lunedì 16 giugno 2014

SEAH-AH: I LAVORATORI DICONO NO!

DELEGITTIMATI I SINDACATI “RICONOSCIUTI” DA SEA

ADL aveva ragione nell’affermare che l’accordo non era condiviso dai lavoratori, che non sono mai stati consultati e coinvolti nella trattativa.

Si è perso troppo tempo, la strada da percorrere deve essere un'altra.

I lavoratori dicono NO! A sacrifici imposti sulle loro spalle grazie ad accordi derivati da trattative che non hanno mai tenuto in considerazione le loro ragioni e i loro diritti.
I lavoratori chiedono di ridimensionare i tagli previsti sul loro stipendio ma soprattutto di annullare i tagli ai loro riposi e ferie.
Il referendum sancisce che la ragione non sta dalla parte di chi decide, senza consultare i lavoratori, e crede di avere la soluzione in tasca!
I sacrifici non devono essere fatti solo dai lavoratori, lasciando immune, con tutti i suoi benefit, chi ha la responsabilità di quanto accaduto grazie ad una gestione irresponsabile.
Il risultato del referendum è chiaro, netto e manifesta con forza il disagio dei lavoratori che hanno il diritto di dire la loro e non solo il dovere di subire scelte non condivise.
La Proprietà ha il dovere di tutelare e garantire il lavoro “buono”, non deve pensare di fare un’operazione commerciale garantendo grossi utili alla nuova Società, con sacrifici solo da parte dei lavoratori.
La Proprietà deve garantire la massima trasparenza sulla gestione di Airport Handling: trasparenza sugli appalti, sulle consulenze, sulle assunzioni, sugli stipendi e i premi dei dirigenti e sui permessi sindacali, elargiti a chi non si adopera più per il bene dei lavoratori.

Il voto dei lavoratori deve essere tenuto in considerazione e non preso come scusante per creare terrorismo ed allarmismo.
Invitiamo Azienda e i loro Sindacati “riconosciuti” a limitarsi nel fare affermazioni che sanno di ritorsione nei confronti dei lavoratori.
Invitiamo a non creare situazioni di esasperazione tra i lavoratori, per evitare di esserne poi responsabili.
La proprietà non deve pensare di prendere iniziative unilaterali facendo imposizioni e approfittando dell’emergenza, ADL difenderà con tutti i mezzi sindacali e legali i diritti dei lavoratori! Se sarà necessario, si rivolgerà alla Comunità Europea per avere chiarimenti e chiedendo il loro intervento sull’operazione SEA Handling, precisando cosa la normativa Italiana intende sul trasferimento e/o cessazione di ramo d’azienda.

I sindacati “riconosciuti” da SEA non possono tirarsi indietro con la scusante che “quella era l’unica soluzione attuabile’”.
Devono avere la responsabilità e il dovere di trattare sulle ragioni dei lavoratori, troppo comodo svincolarsi e affermare che ora sono altri che devono risolvere il problema. Tra i 945 lavoratori che hanno detto NO all’accordo, la maggior parte di essi è scritta ai sindacati “riconosciuti”, non possono essere abbandonati per le loro scelte, ma rispettarle e porre rimedio facendo una sana autocritica su come sono state svolte le trattative.
Per anni sono stati mantenuti in distacco ( e lo sono tuttora! ) per difendere i diritti dei lavoratori, per essere i loro portavoce ed ora che hanno firmato un accordo non condiviso dagli stessi, indignati vorrebbero tirarsi indietro per dare più spazio alle iniziative Aziendali.
La Proprietà ha il dovere di ascoltare i lavoratori e con loro condividere scelte e sacrifici, deve capire che fino ad ora ha “riconosciuto” e parlato con chi non li rappresenta più.
L’azienda ha sempre avuto anche ADL come possibile interlocutore rappresentativo ma ha preferito lasciarla fuori dai tavoli.

ADL continua a essere pronta ad un confronto con idee e progetti che già hanno una condivisione da parte di tanti lavoratori.


Chiediamo pertanto alla Proprietà e agli Amministratori di SEA Gruppo, maggior senso di responsabilità e democrazia e li sollecitiamo nella costituzione di un tavolo di trattativa unitario, al fine di trovare un accordo giusto, condiviso e sostenibile che dia futuro all’azienda e dignità ai lavoratori