSIZIO – Dipendenti di Palazzo Gilardoni in agitazione. In particolare, sono le educatrici degli asili nido e delle scuole dell’infanzia comunali ad attendere risposte dall’amministrazione.
È dalle loro buste paga, infatti, che da giugno è stato tolto il compenso economico dovuto all’indennità di turnazione.
Fino a qualche mese fa, questo compenso veniva corrisposto, come previsto dal Contratto collettivo nazionale, poiché le educatrici coprono un servizio aperto per dieci ore giornaliere, ruotando su turni da sei ore l’uno.
 
Ora le cose sono cambiate. La questione è stata affrontata la scorsa settimana in assemblea da dipendenti e delegati sindacali delle Rsu.
Le lavoratrici hanno sottolineato che la busta paga “più leggera” non ha ovviamente modificato il proprio modo di lavorare. Allo stesso tempo, però, hanno insistito sul fatto che il disagio derivante dal lavoro articolato su turni debba essere compensato da una adeguata retribuzione.
Le stesse rivendicazioni sono state messe nero su bianco in una lettera inviata ai dirigenti in cui le educatrici esprimono tutta la loro preoccupazione.

Accam Busto Arsizio: è un travaglio senza sosta. Il presidente ha lasciato l’incarico

Accam, futuro incerto.
Lascia anche il presidente Marco Pigni. E i Cinque Stelle tornano alla carica: «Chiusura al 2017, senza se e senza ma». Bastano solo poche ore dall’ennesimo colpo di scena della travagliata storia di Accam, il rinvio di 15 giorni del bilancio 2015 per avviare le trattative verso la costituzione dell’unica società della raccolta e smaltimento dei rifiuti tra Accam, Ala e Agesp, che arriva la notizia delle dimissioni del presidente della società, Marco Pigni.
Un gesto dettato evidentemente dallo stop che l’assemblea dei soci ha di fatto imposto al piano industriale redatto su indicazione del Cda.
È il secondo presidente che “salta” nel giro di pochi mesi, dopo che il suo predecessore Emilio Cremona si era dimesso sempre sull’onda della prospettiva di dover chiudere con grande difficoltà l’esercizio 2015. Quella che si apre da qui alla nuova seduta dell’assemblea del 27 ottobre è la partita per salvare o liquidare l’ex consorzio.
Antonelli: «La vedo dura»
Il sindaco di Busto Arsizio Emanuele Antonelli non nasconde la sua preoccupazione per il destino di Accam: ai soci aveva chiesto di approvare il nuovo scenario con chiusura 2021, quasi come atto di fede prima di aprire una trattativa per la società unica dei rifiuti, che a questo punto dovrà chiudersi nel giro di pochi giorni per ricompattare Busto, Legnano e Gallarate. 

Franco Tosi in Brianza. Choc a Legnano

L’annuncio che Alberto Presezzi è ormai pronto a spostare la Franco Tosi in Brianza è stata per Legnano una doccia fredda.
Se quattro mesi fa quella di Presezzi poteva sembrare una provocazione, adesso è chiaro che si fa sul serio. E che la città rischia di ritrovarsi dal prossimo anno senza la fabbrica attorno alla quale è cresciuta.
Adesso, tutti si domandano increduli come sia stato possibile arrivare a questo punto.
«La risposta che gli è arrivata da Roma è imbarazzante - afferma il vice sindaco Pier Antonio Luminari -. Capisco tutta la sua irritazione».
Va bene, ma cosa si può fare ora per evitare che la Tosi lasci la città?
«Il Comune ha già fatto tutto quello che era in suo potere, tutte le richieste che erano state avanzate dagli industriali riguardo la possibilità di agevolare chi investe sulle aree dismesse sono state accolte».
Crede che basterà?
«Stimiamo che nell’arco dei prossimi cinque anni Franco Tosi potrebbe ottenere sgravi per un totale di circa 500 mila euro. Certo, i conti che fa Presezzi sono altri. Ma cifre del genere possono essere messe in campo solo dal ministero per lo Sviluppo economico, un Comune di più non può fare».

giovedì 6 ottobre 2016

inceneritore BUSTO ARSIZIO Strappo su Accam, 12 sindaci pronti a lasciare la società

Non ci stanno a continuare a pagare cifre fuori mercato, non vogliono prorogare la chiusura dell'impianto oltre il 2017, ritengono assurdo costruire due impianti fotocopia per il trattamento dell'umido e sono stufi dell'atteggiamento portato avanti da Busto Arsizio. E' questo, in estrema sintesi, il contenuto di una lettera di 5 pagine che in queste ore sta girando tra i soci di Accam e che porta in calce già le firme di 12 sindaci che detengono complessivamente poco più del 27% delle quote della società (potete leggerla integralmente cliccando qui). I COSTI - Partendo dalle tariffe più alte per i conferimenti all'impianto "i cittadini dei comuni hanno foraggiato Accam con oltre 2 milioni di euro ogni anno, e continuano così da anni" scrivono i sindaci, spiegando poi che "se si dovesse proseguire sino al 2021 con gli attuali costi i cittadini pagherebbero in più oltre 12 milioni di euro: una cifra che coprirebbe alla grande tutte le spese aleatorie, la bonifica e chissà cos’altro ancora". Una previsione accompagnata da un'ulteriore precisazione, quella che cioè che "non è vero che proseguendo sino al 2021 i maggiori oneri spariscano magicamente ma semplicemente gli stessi oneri vengono pagati dai cittadini attraverso i maggiori costi (fuori mercato) applicati da Accam". Costi che non sono a carico dei bilanci dei comuni ma direttamente sulle tasche dei cittadini, come quelli del servizio sanitario nazionale: "lo studio [sull'impatto epidemiologico di Accam] ha evidenziato almeno 20 casi all’anno di ricoveri nei comuni oggetto di indagine. Già solo questo dato comporta una spesa certa annua di almeno mezzo milione di euro a carico della cittadinanza".
varesenews.it

VARESE Morto d’amianto, condannato ex manager

Operaio morì d’amianto, il giudice monocratico Anna Azzena ha condannato l’unico amministratore dell’azienda ancora in vita: due anni di carcere con pena sospesa per l’ex amministratore della Sices Spa, un’impresa con sede a Lonate Ceppino (Varese), accusato di omicidio colposo in relazione alla morte di un operaio per mesotelioma pleurico provocato, secondo l’accusa, dall’esposizione all’amianto tra gli anni ’70 e ’80.
Il nome dell’ex dirigente è Tarcisio Saporiti, 84 anni, ed era amministratore dell’azienda che svolge attività per la costruzione e la manutenzione di impianti industriali tra il 1974 e il 1984.

martedì 4 ottobre 2016

Resoconto della riunione del 22 settembre 2016

Dopo l’assemblea di Bologna nell’aprile scorso, si è riunito a Milano Pubblico Impiego in Movimento, urgeva confrontarsi e decidere cosa fare. A Bologna innumerevoli le dichiarazioni di intenti condivise da delegati e sigle sindacali di base, parte delle quali si sono poi sfilate, del resto il leit motive della unità non viene sovente seguito da scelte coerenti e fatti concreti. La spinta a una iniziativa comune è sempre più flebile, domina l’autosufficienza, si pensa che bastino le iniziative intraprese in ordine sparso da un sindacalismo di base incapace perfino di accordarsi sulla data di uno sciopero, moltiplicando le indizioni ma condannandole tutte al fallimento.

Nel pubblico impiego lavorano 3 milioni di lavoratori\trici, sono migliaia i precari, il datore di lavoro più grande nel paese. E’ in corso da quasi due anni un processo di ristrutturazione, lo aveva chiesto la Troika con la famosa, o famigerata, lettera di Trichet a Draghi; i decreti attuativi della Madia hanno tempi più lunghi del previsto ma riguarderanno  ogni ambito pubblico: le società partecipate (migliaia i posti di lavoro a rischio), le società in house, la dirigenza, i provvedimenti disciplinari per favorire i licenziamenti non solo dei furbetti del cartellino (indifendibili) ma anche di quanti non rispetteranno codici disciplinari da caserma che ormai impediscono anche di divulgare notizie sui disservizi, sulle carenze di organico, sui problemi in cui versano ospedali, uffici. Insomma i cittadini che pagano le tasse debbono restare all’oscuro di come spendono i loro soldi. Qualche mese fa è stata anche firmata la riduzione a 4 comparti di contrattazione, a sottoscriverla perfino una organizzazione di base che si dice conflittuale: una manovra per abbattere il costo del lavoro e ridurre le agibilità sindacali. Da mesi stanno discutendo del nostro contratto, lo fanno in silenzio ma seguendo le indicazioni dell’Ue e dell’Aran. Stanno pensando di aumentare la settimana lavorativa, di vincolare pochi aumenti contrattuali (assolutamente risibili e inadeguati a recuperare anche una parte del potere di acquisto perduto negli ultimi 7 anni), di ridurre il personale (la soppressione delle dotazioni organiche a cosa serve se no?), di accrescere i carichi di lavoro, di esigere sempre più mansioni, anche riconducibili a profili superiori. I contenuti del prossimo contratto nazionale avranno ripercussioni sulla contrattazione decentrata, è bene non illudersi che basti fare sindacato nel proprio posto di lavoro perché le normative alle quali attenersi sono così vincolanti da tradursi in perdita salariale e allargamento della forbice tra salari medio-bassi e salari alti.

Promuovendo l’assemblea di Milano del 22 Settembre, ci siamo proposti di rimettere in campo un ragionamento aperto, fuori dalle logiche di appartenenza, non per costruire un nuovo soggetto sindacale ma per ripartire piuttosto dai problemi reali del pubblico impiego che non possono trovare solo spazio in volantini. Cosa accade oggi al Pubblico impiego e al suo personale? Una domanda dirimente alla quale tutti dovrebbero rispondere non con slogan ma con la lettura dei processi in atto e iniziative forti e unitarie di contrasto e di critica. I\le delegati\e, le realtà del sindacalismo di base presenti a Milano rilanciano percorsi e iniziative all’insegna della radicalità, lo faremo con una due giorni di mobilitazione sul contratto a metà ottobre e con assemblee nei luoghi di lavoro, partiremo da una piattaforma minima di rivendicazione sulla quale confrontarsi senza preclusioni di sorta.

L’assemblea di Milano concorda nell’organizzare a livello territoriale entro fine ottobre delle assemblee per coinvolgere lavoratori e delegati su 4 punti:
1.    il rinnovo del contratto nazionale Pubblico Impiego;
2.    il peggioramento delle condizioni di lavoro nei settori pubblici con mansioni sempre più numerose richieste\imposte;
3.    l’utilizzo dei codici disciplinari non per colpire i furbetti del cartellino ma per incutere paura e rassegnazione in tutti i dipendenti pubblici. Il caso del divieto agli operatori della sanità di parlare pubblicamente dei disservizi ospedalieri la dice lunga sui reali obiettivi dei codici disciplinari;
4.    le problematiche relative all’agibilità sindacale e  al diritto di sciopero.

Sullo sfondo del rinnovo contrattuale si stanno muovendo scenari preoccupanti e autoritari, come leggiamo sulla stampa, con l’idea della autorità sugli scioperi di imporre anche al pubblico l’accordo sulla rappresentanza del gennaio 2014, oggi valido solo per il privato. L’obiettivo non è solo impedire il diritto di sciopero, ma limitare ogni agibilità sindacale ai delegati di base negando loro perfino il diritto ad usufruire dei permessi sindacali. Quando un governo ha fallito nelle politiche del lavoro e sociali, la via della repressione e della negazione aperta delle libertà sociali e sindacali è la sola risposta per nascondere il fallimento.

Per dare forza e continuità al nostro lavoro abbiamo deciso di dare vita ad un coordinamento stabile individuando alcuni delegati che dovranno coordinare le varie iniziative in vista di una assemblea nazionale da tenersi a Novembre.
  
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