lunedì 26 marzo 2018

Il piano industriale 2018 – 2022 di Alessandro Profumo per Leonardo 2.0: pianificazione strategica o lavori in corso?

Nel libro bianco della difesa 2015 si sostiene che l’industria della sicurezza e difesa costituisce un pilastro tecnologico, manifatturiero, occupazionale, economico e di crescita senza eguali per il “Sistema Paese”. Due anni dopo l’amministratore delegato di Leonardo-Finmeccanica Mauro Moretti, poco prima di lasciare la società, dichiarava che Finmeccanica era “disastro, senza un piano industriale, con una cultura industriale quasi a zero e una situazione di indebitamento molto difficile”.

Tre anni di esuberante gestione Moretti sono serviti per capire che il suo vero intento era quello di governare il processo di finanziarizzazione, o “massimizzazione del valore per l’azionista”, del maggior gruppo industriale della difesa e sicurezza. L’enfatizzazione posta dall’amministratore delegato sul ritorno dei dividendi ai soci (utilizzando gli anticipi del contratto Efa in Kuwait?), aveva lo scopo di coprire il calo dei ricavi e degli ordini, la disgregazione di intere fasi produttive e l’impoverimento della struttura commerciale, l’aumento del peso del business militare e la riduzione delle spese in ricerca e sviluppo (del 4,9% nel 2015 e del 3,7% nel 2016). L’obiettivo dunque non consisteva nell’aumento della produttività, del progresso materiale dei lavoratori e del “sistema paese”, ma la distribuzione degli utili. La decisione di creare una “one company” è valsa a Mauro Moretti una buonuscita di quasi 9,4 milioni di euro: “Sono stati tre anni belli, intensi e molto fruttuosi per la società”, ha dichiarato sottolineando il lavoro fatto.
Tuttavia quando si parla di Leonardo ,,,,,,