giovedì 6 ottobre 2016

inceneritore BUSTO ARSIZIO Strappo su Accam, 12 sindaci pronti a lasciare la società

Non ci stanno a continuare a pagare cifre fuori mercato, non vogliono prorogare la chiusura dell'impianto oltre il 2017, ritengono assurdo costruire due impianti fotocopia per il trattamento dell'umido e sono stufi dell'atteggiamento portato avanti da Busto Arsizio. E' questo, in estrema sintesi, il contenuto di una lettera di 5 pagine che in queste ore sta girando tra i soci di Accam e che porta in calce già le firme di 12 sindaci che detengono complessivamente poco più del 27% delle quote della società (potete leggerla integralmente cliccando qui). I COSTI - Partendo dalle tariffe più alte per i conferimenti all'impianto "i cittadini dei comuni hanno foraggiato Accam con oltre 2 milioni di euro ogni anno, e continuano così da anni" scrivono i sindaci, spiegando poi che "se si dovesse proseguire sino al 2021 con gli attuali costi i cittadini pagherebbero in più oltre 12 milioni di euro: una cifra che coprirebbe alla grande tutte le spese aleatorie, la bonifica e chissà cos’altro ancora". Una previsione accompagnata da un'ulteriore precisazione, quella che cioè che "non è vero che proseguendo sino al 2021 i maggiori oneri spariscano magicamente ma semplicemente gli stessi oneri vengono pagati dai cittadini attraverso i maggiori costi (fuori mercato) applicati da Accam". Costi che non sono a carico dei bilanci dei comuni ma direttamente sulle tasche dei cittadini, come quelli del servizio sanitario nazionale: "lo studio [sull'impatto epidemiologico di Accam] ha evidenziato almeno 20 casi all’anno di ricoveri nei comuni oggetto di indagine. Già solo questo dato comporta una spesa certa annua di almeno mezzo milione di euro a carico della cittadinanza".
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