mercoledì 5 novembre 2014

Pastore ucciso con un colpo di pistola dal datore di lavoro. "Lo usava come bersaglio"

Avrebbe assassinato l'uomo che lavorava per lui, con un solo colpo di pistola in faccia sparato da distanza ravvicinata in un gioco perverso e mortale. A sette mesi dall'omicidio del pastore albanese Hyraj Qamil arriva la svolta nelle indagini e viene arrestato il trentatreenne Giuseppe Roi. Il giovane - con un'insana  passione per le armi e una disponibilità di pistole, fucili, cartucce e persino un caricatore di kalashnikov - è proprietario della masseria presso cui lavorava il ventitreenne straniero. 

Il suo cadavere fu trovato nel primo pomeriggio del 6 aprile nelle campagne di Torre Castiglione, sul litorale nord di Porto Cesareo. Sul corpo non erano stati riscontrati segni di violenza ma solo il colpo di pistola in fronte, che ne aveva provocato la morte. Secondo la ricostruzione della Procura, Giuseppe Roi - in quella mattina di primavera - avrebbe sparato con una pistola calibro 22 contro un vecchio frigorifero, posizionato all'esterno della sua masseria, nonostante a poca distanza si trovasse il pastore, come avrebbe già fatto altre volte usando l'albanese come bersaglio da evitare per provare la sua bravura. "Il massaro sapeva che il pastore era li - ha spiegato in conferenza stampa il procuratore di Lecce,  Cataldo Motta - lo vedeva a poca distanza e quando ha sparato sapeva che avrebbe potuto colpirlo, per questo il reato che gli viene contestato è omicidio volontario e non colposo, perché l'omicidio non è stato un fatto fortuito ma Roi sapeva che poteva accadere". 
repubblica.it