- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

giovedì 6 febbraio 2020

Il comitato denuncia “Ospedale unico in ritardo”. Antonelli: “Tempi della burocrazia”

Il Comitato per il diritto alla Salute del Varesotto lamenta il mancato rispetto dei tempi indicati dalla delibera e il continuo svuotamento dei due attuali presidi. Le rassicurazioni dei due sindaci
I tecnici sono al lavoro e non c’è nessun ritardo.​ La​ burocrazia italiana è questa, che il comitato lo voglia o no”. Il sindaco di Busto Arsizio​ Emanuele Antonelli​ replica così alle accuse di lentezza e immobilismo avanzate dal Comitato per il diritto alla salute del Varesotto.
In una nota, il comitato sottolineava la mancata approvazione entro il 31 gennaio scorso della Valutazione Ambientale Strategica. Un passaggio che la delibera regionale, pubblicata un anno fa, annunciava entro la fine di gennaio 2020 per definire l’impatto nel nuovo ospedale sulla pianificazione territoriale dei comuni.
“Dalla consultazione dei siti istituzionali e dalle notizie giornalistiche – commentava il Comitato – si desumono ingiustificati ritardi e preoccupanti anomalie procedurali inerenti la definizione dell’Accordo di Programma e la sua Valutazione Ambientale...

Il Comitato: «Scaduti i termini per l’Accordo di programma sull’ospedale Busto-Gallarate»

GALLARATE​ – L’iter per la creazione del​ nuovo ospedale unico Busto-Gallarate​ è in clamoroso ritardo. A denunciarlo è il​ Comitato per la Salute del Varesotto​ secondo cui è addirittura​ scaduto il termine per la definizione dell’Accordo di Programma. Di seguito il comunicato integrale del gruppo di attivisti che si oppone alla realizzazione della nuova struttura sanitaria:
​ Il 31 gennaio 2019 veniva pubblicata sul BURL la Deliberazione di Giunta Regionale 21 gennaio 2019 – n. XI/1166 “Promozione dell’Accordo di Programma per la realizzazione del nuovo ospedale di Busto Arsizio e Gallarate” (in seguito denominata D.g.r.). Venivano individuati, quali enti interessati insieme a Regione Lombardia al perfezionamento dell’accordo, i comuni di Busto Arsizio e Gallarate, l’ASST Valle Olona, l’ATS Insubria e il Ministero della Salute. Si stabiliva che l’Accordo di Programma fosse definito entro il 31 gennaio 2020 e sottoposto a Valutazione Ambientale Strategica (VAS), per la ragione che esso comporta varianti urbanistiche legate all’edificazione e all’accessibilità del nuovo ospedale, oltre che alla destinazione delle aree su cui sorgono gli ospedali esistenti.
Alla data del 31 gennaio non solo l’accordo non è stato definito, ma dalla consultazione dei siti istituzionali e dalle notizie giornalistiche si desumono ingiustificati ritardi e preoccupanti anomalie procedurali inerenti la definizione dell’Accordo di Programma e la sua Valutazione Ambientale Strategica (VAS), di cui peraltro nessuno parla. Apprendiamo infatti dalla stampa che solo dopo che, a metà dicembre, il Direttore Generale dell’ASST Valle Olona Eugenio Porfido ha consegnato il documento preliminare alla progettazione, è stata nominata la segreteria tecnica, l’organismo che, secondo la normativa regionale, avrebbe dovuto elaborare tale documento. Sul sito regionale sivas, preposto alla pubblicazione di tutta la documentazione relativa ai procedimenti di VAS, compaiono soltanto la D.g.r. e l’indicazione delle autorità procedente (dirigente UO Programmazione Negoziata) e competente (dirigente UO Territorio e Urbanistica – struttura VAS). Non compare invece l’atto formale con il quale tali autorità avrebbero dovuto individuare i soggetti competenti in materia ambientale, i settori del pubblico interessati all’iter decisionale e le modalità di informazione e partecipazione del pubblico. Tale adempimento avrebbe dovuto precedere l’avvio della redazione del documento preliminare di ipotesi di Accordo di Programma, da sviluppare in sinergia con l’elaborazione del documento preliminare degli effetti sull’ambiente (c.d. documento di scoping).
Dunque, stando agli atti ufficiali:
· nulla è stato fatto in un anno, il tempo che Regione Lombardia si era data per definire l’Accordo di Programma;
· il procedimento di VAS, che comprende almeno due momenti di consultazione degli enti competenti in materia ambientale e del pubblico, è rimasto completamente inattuato. Stando alle recenti notizie di stampa:
· il direttore generale dell’ASST “Valle Olona” Eugenio Porfido, più di 10 mesi dopo l’approvazione della D.g.r., ha consegnato a Regione Lombardia un documento preliminare che non è di competenza della ASST, prima che fosse nominata la segreteria tecnica che avrebbe dovuto elaborarlo;
· la nomina della segreteria tecnica, uno dei primi atti formali necessari per la definizione dell’Accordo di Programma, è avvenuta solo nella seconda metà di dicembre, quando il processo doveva avviarsi a conclusione;
· il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana mente, sbandierando che l’Accordo di Programma è pronto (25 gennaio 2020);
· i Sindaci di Busto Arsizio Emanuele Antonelli e di Gallarate Andrea Cassani palesano la propria complicità con il silenzio.
E’ da quattro anni che l’annuncio dell’ospedale unico Busto-Gallarate riempie pagine di giornali e campagne elettorali, ed è la seconda volta che i soggetti istituzionali che lo propongono non rispettano le scadenze da essi stessi determinate. Intanto, come più volte denunciato dal Comitato per il Diritto alla Salute del Varesotto, dietro la chimera dell’ospedale unico si giustificano soppressioni e accorpamenti di reparti, con la conseguente diminuzione della ricettività delle strutture pubbliche, a vantaggio di quelle private. Oltretutto l’ipotesi dell’ospedale unico è infondata, perché non si basa su un’analisi dei bisogni sanitari e socio-sanitari della popolazione, e l’area prescelta, di enorme valore ambientale, è del tutto inadeguata per dimensioni, conformazione e accessibilità. Su questi e su altri aspetti lo scorso aprile il Comitato per il Diritto alla Salute del Varesotto ha presentato a Regione Lombardia una formale osservazione alla D.g.r. di Promozione dell’Accordo di Programma, esercitando un diritto sancito dal comma 3 dell’art. 6 della LR 02/2003 [e confermato dalla nuova LR 19/2019], senza però ricevere alcuna risposta. Forse ai vertici di Regione Lombardia e degli altri enti proponenti non interessa dimostrare la fondatezza dell’ipotesi dell’ospedale unico e l’adeguatezza dell’area, ma indicare una prospettiva che non riescono, non vogliono o non possono realizzare, per raggiungere altri obiettivi: lo smantellamento della sanità pubblica. Nel frattempo questa mirabile schiera di subdoli decisori ha inflitto a centinaia di cittadini la pena di cambiare medici curanti e di raggiungere altre sedi di diagnosi e cura per la loro malattia.