Salvatore
Ferla, 49 anni, è stato lasciato a casa dalla società pubblico-privata che
gestisce lo scalo adducendo la "giusta causa": avrebbe “arrecato disturbo
all’attività" dell'azienda che si occupa della ristorazione e ai suoi
dipendenti. Lui ritiene di essere stato allontanato per le battaglie su appalti
e consulenze sospetti e assunzioni facili
Prima
le lotte
sindacali per i lavoratori di Malpensa, seguite in
alcuni casi da esposti e denunce. Ora l’ultima
battaglia. Da portare avanti per se stesso. Perché Salvatore Ferla, 49 anni,
cofondatore del sindacato di base Adl Varese e addetto
alla sicurezza della società
aeroportuale Sea, è stato
licenziato
in tronco. Alla base della decisione dell’azienda misto pubblico-privata, che
come soci ha il comune di Milano al 55% e il fondo F2i al 44%, è stato un
episodio avvenuto il mese scorso nella mensa del Terminal 1. Qui, secondo il
sindacalista, erano al lavoro persone in ruoli non conformi alle
loro qualifiche e mancava un cuoco in cucina. La cosa
è stata sottolineata da Ferla, eletto in passato rappresentante sindacale per
l’Usb, da
cui poi è nato Adl Varese. Ne è nata una discussione, finché sono state tirate
in ballo “le puttane in Svizzera” e il loro “magnaccia”.