- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

lunedì 16 giugno 2014

Sartorato: “Italia Paese di scandali, ma a pagare sono sempre i lavoratori onesti”

BUSTO ARSIZIO - È trascorsa una settimana da quando sono trapelate alcune indiscrezioni sull’ultimo capitolo della vicenda Corte dei Conti. Da quando, cioè, si è saputo che i dipendenti comunali dovranno restituire una parte degli stipendi percepiti illegittimamente tra il ’99 e il 2004, anche se con uno “sconto” rispetto alle richieste di Palazzo Gilardoni.
Eppure, Fausto Sartorato non riesce a darsi pace: “Il fatto che le cifre in questione siano state riviste al ribasso è significativo e apre interrogativi su come siano stati fatti i calcoli – osserva il sindacalista della sigla Adl– In ogni caso, non posso a ritenermi soddisfatto”.
 
La decisione del tribunale del lavoro, infatti, non “salva” i trecento dipendenti (sui quattrocento coinvolti nella vicenda) che avevano deciso di resistere in giudizio. “È bene ricordare che parliamo di persone che guadagnano mille, milleduecento euro al mese. In alcuni casi anche meno – sottolinea Sartorato – E che avevano percepito dei piccoli aumenti in assoluta buona fede. Purtroppo, senza avere alcuna colpa, ora sono costretti, in un periodo di crisi, a dare indietro dei soldi. Per non parlare di chi si è visto annullare le progressioni di carriera, subendo un danno notevole”.
 
Il sindacalista non dimentica “le pressioni subite dai dipendenti” affinché firmassero l’accordo con Palazzo Gilardoni in quell’ultima e tesissima assemblea ai Molini Marzoli. “E non posso prendermela solo con il Comune – tuona Sartorato – ma anche con alcuni sindacati che oggi parlano di ricorsi ma che allora spinsero per formalizzare un accordo che, oggi, rischia di rendere velleitario qualsiasi discorso relativo a nuove cause giudiziarie”. “In altre città in cui si sono verificate situazioni analoghe – prosegue – i casi sono stati archiviati. Qui, però, c’è quell’accordo a tagliarci le gambe. La mia posizione è sempre stata chiara, per questo oggi posso andare a testa alta”.
 
Sartorato attende di conoscere le motivazioni alla base della decisione del giudice. Poi, il suo come altri sindacati, incontrerà i propri iscritti per fare il punto della situazione. “Una cosa comunque è certa – conclude – Ogni giorno leggiamo di scandali clamorosi, da Expo al Mose. E spesso, in un modo o nell’altro, i protagonisti di queste vicende riescono a cavarsela. A pagare, invece, sono sempre i lavoratori che lottano per arrivare a fine mese, anche se non hanno alcuna colpa. E i dipendenti comunali di Busto non fanno eccezione”.