- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -
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lunedì 26 marzo 2018

Il piano industriale 2018 – 2022 di Alessandro Profumo per Leonardo 2.0: pianificazione strategica o lavori in corso?

Nel libro bianco della difesa 2015 si sostiene che l’industria della sicurezza e difesa costituisce un pilastro tecnologico, manifatturiero, occupazionale, economico e di crescita senza eguali per il “Sistema Paese”. Due anni dopo l’amministratore delegato di Leonardo-Finmeccanica Mauro Moretti, poco prima di lasciare la società, dichiarava che Finmeccanica era “disastro, senza un piano industriale, con una cultura industriale quasi a zero e una situazione di indebitamento molto difficile”.

Tre anni di esuberante gestione Moretti sono serviti per capire che il suo vero intento era quello di governare il processo di finanziarizzazione, o “massimizzazione del valore per l’azionista”, del maggior gruppo industriale della difesa e sicurezza. L’enfatizzazione posta dall’amministratore delegato sul ritorno dei dividendi ai soci (utilizzando gli anticipi del contratto Efa in Kuwait?), aveva lo scopo di coprire il calo dei ricavi e degli ordini, la disgregazione di intere fasi produttive e l’impoverimento della struttura commerciale, l’aumento del peso del business militare e la riduzione delle spese in ricerca e sviluppo (del 4,9% nel 2015 e del 3,7% nel 2016). L’obiettivo dunque non consisteva nell’aumento della produttività, del progresso materiale dei lavoratori e del “sistema paese”, ma la distribuzione degli utili. La decisione di creare una “one company” è valsa a Mauro Moretti una buonuscita di quasi 9,4 milioni di euro: “Sono stati tre anni belli, intensi e molto fruttuosi per la società”, ha dichiarato sottolineando il lavoro fatto.
Tuttavia quando si parla di Leonardo ,,,,,,

mercoledì 24 maggio 2017

Lo Stato lancia una nuova lotteria: il Gratta e Moretti

In tre anni a capo di Finmeccanica-Leonardo ha incassato oltre 10 milioni e una liquidazione record. Alla faccia della Spending review .
Dicamolo: è sempre antipatico e un tantino moralista (per non dire della sottesa punta d’invidia che pervade questi discorsi) fare i conti nelle tasche altrui. Se uno ha guadagnato tanto vuol dire che è bravo, e il denaro non è certo quello sterco del demonio che la cultura catto-comunista ha sempre insinuato. Poi però piomba sulla valle di lacrime del nostro vivere quotidiano (così almeno ci dice il fresco rapporto dell’Istat sullo stato del Paese) la notizia della milionaria buona uscita di Mauro Moretti per tre anni, dal maggio 2014 al maggio 2017, amministratore delegato di Finmeccanica, da lui ribattezzata Leonardo, in onore a colui che fu anche geniale inventore.
lettera43.it>>>

mercoledì 19 aprile 2017

Alenia Aermacchi di Venegono Superiore: Nel 2017 più ferie per salvare i lavoratori interinali

All‘Alenia Aermacchi di Venegono Superiore, azienda del gruppoLeonardo Finmeccanica, è stato raggiunto un accordo sindacale per evitare il licenziamento di 193 lavoratori interinali a causa di un calo della produzione dovuto alle incertezze del mercato: la Polonia e Taiwan non hanno confermato due ordini importanti per il 2017.
L’azienda e la rsu, composta da Fiom, Fim, Uilm, Adl e Failms, hanno previsto per il 2017 uno smaltimento di ferie e permessi in numero superiore alla media di assenze previste in situazioni di normalità in favore di quei lavoratori interinali assunti con contratto a termine tre anni fa e in scadenza a giugno di quest’anno.

venerdì 31 marzo 2017

Dalla grande Finmeccanica all'improbabile genio di Leonardo fino al Banco dei Medici

Leonardo vede Industry 4.0 da una posizione privilegiata, essendo al contempo azienda manifatturiera leader nel settore dell’Aerospazio e Difesa e della Sicurezza e fornitore di soluzioni e servizi per l’Industria
28 marzo 2017 - Rossana De Simone
VIVIAMO IN UN MONDO DI MATTI: dalla riduzione del debito e del perimetro aziendale alla crescita e sviluppo
“I risultati ottenuti negli ultimi tre esercizi – dal 2014 al 2016 - confermano l’efficacia delle scelte poste alla base del Piano Industriale. Su queste solide basi, in continuità e coerenza con quanto già avviato nella prima fase di “turnaround”, il Piano Industriale dei prossimi cinque anni – 2017-2021 - si focalizzerà sullo sviluppo e sulle opportunità di crescita della ‘One Company’”. Questa dichiarazione entusiasta di Moretti, avvenuta durante la riunione del Consiglio di Amministrazione che ha approvato il nuovo piano industriale, letta insieme ai risultati presentati nella Relazione finanziaria annuale 2016, induce a pensare che l'operazione durata tre anni si sia conclusa positivamente: “Un Gruppo ‘nuovo’, con un nuovo brand, concentrato sulle proprie attività core, con una governance più efficace e efficiente, caratterizzato da una crescente capacità di generare cassa e, conseguentemente, da un livello di indebitamento più adeguato alle proprie dimensioni, nonché da risultati economici finalmente di assoluto rilievo, in linea con i principali competitor, grazie ai primi significativi benefici derivanti dalle iniziative di riduzione dei costi e dei miglioramenti dei processi industriali”. 

domenica 19 marzo 2017

LEONARDO/FINMECCANICA: MA QUALE E’ LA STRATEGIA INDUSTRIALE? LE IDEE DI MORETTI NON CI DANNO UN FUTURO, MEGLIO CAMBIARE.

La trasformazione di Finmeccanica in “one company” raggruppando sotto di sé tutte le controllate, non ha portato all’individuazione  di progetti su cui investire nei prossimi anni, ma semplicemente alla svendita di produzioni strategiche per l’Italia (vedi Ansaldo Breda e Ansaldo Sts), o  al ridimensionamento  e/o eliminazione di sedi come accade alla Alenia di Tessera  o alla Electron Italia. La prima si è vista cedere quote alla russa Scac-Sukhoi  con relativo abbandono del progetto dell’ aereo passeggeri commerciale Superjet SSJ 100, la seconda viene dismessa sbrigativamente dall’AD dicendo che non è core business e la restituiamo al mercato. A tre anni dalla nomina dell’ ing. Mauro Moretti come Amministratore Delegato di Leonardo/Finmeccanica  non è ancora chiaro il piano industriale che dovrebbe rilanciare l’azienda. Si sta infatti consolidando l’idea che più che assumere il compito di AD, Moretti stia svolgendo il ruolo di curatore fallimentare.

Alle centinaia di lavoratori e lavoratrici che vedono a rischio il proprio posto di lavoro bisogna aggiungere la sofferenza di tutti quelli a cui sono state ridotte le competenze (vedi Alenia in Campania e Puglia) e dei lavoratori dell’indotto spesso considerati di serie B e per questo poco difesi. E’ evidente, a questo punto, che il piano messo in atto dall’attuale AD sia finalizzato al solo recupero economico ottenuto attraverso cessioni di attività e riduzione dei costi nelle gare di appalto con conseguente taglio dei salari. Nei primi nove mesi del 2016 i ricavi consolidati sono diminuiti del 10,7% mentre l’utile netto è aumentato da 122 a 352 milioni da attribuire però in larga parte alla riduzione degli “oneri finanziari netti” per 180 milioni. Inoltre, l’andamento continua a risentire delle difficoltà nel settore elicotteri per le commesse sfumate (es. acquisto di AH-04 Apache da parte del ministero della difesa britannico direttamente alla Boeing o la scelta degli S-70i Black Hawk della statunitense Sikorsky  in Polonia), e nel settore aerei civili (C295W di Airbus  invece che gli Spartan C27J in Canada) mentre nei  calcoli effettuati nel settore aeronautico, ordini per 9.790 milioni in calo rispetto al 2015 (1.290), si è erroneamente  contabilizzato l’intero valore della fornitura al Kuwait di 28 EFA sebbene la quota di pertinenza di Finmeccanica sia pari al 60%.  

La Divisione Elicotteri (ex Agusta Westland): le contrazioni delle vendite dovrebbero proseguire anche nel 2017 (a settembre 2016 i ricavi sono stati 2.565 mln di euro contro i 3.212 del 2015). Anche il finanziamento del  nuovo elicottero da esplorazione e scorta (NEES) dell’Esercito italiano, aggiornamento dell’elicottero  AH-129 Mangusta, non produrrà carichi di lavoro consistenti ed effettivi (487,06 milioni di euro da suddividere negli esercizi finanziari dal 2016 al 2025 ma i tempi di attuazione sono da definire). Si prospettano incrementi nel segmento civile (80% della produzione) e un calo in quello militare.

Per le sedi campane di Pomigliano e Nola mancano investimenti e nuove  commesse. Il lavoro si sta riducendo e sono a rischio i lavoratori dell'indotto di aziende come Dema e Sipal. Tenendo conto che i dipendenti sono ingegneri e tecnici, ciò vuole dire che la progettazione è esigua;

Sedi di Alenia/Aermacchi  di Venegono S. (VA), Cameri (NO), Caselle e corso Marche Torino: anche qui  non esistono prospettive chiare per i prossimi anni. A Venegono Superiore Alenia/Aermacchi  si progetta e produce addestratori.  Attualmente si stanno ultimando le consegne delle commesse italiana e polacca dell’M-346 mentre la prima consegna dell’M-345 è prevista per il 2019 (addestratore derivato dal Siai Marchetti  S211 poi M311, la progettazione è in ritardo rispetto al programma prefissato, l'Italia ne ha acquistati 5 visto che il maggiore azionista di Leonardo è il ministero economico e finanza).  Inoltre vi è stata la cancellazione del MoU per la fornitura di 66 M-346 a Taiwan e il ritiro del partner Raytheon dal consorzio per la partecipazione di Leonardo  alla gara americana per il nuovo aereo addestratore T-X. Sebbene Alenia/Aermacchi abbia deciso comunque di partecipare alla gara di fine 2017 con la sua controllata americana DRS, è più probabile una vittoria di uno dei  due contendenti  Lockheed Martin con il T50 coreano e la Boeing  con la Saab svedese.  Dunque la situazione è critica;

Nella sede di Caselle la perdita del  contratto con il Canada ha messo  in crisi il carico produttivo in quanto la commessa dei 28 EFA al Kuwait (Stato sicuramente non pacifico) darebbe lavoro, se fosse a pieno ritmo, solo per circa 1-2 anni.  Ad oggi il lavoro è garantito per i primi 6 mesi dell'anno mentre il secondo semestre è scarico ed è in attesa della produzione per il Kuwait.

Anche a Torino C.so Marche per il 2017 si prevede una riduzione dei carichi di lavoro. Per quanto riguarda Cameri continua la produzione e assemblaggio delle strutture dell'F35 per i primi 90 acquistati dall'Italia e delle ali per alcune nazioni partecipanti al progetto. Considerando che tutta la fase di progettazione rimane in mano alla Lockheed Martin, è da ricordare che a tuttora non vi sono stati i trasferimenti tecnologici previsti e latita il trasferimento di lavoro. Per di più Cameri doveva essere l’unico luogo di MRO&U (manutenzione, riparazione, revisione e aggiornamento) al di fuori degli Stati Uniti, ma il 7 novembre scorso il Pentagono ha deciso che l’assegnazione  di lavoro extra strutture e motore (affidato alla Turchia), cioè le componenti più nobili del progetto, andranno alla Gran Bretagna, Olanda e Australia. Vengono così smentite le dichiarazioni di Roberto Cota, ex presidente della regione Piemonte, secondo cui l’F-35 avrebbe creato 10.000 posti di lavoro visto che al momento vi sono in forza  circa 700 lavoratori, di cui una parte provenienti da Caselle. Calcolando che per i 90 velivoli acquistati dall'Italia si spenderanno dai 13-15 miliardi di euro e la costruzione degli immobili è costata poco meno di 1 miliardo di euro, qual è l’affare? Considerando che gli addestratori M346 e M345 sono velivoli recenti e che i caccia  Eurofhigter e i relativamente nuovi F35 sono già in produzione avanzata, e che l'ingegneria industriale divisione velivoli occupa circa 1500 dipendenti, è legittimo chiedersi quando potrà esserci lo sviluppo di un nuovo progetto?

Quale futuro per Leonardo/Finmeccanica se nei fatti non esiste una seria politica industriale?

Servirebbero  un governo (lo Stato è il maggiore azionista di Leonardo Finmeccanica) e una direzione aziendale in grado di stabilire le priorità e le alleanze internazionali.  La decisione che Leonardo debba essere una  società dedicata ai soli settori della difesa-sicurezza  abbandonando quelli pur strategici prettamente civili, si è rivelato un errore.  Leonardo è padrona di tecnologie avanzate e duali dunque può essere impiegata in più settori riconvertendo e diversificando la produzione. Le somme ricavate dalle vendite delle società come Ansaldo non dovrebbero servire esclusivamente per ripianare i debiti, ma essere in parte utilizzate in investimenti, rinnovo di impianti e macchinari e nella ricerca e sviluppo di progetti socialmente utili. Altrimenti vi sarà, come è sempre stato, un continuo ridimensionamento occupazionale e prima o poi potrà toccare anche a noi.

E’ compito del sindacato chiedere con forza un cambio nella politica industriale. In questi mesi si sono visti   lavoratori in lotta per difendere il  proprio posto di lavoro. Sarebbe un grave errore pensare che la crisi che attraversa le sedi di Tessera o della Electron come pure quelli delle aziende dell'indotto, non sia anche un nostro problema. Queste sono realtà che ci appartengono perché ovunque la direzione aziendale può ritenere necessario tagliare. Quando una sede viene minacciata tutte le altre la devono difendere. Visti i risultati, ci domandiamo se sia utile confermare Moretti o se non sia arrivato il momento di ammettere di non aver fatto la miglior scelta e tornare sui propri passi.    

Marzo 2017     

sabato 4 febbraio 2017

L’A.D. DI LEONARDO/FINMECCANICA E’ STATO CONDANNATO PER OMICIDIO COLPOSO PLURIMO PER LA STRAGE DI VIAREGGIO

“E' moralmente inaccettabile che dopo una condanna di primo grado
Mauro Moretti sia ancora a guidare un'azienda di Stato”

La sentenza Condanna a sette anni gli ex AD di Fs e Rfi Moretti ed Elia al processo per la strage di Viareggio in cui persero la vita 32 persone nel giugno del 2009. Per i 33 imputati, come persone fisiche, e 9 società, le accuse erano a vario titolo di disastro ferroviario, omicidio colposo plurimo, incendio colposo e lesioni colpose. La sentenza dice che i vertici delle Ferrovie sono stati condannati perché avevano le competenze e i mezzi e la tecnologia per evitare quella strage: la sentenza ha voluto mirare all'individuazione delle responsabilità di vertice, di coloro che avrebbero concretamente potuto incidere sui livelli di sicurezza del trasporto ferroviario e non lo hanno colpevolmente fatto (cosa che potrebbe ripetersi in altre aziende).

La Procura di Lucca ha censurato i profili di responsabilità di Moretti osservando come, in quello "spiacevolissimo episodio", "in qualità di A. D. di Rfi, era tenuto a garantire la sicurezza di circolazione dei treni e, sempre nel campo di Rfi, non ha valutato il rischio insito nella circolazione dei treni che trasportano merci pericolose, il possibile taglio del serbatoio contro un elemento ferroviario, non ha valutato che il grave rischio potesse accadere in una stazione vicina alle case, non ha valutato l'opportunità di abbassare la velocità in concomitanza di centri abitati". Ha insomma e più semplicemente stigmatizzato come nelle competenze di un manager di Stato la cultura e le pratiche della sicurezza come "prevenzione del rischio" non siano un optional, e che la "tragedia" non possa e non debba diventare un danno collaterale accettabile.

I familiari delle vittime chiedono le dimissioni di tutti coloro che sono stati condannati nel processo di primo grado di ieri e che hanno tuttora incarichi, come Mauro Moretti: "E' moralmente inaccettabile che dopo una condanna di primo grado Mauro Moretti sia ancora a guidare un'azienda di Stato. Ne chiediamo le dimissioni e che sia tolto a Moretti il titolo di Cavaliere del Lavoro", hanno spiegato i familiari delle vittime all'indomani della sentenza di condanna dell'allora AD di Rfi, sottolineando che "non si può tenere su una poltrona così importante un manager condannato in primo grado. Chiediamo che la politica intervenga". 

Moretti, ferma restando la presunzione di innocenza, dovrebbe riflettere sulla compatibilità tra il suo ruolo di manager di Stato e i fatti accertati dal Tribunale di Lucca, a prescindere dalla valutazione giuridica che ne è stata data, magari rinunciando anche alla prescrizione, sarebbe un segno di discontinuità e a dimostrazione che responsabilità politico-aziendale e responsabilità penale rispondono a principi e canoni diversi. L'arrocco con cui il Cda di Finmeccanica lo ha riconfermato indica che è assai improbabile che questo accadrà.

Come ADL Varese condividiamo il pensiero dei familiari delle vittime che riportiamo testualmente e che facciamo nostro: "E' moralmente inaccettabile che dopo una condanna di primo grado Mauro Moretti sia ancora a guidare un'azienda di Stato. Ne chiediamo le dimissioni e che sia tolto a Moretti il titolo di Cavaliere del Lavoro"!!!


2 Febbraio 2017

giovedì 15 dicembre 2016

AGUSTA - L’assemblea è un diritto dei lavoratori

Prendiamo atto che l’assemblea informativa sul rinnovo del CCNL Metalmeccanici del terzo turno di ieri non si è svolta e ne ignoriamo le motivazioni, riteniamo comunque un diritto dei lavoratori essere informati su questo difficile rinnovo e ci mettiamo a disposizione per sopperire alla carenza informativa organizzando una assemblea aperta anche a tutti coloro abbiano dubbi o perplessità sul contenuto dell’accordo.   

ASSEMBLEA
NON RETRIBUITA
IN SCIOPERO
PER TUTTI I LAVORATORI 
Finmeccanica / Leonardo
Helicopter Division (EX AGUSTAWESTLAND)
DI C. COSTA - PER IL GIORNO
Lunedì 19 Dicembre 2016

DALLE 14.30 ALLE 15.30


PRESSO LA SALETTA SINDACALE

ORDINE DEL GIORNO:

-         Rinnovo CCNL Metalmeccanici
-          varie ed eventuali



15 dicembre 2016

giovedì 21 luglio 2016

LEONARDO/FINMECCANICA: Moretti vende anche FATA LOGISTIC

LEONARDO/FINMECCANICA: “ingenuità” al vostro servizio
Moretti vende anche FATA LOGISTIC
Drastica riduzione del fuori casa: migliaia di lavoratori rischiano il posto

Prosegue la cura dimagrante dell’azienda parastatale diretta dall’AD nominato dalla forza politica ora in auge, cura dimagrante fatta per tentare di risanare (secondo l’AD) una situazione che stava per portare al tracollo l’intero gruppo. Secondo le teorie dell’AD è necessario mantenere il controllo dell’Alta Tecnologia mentre tutto il resto serve solo per fare cassa. Ora tocca a FATA Logistic che gestisce la logistica e la movimentazione dell’intero gruppo e che M. M. si prepara a vendere al miglior offerente rappresentato solo da multinazionali estere (DHL, FEDEX ecc.), che agiscono all’interno degli appalti attraverso il massiccio uso di cooperative con “dipendenti” con bassi stipendi e con poche tutele, nel silenzio assordante dei soliti sindacati.

Quale sarà la prossima azienda da “sacrificare”? FGS???


Da Frosinone a Varese, dall’Inghilterra all’Italia e da Grottaglie a Torino, sono già iniziati i trasferimenti “forzati” di lavoratori voluti dall’AD allo scopo di riequilibrare le forze da dove c’è poco lavoro a dove, invece, si deve arginare un picco produttivo; In realtà il “picco produttivo” viene creato grazie alla riduzione di centinaia di migliaia di ore di attività “fuori casa”, attività esternalizzate da decenni (sempre per volere di Finmeccanica), che ci sta portando alla massiccia perdita di Know-how e che ora ci presenta un conto salato da pagare: solo in Agusta si parla di 300 lavoratori lasciati a casa in un anno, lavoratori che sono in azienda da decenni e che sarà difficile rimpiazzare visto il loro livello di conoscenza acquisito; un altro contraccolpo da assimilare grazie agli errori di valutazione da parte di chi agisce velocemente ma ragiona molto lentamente.   Le aziende dell’indotto ringraziano per la cortesia.

“…… fornitori non all’altezza della qualità del prodotto richiesta dal cliente; troppi “modelli” sul mercato; enormi investimenti per macchinari mai usati in favore di aziende esterne poco qualificate; abbiamo troppi operai rispetto agli impiegati; un quarto dell’engineering non è in grado di progettare un prodotto di qualità; molti dirigenti hanno fatto carriera non per motivi professionali; ci sono “siti” con dipendenti che non timbrano la presenza; dobbiamo fare massicci investimenti nel militare a discapito del civile; ennesimo cambio del nome necessario per “ripulire” l’azienda; una classe politica inadeguata per questa azienda;....…”

Questo è il pensiero del nostro ben amato AD espresso in modo abbastanza chiaro durante la sua audizione in parlamento ma che non si sta concretizzando con dei buoni  risultati, anzi, tutt’altro:  continuare a criticare la classe dirigente non è il modo migliore per farla produrre; controllare tutti i budget di spesa e rinegoziare tutti gli appalti al ribasso non si traduce in un migliore servizio; investire nel militare quando è il civile che ci tiene in piedi non vuol dire avere intuito negli affari;

Ai nostri errori si stanno sommando gli errori dovuti all’inesperienza e all’arroganza di chi pretende di sapere tutto….. così non si rischia il tracollo?

20 Luglio 2016
ADL – Sindacato di Base

martedì 5 luglio 2016

OGGETTO: Mancato rispetto del Testo Unico sulla Rappresentanza del 10 gennaio 2014

Spett. le
-          Associazione Industriali Roma
-          Associazione Industriali Varese
-          Finmeccanica spa
-          Fim/Fiom/Uilm

OGGETTO:  Mancato rispetto del Testo Unico sulla Rappresentanza del 10 gennaio 2014

Con la presente si intende contestare il contenuto dell’accordo (contratto integrativo di secondo livello)  ratificato a Roma tra le O. S. Fim-Cisl Fiom-Cgil, Uilm-Uil e Finmeccanica, in quanto non in accordo con il contenuto del Testo Unico  sulla Rappresentanza Sindacale Unitaria del 10/1/2014 firmato da CGIL CISL UIL e da Confindustria (testo che regolamenta la elezione e l’attività delle RSU in tutti i luoghi di lavoro).

Nello specifico, l’accordo sottoscritto (il 14/4/2016) stabilisce delle condizioni di miglior favore a tutto vantaggio di Fim/Fiom/Uilm, scavalcando la Rappresentanza Sindacale Unitaria eletta dai lavoratori,  come richiesto dal TU in oggetto e, più precisamente,  l’accordo stabilisce:
- Che Fim/Fiom/Uilm abbiano a disposizione un monte ore di permessi sindacali retribuiti che gli consentirebbe di avere molte più ore a disposizione rispetto a quanto concesso ad altre RSU elette dai lavoratori ma non elette nelle liste di Fim/Fiom/Uilm;
- Vengono stabilite tutta una serie di relazioni sindacali (osservatorio strategico ecc.) a beneficio solo di Fim/Fiom/Uilm, garantendo loro un vantaggio di “rappresentanza” rispetto ad altre RSU elette dai lavoratori ma non eletti nelle liste di Fim/Fiom/Uilm;
- Si stabiliscono tutta una serie di rapporti esclusivi tra la direzione Aziendale e Fim/Fiom/Uilm, senza rispettare un omogeneo coinvolgimento di tutta la RSU eletta dai lavoratori;
- Si istituiscono dei “coordinamenti sindacali”  (nazionali e di divisione) i cui rappresentanti vengono nominati dalle segreterie di Fim/Fiom/Uilm cui verranno, tra l’altro, riconosciuti un ulteriore monte ore di permessi sindacali retribuiti e il diritto esclusivo delle relazioni sindacali (es. per i rinnovi contrattuali) , in totale dispregio di quanto indicato dal TU in oggetto.

Secondo quanto sopra esposto, prendiamo atto della palese violazione delle regole stabilite dal TU sulle RSU del 10 gen. 2014 da parte sia di FIM/FIOM/UILM sia di Finmeccanica, appartenenti alle associazioni che hanno sottoscritto tale accordo, nell’intento di escludere altre RSU e le RSU di ADL, da un diritto di rappresentanza che è il nucleo centrale del TU in oggetto.

ADL Varese invita quanti in indirizzo ad avviare le procedure previste per ripristinare le condizioni di rappresentanza delle RSU indicate nel TU del 10/1/2014.

Distinti saluti
per ADL Varese,
il rappresentante legale

Fiorenzo Campagnolo

lunedì 30 maggio 2016

Finmeccanica, l’India annulla tutte le gare vinte. “Il gruppo verso la black list a causa delle inchieste per tangenti”

Il ministro della Difesa di Nuova Delhi ha annunciato che il procedimento nei confronti dell'azienda della difesa e dell'aerospazio e delle sue controllate è già avviato. Motivazione ufficiale: le indagini sulle presunte mazzette per gli elicotteri Agusta Westland. L'ex amministratore delegato Orsi è stato condannato a 4 anni in appello per corruzione internazionale e false fatturazioni.
A due giorni dal ritorno in Italia del marò Salvatore Girone, l’India ha deciso di cancellare tutti i bandi di gara vinti daFinmeccanica, oggi Finmeccanica-Leonardo, per equipaggiamenti destinati alla Difesa. Questo perché il gruppo italiano guidato da Mauro Moretti finirà a breve nella black list di New Delhi. Il motivo ufficiale sono le indagini per le presuntetangenti relative a un appalto da 560 milioni di euro per la fornitura di 12 elicotteri Agusta Westland. Nelle ore successive alla decisione della Corte Suprema di rimpatriare il fuciliere diMarinail ministero della Difesa di Nuova Delhi aveva annullato un mega-contratto da 300 milioni di dollari con l’azienda per la fornitura di siluri per i sottomarini indiani.
“Il processo per la blacklist è già iniziato”, ha detto il ministro indiano della DifesaManohar Parrikar,

Cassazione: restituire a Iraq interessi su pagamenti per acquisto elicotteri Agusta

5 velivoli mai consegnati a seguito invasione Kuwait nel '90 (Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Roma, 27 mag - La Corte di Cassazione ha decretato la restituzione al Governo iracheno degli interessi sulle somme versate per l'acquisto di 5 elicotteri Agusta mai consegnati al Paese a seguito dell'invasione nel 1990 del Kuwait. Il Tribunale, infatti, ha accolto la parte del ricorso del Governo iracheno contro la sentenza della Corte d'Appello di Milano - che nel 2012 aveva dichiarato la risoluzione del contratto e condannato l'Iraq a risarcire Finmeccanica con oltre 70 milioni di euro - che contestava la "violazione del diritto francese in tema di rivalutazione monetaria e di interessi". Per la Corte, il motivo "e' fondato nella parte in cui la sentenza ha posto come 'dies a quo' per il decorso degli interessi la data di conclusione del contratto , e non quella della domanda giudiziale".
finanza-mercati.ilsole24ore.com

mercoledì 4 maggio 2016

Finmeccanica, arrivano gli esuberi: sarà Leonardo, «con meno operai»

«La nuova industria avrà meno fabbrica, oggi ad esempio in assemblea c’è stato rimproverato che abbiamo solamente, c’è stato detto, poco più del 20% di operai e abbiamo tantissimi impiegati. Ho dovuto rispondere che gli impiegati sono ingegneri e tendenzialmente dobbiamo averne sempre di più e sempre meno operai». Moretti ha spiegato che la trasformazione di cui parla è al netto degli esuberi ereditati dalla precedente gestione.
E a proposito dell’impatto occupazionale il manager ha dichiarato: «Un Paese come il nostro che vuole mantenere alti i redditi e uno stato sociale importante, bisogna che venga a riportare le sue attrattività e i suoi investimenti nella parte pregiata della catena. La manifattura diventerà un fatto esecutivo automatico e sempre più decentrato nei Paesi a basso costo». Riguardo alle strategie, Moretti non ha escluso l’ipotesi di future acquisizioni ma ha chiarito che «la crescita non va fatta a debito». Negato invece un interesse per Piaggio Aerospace, azienda in forte difficoltà, controllata dal fondo emiratino Mubadala, che ha stabilimenti in Liguria (Genova e Villanova d’Albenga) e per la quale governo e sindacato sono in pressing per un’intervento di mamma Finmeccanica. «Noi non siamo interessati a rilevare l’azienda. - ha scandito Moretti - Piaggio Aerospace è un problema molto, molto, molto delicato. Non siamo interessati a fare da ammortizzatore», ha sottolineato l’a.d., ma allo stesso tempo «non siamo insensibili, siamo interessati a prodotti come l’unmanned», il P1HH Hammerhead al cui sviluppo Finmeccanica contribuisce.

Armi, triplica vendita del made in Italy

La maggior parte di queste aziende sono di proprietà o in varia misura partecipate dal Gruppo Finmeccanica”.
Un sotterfugio che un ex ministro della Difesa di nomeSergio Mattarella denunciò anni fa come “un grave svuotamento delle disposizioni contenute nella legge 185”: il governo può aggirare il divieto di forniture militari a un paese in guerra se con esso ha stipulato un accordo intergovernativo nel campo della difesa e dell’import-export dei sistemi d’arma. Il caso più grave riguarda le forniture belliche alle forze aeree del regime Saudita, che da oltre un anno conducono bombardamenti indiscriminati su città, scuole e ospedali in Yemen che finora hanno provocato almeno 2mila morti civili, per un quarto bambini. Crimini di guerra 

“Finmeccanica, prospettive nere per il nostro territorio”

Imprenditori del territorio che lavorano con Finmeccanica a Cascina Costa ci stanno disegnando una prospettiva nera… ma lenta, perché lenta potrebbe passare quasi inosservata … ma non a noi.
Nel febbraio 2015 Moretti presentò un documento chiamato “piano industriale Finmeccanica”, altro non era che una mascherata ristrutturazione aziendale che metteva a rischio i posti di lavoro.
I tanto decantati risparmi sul sistema di fornitura, su ricerca e sviluppo, sul capitale fisso e non ultimo la vendita di assets strategici, insieme alla trattativa “sull’armonizzazione dei contratti” sono il tentativo di stabilire con lenta progressione il disfacimento di uno dei marchi industriali più prestigiosi del nostro paese.
Una reale prospettiva di ripresa deve necessariamente vedere protagonista il governo, troppo latitante, per sostenere la ricerca e l’impresa sui mercati internazionali, un’auspicabile ricapitalizzazione e per stringere alleanze internazionali.

giovedì 14 aprile 2016

ASSEMBLEA NON RETRIBUITA IN SCIOPERO PER TUTTI I LAVORATORI Finmeccanica Helicopter Division

ASSEMBLEA
NON RETRIBUITA
IN SCIOPERO
PER TUTTI I LAVORATORI 
Finmeccanica Helicopter Division
(EX AGUSTAWESTLAND)
DI C. COSTA - PER IL GIORNO
Venerdì 15 Aprile 2016

DALLE 13.00 ALLE 14.00

Primo Turno

DALLE 14.00 ALLE 15.00

Secondo Turno e Giornata

PRESSO LA SALETTA SINDACALE


ORDINE DEL GIORNO:

-         Rinnovo CCNL Metalmeccanici
-         referendum del 17 Aprile 2016
-         varie ed eventuali
-           

13 aprile 2016

mercoledì 30 marzo 2016

Agusta e Aermacchi saranno solo un ricordo del passato

FINMECCANICA “ONE COMPANY”: 3600 NO ALL’ACCORDO INTERNO
referendum “autogestito” e con poca trasparenza nel voto


Il referendum tra i lavoratori sull’ipotesi d’accordo interno di Finmeccanica, avvenuto nei giorni 7,8,9 marzo, ha concluso la prima parte della trattativa, durata diversi mesi, con l’approvazione, a maggioranza, dell’accordo già pre-firmato da FimFiomUilm. La votazione dei lavoratori è avvenuta dopo che le RSU avevano già approvato l’accordo; visto che le nuove regole prevedono solo il voto delle RSU, il referendum dei lavoratori è una forma di democrazia sicuramente più condivisibile ma…. avevamo chiesto, come ADL, di costituire una commissione elettorale per poter organizzare al meglio il referendum e di poter partecipare allo spoglio delle schede, ma FimFiomUilm hanno fatto da soli dicendo che loro hanno fatto la trattativa e loro fanno il referendum e lo spoglio. In alcune aziende (AleniaAermacchi) sono avvenuti addirittura due referendum paralleli, organizzati da alcuni sindacati che, per il solo fatto di aver firmato l’art. 47 senza le necessarie garanzie occupazionali da parte Finmeccanica, hanno ottenuto una trattativa separata e si sono fatti il loro referendum con il loro spoglio; questo ci fa capire l’importanza (per Finmeccanica) di avere le firme dei sindacati senza dare le necessarie tutele per i lavoratori. Nonostante l’autogestione del referendum e alcuni “pasticci” (alcuni lavoratori si sono trovati la scheda già votata) il voto non è stato un plebiscito di SI, ci sono 3600 lavoratori che non credono più alle favole che raccontano fimfiomuilm e di questo qualcuno si dovrà preoccupare!!

Finmeccanica: anche la provincia di Varese accoglie la proposta di ADL

Consiglio Provinciale del 22 marzo 2016
Approvata anche la mozione congiunta e condivisa da tutti i gruppi consiliari su Agusta Wetsland nella quale il consiglio provinciale chiede che l'ente si impegni a partecipare e collaborare nella costituzione di un tavolo di lavoro sul tema coinvolgendo le istituzioni locali, le associazioni di categoria, i rappresentanti dei lavoratori e l'azienda; a relazionare al Consiglio provinciale periodicamente sull'attività svolta e a individuare forme di informazione alla cittadinanza e a coinvolgere gli esponenti politici regionali e nazionali.