- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

mercoledì 22 gennaio 2020

OSPEDALE BUSTO A., GALLARATE, SARONNO E SOMMA LOMBARDO NO AL PAGAMENTO DELLE ORE NON RECUPERATE SI A PIU' PROGRESSIONI ORIZZONTALI

Nel verbale dell'ultima riunione con l'amministrazione è scritto: ”L'azienda si dichiara disponibile ad effettuare il pagamento integrale delle eccedenze orarie 2018 non recuperate entro il 31.12.2019”.

Adl si dichiara completamente contraria a questa decisione e comincia a capire come mai al posto del 50% di progressioni orizzontali nel 2019 ne sono state fatte solo il 26%.

Tutti gli altri sindacati, compresi gli infermieristici e gli autonomi, firmando l'accordo sulle fasce, hanno permesso tutto ciò.

In questo modo chi non voleva il pagamento degli straordinari, ma il recupero, non solo non potrà farlo, ma potrebbe anche aver perso uno o due preziosi anni di progressioni orizzontali pensionabili.

Ricordiamo che tutti i dipendenti di Busto e Saronno hanno già perso almeno un anno di “fasce” poiché sono state fatte 4 anni fa e che nelle stesse condizioni si trova circa il 75% del personale di Gallarate e Somma.

Nella prossima riunione Adl chiederà che quei soldi vengano utilizzati per le progressioni orizzontali previste per metà anno 2020 in modo che dal 26% diventino il 50% e che nel 2021 venga fatto il passaggio di fascia per tutto il restante personale che ne abbia diritto.

Adl chiede anche che finalmente vengano aumentate le indennità notturne e quelle di pronta disponibilità (“reperibilità). Sarebbe un forte segnale considerando che da  decenni sono rimaste uguali.

f.i.p. 2020

Solidarietà ai lavoratori francesi in lotta: il 23 gennaio davanti al Consolato francese

Solidarietà ai lavoratori Francesi in lotta
contro il taglio delle pensioni e per un futuro migliore.
23 gennaio appuntamento Milano via Moscova 3 alle ore 10,30
per incontrare il Console al Consolato di Francia
In Francia il governo Macron ha imboccato con decisione la strada di una nuova tappa della controriforma delle pensioni. Il suo obiettivo è inseguire il “modello italiano”: introdurre progressivamente il sistema contributivo, innalzare l’età pensionabile( fino a 64 anni entro il 2027, dopo le ultime modifiche), diminuire i rendimenti pensionistici incrementando le pensioni integrative, abbattere i cosiddetti “regimi speciali” di maggior rendimento per alcune importanti categorie di lavoratori salariati: ferrovieri, trasporto pubblico locale, aereoportuali, elettrici, insegnanti e lavoratori pubblici in generale.
A questo tentativo di demolizione del sistema previdenziale pubblico i lavoratori e le lavoratrici di quel paese hanno risposto in modo deciso ed esemplare. Sono in lotta dal 5 dicembre 2019 con la modalità, in alcune categorie, dello sciopero prolungato. Ferrovieri, lavoratori del trasporto locale, portuali e lavoratori delle raffinerie sono in sciopero ininterrottamente da quel giorno, si organizzano con assemblee, picchetti e presidi. Vengono organizzate casse di mutuo soccorso per sostenere i lavoratori e le lavoratrici che stanno lottando ormai da quaranta giorni .
Alle proteste partecipano anche giovani, studenti, insegnanti e lavoratori pubblici. Con fatica, le organizzazioni sindacali più combattive che si oppongono al progetto di legge del Governo tentano l’estensione dello sciopero al settore privato.
Si sono costruite assemblee e coordinamenti intersindacali tra Cgt, Force Ouvriere, Fsu, Cgc e Sud-Solidaires, insieme ai sindacati studenteschi, che organizzano lo sciopero e le grandi manifestazioni che da dicembre si susseguono senza sosta e che devono affrontare una repressione molto dura da parte della polizia. La Cfdt, il sindacato più moderato e rispettoso delle compatibilità macroeconomiche, sta accettando il gioco della divisione dello schieramento sindacale promossa dal Governo, partecipando ad una finzione di “dialogo” e le modifiche parziali già definite dal legislatore per far passare la sostanza di quel progetto.
Nelle ultime settimane anche il movimento dei “ gilet jaune” ha deciso di sostenere lo sciopero, le rivendicazioni e le mobilitazioni.
In Francia è in pieno svolgimento una battaglia per la difesa e la riqualificazione di uno stato sociale degno di questo nome che inciderà sulla vita delle prossime generazioni e che riguarda i lavoratori e le lavoratrici di tutta Europa.
E’ una possibilità concreta di sconfiggere le politiche di austerità che hanno massacrato ovunque le classi popolari, aprendo una strada per la costruzione di un’alternativa alle politiche neoliberiste del turbocapitalismo che domina le politiche economiche e sociali di tutti i governi europei.
Il 24 gennaio l’Intersindacale che coordina le lotte ha chiamato ad un’altra giornata di sciopero generale in tutta la Francia, con manifestazioni ovunque e in particolare a Parigi, perché il Consiglio dei Ministri definirà il progetto di legge.
Le Organizzazioni sindacali che coordinano la lotta hanno chiamato tutti i lavoratori e le lavoratrici del continente alla solidarietà il giorno 23 per dare un segnale di solidarietà.
Per questo ci impegniamo come organizzazioni sindacali di base a promuovere iniziative di informazione e sensibilizzazione a sostegno della lotta in corso in Francia in tutti i luoghi di lavoro, con presidi e momenti di mobilitazione pubblica davanti ai consolati e alle rappresentanze diplomatiche e o commerciali e aziendali di quel paese.
La loro lotta è la nostra lotta!
Fermiamo Macron, per fermare le politiche di austerità in tutta Europa!
Sialcobas.it

mercoledì 15 gennaio 2020

ACCAM BUSTO ARSIZIO, L’INCENERITORE CHE VOLLE BRUCIARSI DA SE’

Abbiamo più volte parlato dell’inceneritore ACCAM di Busto Arsizio per diversi motivi, in particolare perché al centro di una campagna delle associazioni locali che era riuscita qualche anno fa a convincere una quota sufficiente dei “proprietari” (i Comuni) a procedere al suo spegnimento entro una data “decente” (prima dicembre 2017 poi dicembre 2019).
Anche il Piano regionale rifiuti della Lombardia lo aveva messo tra gli “eliminabili” per la sua intrinseca obsolescenza.
Questa iniziativa è stata resa vana dal successivo Consiglio di Amministrazione che è riuscito a ribaltare la situazione e “allungare” la vita al 2027 (e forse più ….).
https://www.medicinademocratica.org/wp/?p=7335

Parte di questo Consiglio di Amministrazione a partire dal Presidente, nel corso del 2019, è sotto processo (alcuni hanno già patteggiato) nell’ambito degli “incarichi” dispensati da Nino Caianello (indagine “mensa dei poveri”) – referente di Forza Italia in provincia di Varese. https://www.medicinademocratica.org/wp/?p=8155
Nell’ambito degli imputati anche la società di consulenza che aveva giustificato tecnicamente la possibilità (e l’opportunità) di proseguire l’attività nonostante i disavanzi accumulati nel tempo (per sanarli si prevede l’incremento della quantità dei rifiuti estendendo l’area di conferimento).
Non è la prima volta che l’impianto è sotto processo, ...
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NO AL REGIONALISMO DIFFERENZIATO Bologna 18 gennaio 2020


mercoledì 8 gennaio 2020

Vicenza: la criminalità si infiltra nelle società di logistica

La Prefettura berica ha recentemente disposto una interdittiva nei confronti di una società del settore. Nei mesi scorsi la stessa azienda era stata protagonista di una dura vertenza con i lavoratori

di Andrea Rossini e Claudio De Zan, montaggio di Lorenzo Cavaglià


Nel servizio le interviste a Roberto Tommasi, Presidente di Libera Veneto; e a Gianni Boetto, Adl Cobas.

domenica 5 gennaio 2020

L’assistenza ai disabili non è mai subordinata alla disponibilità di risorse pubbliche. Asl veneta condannata al risarcimento per mancata assistenza


I disabili vanno assistiti e basta. La loro assistenza non può dipendere né dalle risorse finanziarie disponibili, né dai posti presso le strutture semiresidenziali.
A deciderlo è il Consilio di Stato con la sentenza n. 1 del 2 gennaio 2020 sull’incompleto inserimento di un minore (3 giorni su 5) in un centro diurno, perché l’Asl non aveva disponibilità economiche e si era limitata a formare una lista di attesa, erogando un contributo parziale, previsto dalla Regione Veneto a sostegno delle disabilità.



giovedì 2 gennaio 2020

BUON ANNO


Il 30 dicembre, Nicoletta Dosio, 73 anni, storica attivista No Tav, è stata portata al carcere.

Prima del progetto dell’alta velocità, negli anni Ottanta, la Valle era stata individuata come un corridoio per il traffico di merci. Hanno iniziato con un progetto di autostrada, inutile e dannosa, tranne che per chi la costruiva. Nessun comune voleva questa autostrada – avevamo già due strade statali e una ferrovia internazionale, in uno spazio di un chilometro e mezzo di ampiezza.
Lo stato promise delle compensazioni, che non erano altro che la costruzione di altre strade con il pretesto della messa in sicurezza del territorio dalle alluvioni. I lavori furono assegnati agli stessi costruttori dell’autostrada, che di fatto misero in sicurezza soltanto l’autostrada a danno del resto della Valle. Il progetto fu ovviamente accompagnato anche dalla promessa di duemila nuovi posti di lavoro.
Già allora era forte quello che chiamiamo «partito degli affari», un partito mafioso, che come tutta la mafia si annida nel cuore dello stato. Alla fine l’autostrada fu costruita.
Facemmo una battaglia contro gli espropri di terreno, nacque un piccolo comitato di proprietari terrieri a Bussoleno, ma la nostra lotta non fu popolare come lo è stata poi quella contro il Tav. Iniziammo a veder passare una quantità enorme di Tir, settemila al giorno. La Valle subì un inquinamento pazzesco, che si aggiunse a quello delle due acciaierie......