Nel dettaglio, secondo l’organizzazione il primo evidente paradosso è che l’Unione europea nei trattati è presentata come un faro dei valori umanistici, dei diritti umani, e quindi anche dell’accoglienza, mentre nella pratica è incapace di solidarietà verso chi fugge dalle guerre, scaricando il dovere alla protezione sugli Stati limitrofi agli scenari di guerra; incapace di solidarietà interna tra i Paesi membri, visto che la ricollocazione non è messa in atto, e che con il regolamento di Dublino si lasciano Grecia e Italia da sole nel gestire le richieste di asilo (la riforma proposta dalla Commissione è assolutamente insufficiente); incapace di solidarietà esterna verso i Paesi vicini e lontani, visto che i finanziamenti reali per la cooperazione sono poco significativi (nonostante la proposta di creare una nuova linea di investimento di 62 miliardi di euro per l’Africa, che però dipenderà in gran parte dalla mobilitazione di capitali privati incerti e volatili, mentre i finanziamenti reali sono quelli del Trust Fund per l’emergenza migrazioni per l’Africa, pari a soli circa 1,9 miliardi di euro per 5 anni per 28 Paesi). E qui, sottolinea Focsiv, emerge il secondo paradosso:
sabato 6 agosto 2016
Accordi, diritti, cooperazione: i tre paradossi dell’Ue nella crisi dei rifugiati
ROMA - Mentre continuano gli sbarchi sulle coste italiana, e in Grecia, 57 mila profughi restano bloccati nel paese, l’Unione europea fatica ancora a trovare una politica comune sulle migrazioni. Al contrario secondo Focsiv, sta producendo una serie di paradossi, che vanno dal diritto alla mobilità e alla protezione fino alle relazioni con i paesi terzi che vengono ridotte all’emergenza migrazioni, al loro controllo e freno, condizionando aiuti e commercio, senza una visione per il futuro.