- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

martedì 31 luglio 2018

CFL/CAL: BUONI PASTO – PREMIO DI PRODUZIONE – LIVELLO PROSEGUE LA PROTESTA DEI LAVORATORI DELLA LOGISTICA

La mensa non vuole più i buoni pasto - Ora non possono nemmeno mangiare

I lavoratori dipendenti della ditta CFL spa, addetti alla movimentazione e alla logistica, che operano per conto di CAL, in sub appalto di FATA all’interno della sede di Cascina Costa di Leonardo Divisione Elicotteri, stanno protestando da mesi per rivendicare un miglioramento economico che manca da oltre 3 anni.   

Come se non bastavano le questioni ancora aperte con la direzione del personale,  ora scoppia il problema dei buoni pasto: la mensa aziendale non vuole più i TICKET  che vengono consegnati ai lavoratori della CFL/CAL.

La direzione della CFL era già stata informata del potenziale rischio dato che alcuni esercenti non accettavano più questi buoni pasto. Durante l’ultimo incontro era stato sollevato nuovamente il problema, e la direzione si era impegnata, finalmente, a intervenire verso FATA, che le impone questi TICKET (così sostiene la CFL/CAL), ma ora la situazione è precipitata e i lavoratori rischiano di avere in mano centinaia di buoni pasto che non valgono più nulla.

Per quanto riguarda, invece, le richieste economiche dei lavoratori, dopo l’ultimo sciopero, la direzione del personale ci ha chiesto un incontro per arrivare al più presto ad un accordo.  La nuova proposta, però, si discosta poco da quella precedente, se non per un leggero aumento economico rispetto al premio di risultato, ma il complessivo impianto rimane lontano dalle richieste dei lavoratori.

La direzione del personale della CFL/CAL è disposta a riconoscere il livello  a tutti gli operai a partire dal 2019 ma riducendo il premio che è comunque un premio abbastanza irrisorio: stiamo parlando di un premio annuale di circa 800 euro.
La proposta è stata rigettata nuovamente dai lavoratori ritenendola inaccettabile. I lavoratori continuano a chiedere solo il livello, come previsto dal contratto nazionale in base alle loro mansioni.

Ora la palla passa nuovamente alla direzione di CFL/CAL che deve contrattare con FATA il nuovo appalto e risolvere il problema dei TICKET. Vedremo se la situazione si sblocca o se saremo costretti a proseguire nella protesta.


27 luglio 2018 

lunedì 30 luglio 2018

Comitato per il Diritto alla Salute del Varesotto COMUNICATO STAMPA Commissione consiliare su Ospedale unico Busto Arsizio 18.07.2018

Comitato per il Diritto alla Salute del Varesotto
COMUNICATO STAMPA
Commissione consiliare su Ospedale unico
Busto Arsizio 18.07.2018

Il Comitato per il Diritto alla Salute del Varesotto ritiene che le decisioni relative alla possibile realizzazione dell’ospedale unico Busto Arsizio – Gallarate necessitino di una più larga informazione e partecipazione possibile dei cittadini: si tratta infatti di scelte rilevanti con cui la popolazione di numerosi comuni (Busto Arsizio, Gallarate ma anche tutti i comuni circostanti) dovrà confrontarsi per i prossimi decenni, così come altrettanto impattanti sarebbero gli effetti sui territori coinvolti a livello di viabilità, inquinamento, consumo del suolo, ricadute sul territorio …
La mancanza di qualsivoglia informazione da parte del Sindaco alla richiesta dei consiglieri comunali presenti è da ritenersi in primis una grave offesa all’intelligenza dei cittadini, che hanno invece pieno diritto ad essere informati su scelte importanti per il territorio che vivono.
Non è stato riferito nulla circa le necessità attuali e future, l’inquadramento urbanistico, la qualità del futuro polo (a parte gli insulti del Sindaco a chi ha solo chiesto le doverose informazioni sulla problematica)
Sulla base di quali presupposti la Regione e le amministrazioni coinvolte ritengono che la soluzione ai problemi della sanità pubblica sia la creazione di un nuovo ospedale? Con quali fondi si ritiene di operare? Si attuerà il nuovo intervento tramite il project financing o trattenendo fondi destinati alla salute dei cittadini? Che fine faranno le aree degli ospedali esistenti? Come giustificare il consumo dell’ultima area naturale tra Busto e Gallarate su cui insistono decine di migliaia di metri quadrati di boschi? Chi sono i millantati “150 primari favorevoli all’intervento” e perché non escono allo scoperto con dichiarazioni ufficiali?
Se per la risoluzione delle gravi problematiche che affliggono l’ospedale di Busto, il Sindaco Antonelli ha ribadito che insisterà con l’assessore Gallera in Regione (metodo quantomeno poco ortodosso per migliorare la situazione!), il Comitato si farà portavoce dei cittadini in modo ancora più efficace e ribadirà con altrettanta insistenza al Sindaco la necessità di capire cosa sta effettivamente dietro alle scelte sin qui attuate e a quelle future.
Post Scriptum: Sui social media è comparso a nome dell’associazione “Agorà Liberi e Forti” un lungo post che sostiene il progetto della realizzazione dell’ospedale unico con un elenco di generiche motivazioni che non entrano nelle vere questioni che il nostro comitato ha sempre posto: l’eventuale nuovo ospedale è coerente con la necessità di offrire un servizio sanitario vicino ai cittadini per ridurre l’accesso ai pronto soccorso e i tempi di attesa per i normali esami diagnostici o assorbirà tutte le risorse (ad oggi soltanto virtuali) per realizzare una mega struttura che distruggerà altro terreno agricolo con personale insufficiente che non potrà assumere perché oberata dai debiti che il finanziamento del progetto genererà?
Il Comitato per il Diritto alla Salute del Varesotto da un anno e mezzo chiede che la discussione sullo stato e sulle necessità della sanità del territorio sia portata a tutti i livelli per verificare se un nuovo ospedale sia la soluzione oppure “se non si possa puntare a ristrutturazioni, anche pesanti, delle strutture attuali ottenendo lo stessa qualità finale, concentrando le risorse per il personale e le attrezzature specialistiche e mantenendo strutture distribuite sul territorio più vicine ai cittadini, risparmiando terreno verde, evitando di creare altre aree dismesse nei centri cittadini e costruire nuove inutili strade” come abbiamo scritto nel nostro comunicato a commento della serata tenuta sull’argomento a Gallarate lo scorso febbraio.
A coloro che chiudono il post con la domanda “Se non ora quando” rispondiamo con “meglio tardi che mai”: ben vengano nella discussione sullo stato della tanto decantata Sanità lombarda per verificare se la realizzazione di un nuova mega struttura sia la soluzione o se serva invece a dirottare risorse verso le soliti grandi opere eludendo le emergenze attuali.

Busto Arsizio, 22.07.2018

venerdì 27 luglio 2018

La Casa delle Donne partecipa con un proprio gazebo MERCALLO sul lago di COMABBIO dal 26 al 29 LUGLIO alla " FESTA DEL PANZEROTTO"

La Casa delle Donne partecipa con un proprio gazebo e materiali tra cui la mostra di 8 pannelli sulla piéce "La Panchina Rossa", porterá una panchina che sarà ricoperta da un drappo rosso accompagnata da due pannelli con alcune foto dell'inaugurazione di quella di Gallarate e la spiegazione del significato e del progetto
a MERCALLO sul lago di COMABBIO dal 26 al 29 LUGLIO alla " FESTA DEL PANZEROTTO" , una festa che richiama dal circondario sul lungo lago in media un migliaio di persone ogni sera.  A Mercallo insieme al banchetto sarà posta in via provvisoria la panc​hina utilizzata per lo spettacolo "LA PANCHINA ROSSA" ed esposta parte della Mostra sullo spettacolo stesso. 

giovedì 26 luglio 2018

ASSEMBLEA RETRIBUITA - Lavoratori Logistica CFL/CAL


ASSEMBLEA RETRIBUITA
Lavoratori CFL (Leonardo Elicotteri C. Costa)


Venerdì 27 luglio 2018


Dalle 8.00 alle 9.00
(Lavoratori del I° Turno e Giornata)

Con Presidio e volantinaggio davanti alle portinerie di Leonardo elicotteri di C. Costa

Ultima ora di lavoro 
Per i Lavoratori del II° Turno


OdG:
·      Incontro con azienda
·      Buoni pasto

·      Varie ed eventuali

BUSTO ARSIZIO Educatrici contro il comune Art La Prealpina


BUSTO ARSIZIO Educatrici contro il comune, la battaglia legale sulle indennità continua

Uno a uno, palla al centro. Nel braccio di ferro tra comune e sindacato per quanto riguarda le indennità dei turni, al momento c’è un pareggio. Su due processi che sono arrivati a sentenza di primo grado, in un caso è stata data ragione a Palazzo Gilardoni e nell’altro al sindacato. Quindi «faremo appello e vediamo chi ha ragione», dicono sia il sindaco Emanuele Antonelli che Fausto Sartorato di ADL.
La vicenda riguarda il taglio delle indennità di turno che sono state cancellate dalle buste paga a partire dalla fine del 2016. Si parla di somme che vanno dai 100 ai 150 euro al mese per le quali è iniziata una battaglia con scioperi, proteste e presidi finita anche con una serie di ricorsi in Tribunale. E due di questi nei giorni scorsi sono arrivati ad una sentenza opposta: nel primo caso che riguardava un’educatrice di asilo nido il giudice ha dato ragione al comune, dividendo però le spese processuali, mentre nel secondo l’educatrice di scuola materna ha avuto pienamente ragione e le spese processuali sono state interamente addebitate al comune.

E si parla di cifre importanti. In questo secondo processo le indennità in discussione ammontano a circa 1.400 euro e le spese legali a 1.700. «Speriamo quindi che considerando le cifre in discussione e il fatto che la questione riguarda una cinquantina di lavoratori il comune decida di non sprecare altri soldi pubblici in battaglie legali» dice Sartorato, auspicando che «il rimborso avvenga per tutte le lavoratrici». Un auspicio che Palazzo Gilardoni respinge al mittente. «Due giudici dello stesso Tribunale hanno inteso la stessa vicenda in maniere opposte» commenta il sindaco Antonelli, secondo cui «è quindi inevitabile fare appello». E così se da un lato il sindacato annuncia che farà ricorso sulla prima sentenza dall’altro il comune lo farà sulla seconda. Il risultato dello scontro è quindi rimandato.

martedì 24 luglio 2018

IL SINDACATO ADL ESULTA PER LA SENTENZA “Il giudice dà ragione alle educatrici: hanno diritto all’indennità di turno”

Nuovo capitolo della vicenda relativa all’indennità di turno delle educatrici di asili nido e scuole materne, che lo scorso anno aveva visto le lavoratrici scioperare e protestare a più riprese davanti al municipio.
Oltre a manifestazioni e assemblee, due dipendenti – affiancate dal sindacato Adl – avevano presentato ricorso contro l’eliminazione dell’indennità da parte del Comune. E se nei mesi scorsi la prima delle due aveva ricevuto una sentenza “sfavorevole”, le cose sono andate diversamente per la collega.
Infatti, “il giudice del lavoro del tribiunale di Busto ha rigettato il ricorso del Comune, che dovrà risarcire la dipendente in questione e pagare le spese legali – annuncia Fausto Sartorato di Adl –. Questo è un passo avanti verso la vittoria finale, ossia il riconoscimento dell’indennità di turno a tutte le lavoratrici”.
“Sentenza netta” per Sartorato, “che dice chiaramente che alla dipendente spetta quanto richiesto. Stavolta non ci sono dubbi, tanto è vero che il Comune è stato anche condannato al pagamento delle spese legali”.
A questo punto, “alla luce di questo verdetto, faremo appello per la collega. Ora voglio vedere che cosa deciderà di fare il sindaco o l’amministrazione. Mi aspetto che adesso venga riconosciuto il dovuto a tutte le educatrici, che turnano a tutti gli effetti. Mi auguro che non si voglia portare avanti ulteriormente questa vertenza, col rischio che il Comune si ritrovi poi a dover pagare ulteriori spese legali. Auspico che prevalga il buonsenso: a settembre sediamoci intorno a un tavolo e ragioniamo insieme”.

sabato 21 luglio 2018

SABATO ALLA CASCINA BURATTANA Torna la pastasciutta antifascista

Sabato 21 luglio, alla cascina Burattana, si rinnova l’appuntamento, giunto alla nona edizione, della Pastasciuttata Antifascista in memoria dei fratelli Cervi.
Il 25 luglio del 1943 cadde Mussolini e con lui, si pensava, il fascismo. I Fratelli Cervi offrirono alle genti vicine ai Campi Rossi una semplice pastasciutta burro e salvia.
Le realtà antifasciste del territorio vogliono ricordare quel giorno e riflettere sulla situazione attuale: “Ci avviciniamo a Busto quasi al decennale di un appuntamento partito nove anni fa con gli amici Daniele e Marco al locale Il Passaparola. A quel tempo a ricordare la Pastasciutta Antifascista erano Casa Cervi a Gattatico, Archivi della Resistenza di Fosdinovo e noi, antifascisti di Busto. Di tempo ne è passato, e la cinquantina di antifascisti di allora sono nel tempo aumentati e anche gli appuntamenti in Italia si sono moltiplicati”.
E “intatto è rimasto l’impegno per questa, come per altre occasioni, di provare a praticare antifascismo a queste latitudini in cui ‘l’onda nera’, variamente vestita, non ha mai smesso di schiumare: sbraitando contro chi arriva dalla disperazione, ostentando machismo, spregio di storia e tradizioni, articolando in vario modo fra pubblico e privato, al bar come al lavoro, la frase ‘me ne frego’, marginalizzando ogni forma di dissenso.
L’imbarbarimento a cui assistiamo e che nasce dalle nostre viscere italiche ci porta a rinnovare l’appello a fare attenzione al fascismo che trasversale ci abita, quello che non fa mostra di sé attraverso saluti romani e teste rasate, ma attraverso l’arroganza e la prepotenza, l’abuso di qualsiasi forma di potere, anche del poterino meschino, l’annichilimento di qualsiasi confronto o riconoscimento dell’altro, la negazione di passioni, vite, storie attraverso l’uso strumentale della Storia. ‘Questo o quello per me pari sono’, canta l’opera. L’esito è sotto gli occhi di tutti. Ecco perché le realtà e i cittadini che hanno fatto questi nove anni di pastasciuttata antifascista, che già proseguirono il 25 aprile in risposta alla riduzione a mera ‘carrellata’ della Celebrazione, quelle che furono in giro in città in bicicletta con la Costituzione il 2 giugno, vi invitano il 21 luglio sera in Casina Burattana.
Il fascismo fra camice nere, negazione di libertà, leggi razziali e guerra negò la festa. Rinnoviamo oggi la gioia di mangiare e bere insieme, di ascoltare musica e ballare, di stare a tavola e discutere schietti e in faccia. Contro tutti fascismi di ieri e di oggi, ricordando, come canta la canzone ‘Festa d’aprile’, che ‘oggi al fascista si addice il borghese’ proponiamo un programma gratuito e popolare come lo fu quello vero di 75 anni fa”.
Si parte alle 20 con la pastasciuttata con, in sottofondo, i “canti resistenti” del Coro Rebelde. Dalle 21.30 spazio alle danze. L’ingresso è gratuito.

Aderiscono e sostengono l’iniziativa A.P.S. Scintille di Sale – ADL Varese Sindacato di Base – Allegra Brigata – Antifascisti Sempre Busto Arsizio – Associazione Amici della Cascina Burattana – Associazione E. Curiel – Emergency Busto Arsizio –  Istituto Alcide Cervi  – Liberi e Uguali Busto Arsizio – MASCI Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani Busto Arsizio 2  – PCI Sez. Busto – Rete di Cooperazione educativa – Rifondazione Comunista.

venerdì 20 luglio 2018

Comunicato Stampa - ASSEMBLEA PUBBLICA SUL TEMA: REVISIONE e SUPERAMENTO DELLA LEGGE FORNERO (ANALISI e PROPOSTE)

Nel pomeriggio di ieri 11 luglio si è tenuta l’attesa assemblea sul tema delle pensioni promossa dai comitati esodati , i gruppi Facebook di disoccupati , quota 41, proroga opzione donna, CoNUP, Le lotte dei Pensionati , per portare all’interno del Parlamento i problemi che riguardano i lavoratori, i loro diritti e il futuro delle pensioni.

Ringraziamo coloro che hanno reso possibile l’evento, tutti i partecipanti e i relatori che hanno contribuito a rendere elevato il contenuto del dibattito. Infatti, riteniamo ottimo risultato di partecipazione, dibattito di alto livello, grande attenzione ai temi delle pensioni da parte dei politici e dei sindacalisti presenti, che hanno ascoltato le istanze dei diretti interessati, prima di esprimere la loro opinione.

Abbiamo esposto le varie tematiche sulle questioni pensionistiche, ponendo l’accento su quelle più urgenti, come è stata riconosciuta da tutti, partendo dalla questione degli esodati rimasti esclusi dalle precedenti salvaguardia, per i quali è stato sollecitato un intervento specifico dedicato.

Naturalmente il dibattito si è sviluppato in maniera diffusa sulla necessità di cambiamento atteso, promesso, sbandierato quale il superamento della legge Monti-Fornero, ma anche suoi presupposti che dovrebbe avere un sistema pensionistico solidale; è stato sottolineato la necessità di ritornare al retributivo per tutti (forti i dubbi di legittimità della formula del contributivo che lega le pensioni al PIL) e la revisione dei limiti pensionistici, nonché valutazioni critiche sui fondi pensioni integrativi. Perché noi il cambiamento lo rivendichiamo!

Noi chiediamo di essere ascoltati dalle commissioni Lavoro e Bilancio della Camera e del Senato, anche riunite congiuntamente , e dai ministeri del Lavoro MdL e del MEF a settembre .
Chiediamo di essere ascoltati come portatori di interessi, comitati , gruppi FACEBOOK, insieme alle parti sociali e i sindacati, aprendo tavoli con il Governo a settembre.

Il governo del cambiamento deve ascoltare e cambiare le modalità dei precedenti governi dando PRIORITÀ AI SOGGETTI DEBOLI , a chi un lavoro, un reddito, una pensione non ha (Esodati, disoccupati, 15 enni , ecc) , o ha pensioni minime o medio basse

Staremo col fiato sul collo al Parlamento e al Governo e torneremo ad incontrarci per una verifica sullo stato d'avanzamento dei provvedimenti che riguarderanno le tematiche sopra citate, prima della fine dell'anno.

Roma 11 luglio 2018

Per il comitoto organizzativo

Savio Galvani
Claudio Ardizio

VIDEO INTERVENTI i>>>

giovedì 19 luglio 2018

secondo contributo x 11 luglio di ADL Varese -

Analisi critica del secondo pilastro pensionistico: il fondo chiuso

I fondi pensione chiusi sono nati come “aiuto economico” alla pensione pubblica, uno dei punti fermi di questi fondi era il lavoro stabile con versamenti costanti e poche spese di gestione; oggi ci chiediamo se tale scopo è stato raggiunto o se non sarebbe meglio trovare nuove strade e altre soluzioni? Secondo noi non ci sono più le condizioni per tenere in piedi questi fondi, perché? Perché si spendono soldi dei lavoratori per pagare  i rimborsi spese ai gestori del fondo, pagare le operazioni bancarie, le assicurazioni,  ecc...; perché il fondo può fallire come successo in altri paesi; perché il fondo è quotato in borsa e può non garantire il futuro economico; perché il fondo investe nelle aziende che ne traggono vantaggio; perché il fondo fa discriminazione tra lavoratori e lavoratori; perché chi non ha un lavoro non avrà nemmeno questo ipotetico vantaggio; perché chi ha un lavoro precario non avrà un versamento costante; perché si dovrebbe consentire di versare le medesime quota all’INPS. Perché la pensione deve essere pubblica e dignitosa e non “precaria” come i fondi.

INOLTRE, le aziende versano centinaia di euro per ogni aderente al fondo (2% dal 2017) che vengono sottratti dal budget di ripartizione collettiva ad ogni rinnovo del CCNL. L’ultimo rinnovo contrattuale dei metalmeccanici, ad esempio, ha riconosciuto, come aumento economico, i buoni spesa e i benefit welfare completamente decontribuiti; il contratto di secondo livello, legato alla produttività aziendale, prevede un Premio quasi completamente decontribuito, se non addirittura convertito in buoni spesa (vedi circolare AG Entrate n. 5/E del 29 marzo 2018). La conseguenza è che i contributi previdenziali dei lavoratori, pur in presenza di lavoro stabile, si fermano e non aumentano più.

Prendiamo ad esempio il fondo dei lavoratori metalmeccanici, COMETA, e  vediamo se economicamente “il gioco vale la candela”. Sommando le varie voci di spesa (vedi tabella riassuntiva sotto), si arriva ad una cifra annuale di spesa di circa 20 milioni di € per la gestione di un solo fondo pensione. Se lo rapportiamo con il costo complessivo di un lavoratore dipendente possiamo anche dire che un solo fondo pensione chiuso potrebbe fare lavorare circa 1000 (mille) persone part-time a tempo indeterminato, se poi moltiplichiamo questo dato per il numero dei fondi pensione esistenti (e sono veramente tanti), possiamo avere un idea del costo complessivo solo per la gestione di questi fondi. 


Costi del fondo pensione"COMETA" (metalmeccanici)
Tipologia di costo
Importo in euro o in % sul capitale
Iscritti
Totale
Spese adesione
10,32 € (50% lav./50% azienda)
400mila
4,0 milioni €
Quota annuale associativa
16,00 €
400mila
6,5 milioni €
Commissione di gestione
Comparto Monetario Plus
0,035% anno su cap. + 0,012% anno x comm.
60 mila
1,2 milioni €
Comparto Sicurezza
0,2534% anno su cap. + 0,0142% anno x comm.
60 mila
3,7 milioni €
Comparto Reddito
0,0615% anno su cap. + 0,0142% anno x comm.
260 mila
6,0 milioni €
Comparto Crescita
0,0950% anno su cap. + 0,0142% anno x comm.
20 mila
1,0 milioni €
Spese correnti
personale


1,1 milioni €
rimborsi


0,2 miloni €
spese ordinarie


3,0 milioni €
oneri per servizi


4,0 milioni €

7 luglio 2018

mercoledì 18 luglio 2018

Contributo al dibattito sulla pensione dell’11 luglio di ADL Varese La riforma pensionisitica “Fornero” e i fondi pensione “chiusi”

Una delle ultime riforme pensionistiche ha visto la nascita della Rendita Integrativa Temporanea Anticipata (RITA) che consente l'erogazione di un reddito in attesa di raggiungere l’età pensionabile, nel tentativo di dare una risposta al tema della flessibilità in uscita all'indomani dell'introduzione della Legge Fornero. La RITA fa ricorso al capitale accumulato dal lavoratore nei fondi di previdenza complementare durante la sua vita lavorativa, in attesa che il lavoratore maturi il diritto alla pensione pubblica obbligatoria. La RITA accende la luce sull’utilità sociale del cosiddetto “secondo pilastro”, il fondo pensionistico chiuso.

 Il nuovo utilizzo “sociale” di queste risorse non deve passare in secondo piano ma, al contrario, potrebbe aprire le porte ad una seconda giovinezza dei fondi chiusi e diventare una risorsa importante per le casse dell’INPS, partendo con il risolvere alcune anomalie “congenite” dei fondi chiusi:

·         garantire il TFR secondo quanto stabilisce l’articolo 2120 del C.C. (evitare gli investimenti a rischio);

·         avere esigue spese di gestione (vedi fondo Cometa con 20 milioni di € di spese annuali);

·         avere versamenti costanti nel tempo (lavoro costante);

·         garantire a tutti i lavoratori i medesimi contributi economici (quote previste dai CCNL);

 

Sarebbe superfluo ribadire che non si possono risolvere i problemi di Cassa utilizzando i soldi dei lavoratori, quello che noi proponiamo è la possibilità di creare un fondo “pubblico” che possa dare le garanzie esposte pocanzi e che possa avere come scopo anche quello di una risorsa economica “integrativa” alla pensione dei lavoratori.

 

Onde evitare di “congelare” il reddito previdenziale dei lavoratori e rendere vano (o esiguo) l’aiuto economico appena proposto, sarebbe necessario continuare a versare i contributi previdenziali, evitando di riconoscere aumenti contrattuali totalmente o parzialmente de-contribuiti (vedi buoni spesa CCNL metalmeccanici),  o riconoscere aumenti di secondo livello (contratti aziendali) sotto forma di premi (PDR) totalmente o parzialmente de-contribuiti (vedi circolare AG Entrate n. 5/E del 29 marzo 2018).

 Ovviamente il tutto si regge su un principio semplice ma insostituibile:

è necessario avere un lavoro stabile e costante nel tempo o non è possibile porre le basi per un qualsivoglia ragionamento pensionistico. 


7 luglio 2018


martedì 17 luglio 2018

LETTERA APERTA AI MEDICI LOMBARDI SULLA RIFORMA DEI CRONICI.

-PUBBLICHIAMO DI SEGUITO DUE LETTERE SEPARATE INDIRIZZATE AI MEDICI DI MEDICINA GENERALE E OSPEDALIERI LOMBARDI RELATIVA ALLA NUOVA RIFORMA SULLA GESTIONE DEI PAZIENTI CRONICI CON L’EVIDENZA DELLE CRITICITA’

 LETTERA APERTA AI MEDICI DI MEDICINA GENERALE
Ancora a proposito di cronici
Dopo oltre 15 mesi dalla stesura della prima delibera sulla gestione dei malati cronici alcuni nodi sembrano venire al pettine. Aumentano le prese di posizioni critiche, anche autorevoli e molto dure.
C’è quella dell’ ANPO ASCOTI FIALS MEDICI che si aggiunge a quelle già espresse da SNAMI, SIMET, UMI, Medicina Democratica, da altri sindacati e associazioni medici e pure da settori della FIMMG.
C’è un recente intervento del Comune di Milano che, di fronte agli evidenti disagi e incertezze della popolazione, si propone, coinvolgendo i municipi, come strumento di garanzia e di vigilanza.
C’è un’ adesione regionale dei MMG che rimane sotto la soglia del 50% e intorno al 25% nell’area milanese.
La Regione non fornisce alcun numero, ma l’adesione dei pazienti risulta comunque largamente al di sotto delle aspettative dell’assessorato e, nei primi tre mesi di reclutamento, non sembrerebbe aver raggiunto nemmeno il 10%. Al di là dei numeri precisi si tratta di una percentuale irrisoria.
C’è la risposta alle critiche dell’assessore alla Sanità che prospetta una messa a regime del nuovo sistema in cinque, avete letto bene, cinque anni.
Di fronte al tentativo imposto dalla Regione di trasformare gli ospedali in gestori, è stato spiegato bene dai medici ospedalieri, anche attraverso appelli pubblici, come l’ospedale, da sempre pensato come il luogo per la cura dei malati acuti, non sia il posto adeguato per carenze strutturali, organizzative e culturali a occuparsi della gestione complessiva della cronicità.

lunedì 16 luglio 2018

COMUNICATO STAMPA del 20.06.18 In solidarietà con la lotta dei FERROVIERI FRANCESI In difesa del servizio pubblico

In data odierna, a Milano, una delegazione sindacale di SUD RAIL in lotta in Francia contro le riforme ferroviarie di Macron ha partecipato all’incontro promosso da:
Rivista dei Macchinisti «Ancora in Marcia!», ORSA Lombardia, ADL- Associazione Difesa Lavoratrici Lavoratori Varese, CONUP- Coordinamento Nazionale Unitario Pensionati di oggi e di domani, Medicina Democratica, Coordinamento Milanese di Solidarietà “DALLA PARTE DEI LAVORATORI”, CCCM (Centro Culturale Concetto Marchesi), Blog PENNABIRO, Casa Editrice Aurora, Pubblico Impiego in movimento, Rete per il diritto alla salute di Milano e Lombardia, ACU- Associazione Consumatori Utenti, CUB Lombardia, CUB Rail, Sindacato Trasporti STAS, SIAL Cobas, il Sindacato è un’altra cosa - Opposizione Cgil,  Rivista «Le Lotte dei Pensionati».
Il dibattito ha avuto al centro il confronto sui temi della vertenza in corso in Francia, che mira a bloccare la riforma di liberalizzazione dei trasporti ferroviari e che ha avuto l’adesione dell’oltre il 95% dei 91068 lavoratori coinvolti.
La fase attuale della lotta sta attraversando un momento difficile e pertanto le OS Francesi chiedono la solidarietà di tutte le OS europee che condividono tale lotta.
Le OS oggi presenti al dibattito manifestano la propria solidarietà e condividendo i temi della lotta, propongono di iniziare un percorso di opposizione a livello europeo che unisca i lavoratori e i cittadini contro le liberalizzazioni e le privatizzazioni nei trasporti, nei servizi pubblici, contro le limitazioni al diritto di sciopero e contro le riforme pensionistiche che mirano a peggiorare le condizioni dei futuri pensionati.
Pertanto, dopo un ampio dibattito, le OS presenti approvano l’avvio di un percorso comune coinvolgendo altre O.S. sia Italiane sia di altri paesi europei, finalizzato ad una azione di sciopero, per i primi mesi del 2019.
                                                                                           Firmato dai promotori


Milano, 20.06.2018

venerdì 13 luglio 2018

Pensioni, Ape sociale 2018: invio domande entro il 15 luglio

Data importante in tema pensioni. Scadrà il 15 luglio 2018 il secondo termine per l’invio delle domande di riconoscimento dei requisiti per richiedere l’accesso all’Ape sociale 2018. Dopo la prima scadenza del 15 marzo 2018, i potenziali beneficiari che non hanno usufruito della prima finestra temporale, potranno quindi inviare la documentazione all’INPS il prossimo 15 luglio se intendono pensionarsi e uscire dal mondo del lavoro con 3 anni e 7 mesi di anticipo.
Si ricorda, che non si tratta comunque dell’ultima scadenza poiché, terminata questa fase, chi intende chiedere l’Ape sociale per il 2018 potrà ancora farlo purché faccia pervenire sempre all’INPS tutta la documentazione necessaria entro l’ultima scadenza utile che è il 30 novembre 2018. Ma attenzione: in quest’ultimo caso, l’accessopensionistico non è garantito al richiedente in quanto la domanda potrà essere accolta solo se risulteranno risorse residue.
Vediamo quindi nel dettaglio chi può accedere all’Ape sociale, quali sono i requisiti da possedere e come fare per pensionarsi in anticipo.
Pensioni, Ape sociale 2018: che cos’è e a chi spetta?
L’Ape sociale, disciplinato dall’articolo 1, co. 179 della legge 232/2016 (Legge di Bilancio 2017), è un sussidio economico (c.d. “reddito ponte”) rivolto ad alcune categorie di lavoratori meritevoli di una particolare tutela da parte del legislatore e che accompagna il pensionato fino al raggiungimento della pensione di vecchiaia (per il 2018 pari a 66 anni e 7 mesi).

L’anticipo pensionistico, entrato in vigore il 1° maggio 2017, può essere richiesto a condizione di aver raggiunto 63 anni di età e si rivolge:
·         agli iscritti presso l’assicurazione generale obbligatoria (Ago) dei lavoratori dipendenti;
·         ai fondi ad essa esclusivi o sostitutivi;
·         le gestioni speciali dei lavoratori autonomi;
·         e la gestione separata dell’INPS.
Quindi possono farne richiesta, sia i lavoratori del settore privato che pubblico, con esclusione dei liberi professionisti iscritti ad Albi professionali propri (es. Commercialista, Consulenti del lavoro, Avvocati, ecc.).

Trenord, si va verso il divorzio tra Regione e Trenitalia

Nella serata l'ad di FS Mazzoncini e il presidente Fontana si sono trovati d'accordo: «superare gli attuali assetti gestionali del servizio». Già si parla di come si divideranno le linee

«Un clima di fattiva collaborazione». Ma alla fine l’incontro tra i vertici di FS e il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, si è chiuso con una presa d’atto: l’intenzione di «superare gli attuali assetti gestionali del servizio ferroviario regionale ora in capo a Trenord».
È l’ultimo capitolo della guerra sotterranea per il controllo del trasporto regionale, oggi tutto in mano a Trenord. Il punto di partenza è laperfetta parità di quote tra Fnm (e dunque Regione Lombardia) e Trenitalia, nel controllo della società: perfetta la parità societaria, imperfetta nei fatti, perché soprattutto dal Gruppo FS è stata contestata – negli ultimi anni – come un problema che blocca la società.
Nell’ultimo anno Fs ha alzato il tiro: ha fatto proposte di acquisizione di un 1%, ha promesso nuovi treni in caso prenda il controllo della società, avrebbe anche rallentato il rinnovo di una parte del materiale più vecchio impegnato sulle linee secondarie (come la Gallarate-Luino, per fare un esempio di conseguenze di cui abbiamo parlato di recente).
Fino all’ipotesi della rottura, che ora si fa concreta. “In pratica si va verso una gestione separata del servizio di trasporto ferroviario regionale“, ha riconosciuto ieri il comunicato invitato da Regione Lombardia.

Quindi: divorzio.

giovedì 12 luglio 2018

Oggetto: verifica rispetto D.lgs. 9 aprile 2008, n. 81, TITOLO X - ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI.

ATS Insubria
SEDE TERRITORIALE DI VARESE
DIREZIONE SANITARIADIPARTIMENTO DI IGIENE E PREVENZIONE SANITARIA U. O. C.

PREVENZIONE E SICUREZZA NEGLI AMBIENTI DI LAVORO
Sede territoriale di Gallarate Corso Leonardo Da Vinci n. 1
mail: ricciardid@ats-insubria.it

PC:
Procura della Repubblica presso il Tribunale di Busto Arsizio
Largo Girardino, 4 - Busto Arsizio
Mail: procura.bustoarsizio@giustizia.it

Oggetto: verifica rispetto D.lgs. 9 aprile 2008, n. 81, TITOLO X - ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI.

Facendo seguito alla precedente segnalazione del 14 giugno 2018, che recitava: “Presso la sede Leonardo divisione elicotteri di C. Costa di Samarate (VA) in via Agusta 520, all’interno del reparto 38 (revisione gruppi dinamici) sono state segnalate numerose zecche e zecche vive”
Si chiede all’ente in indirizzo di verificare se sono state rispettate le indicazioni riportate all’interno della legge in oggetto,

nello specifico si chiede di verificare quanto indicato:

• il 12 giugno 2018 vengono viste numerose zecche all’interno del reparto, sui pezzi in lavorazione e sui tavoli di lavoro, ma si consentiva ai lavoratori di continuare a svolgere la normale attività lavorativa;
• il 14 giugno vengono di nuovo viste numerose zecche e ancora una volta si consentiva ai lavoratori di proseguire la normale attività lavorativa senza specifiche procedure di prevenzione;
• alcuni lavoratori vengono infestati dalle zecche ma vengono inviati a fare una semplice doccia con normale sapone, senza le adeguate misure precauzionali.
• a parte la prima disinfestazione della sera del 12, le successive disinfestazioni non venivano fatte sui tavoli o sui pezzi, dove erano state viste le zecche, ma solo nel pavimento.
• Non è stato informato l’organo di vigilanza territorialmente competente se non dallo scrivente RLS.

A fronte di quanto sopra,

si chiede all’ente in indirizzo di verificare il rispetto della normativa in oggetto onde evitare il ripetersi di situazioni potenzialmente pericolose per i lavoratori.

Si rimane a disposizione per eventuali chiarimenti.

mercoledì 11 luglio 2018

ACCAM, LA REAZIONE DEL COMITATO DI BORSANO “Il tempo dell’incenerimento è finito”

Le rassicurazioni sulla situazione societaria e sulle emissioni fornite dalla presidente di Accam Laura Bordonaro e dal Cda non hanno convinto il Comitato ecologico inceneritore e ambiente.
Il gruppo di Borsano rimane in attese dell’annunciato incontro pubblico in cui verranno illustrati gli scenari studiati dal tavolo tecnico. Intanto, attraverso il portavoce Adriano Landoni, sottolinea che “l’inceneritore Accam non è quell’impianto perfetto descritto dalla società. È stato fermato da Arpa due volte per il superamento dei limiti delle polveri e, anche se non è il peggiore, non è ancora tra i migliori nelle emissioni di Nox, come ci aspettavamo”.
Il comitato si dice preoccupato poiché “ci sono dei dati di inquinamento, come quelli relativi all’acido cloridrico, che stanno aumentando oltre la media mensile precedente. Pensiamo che ciò sia dovuto ai rifiuti ospedalieri. Speriamo che questa nuova strategia di bruciare rifiuti ospedalieri oltre ai tanti già bruciati non peggiori l’inquinamento. Vigileremo sul fatto che il guadagno di Accam non sia sulla nostra salute. Anche perché l’impianto è il peggiore in Lombardia per rendimento energetico. Il tempo dell’incenerimento è finito, occorre saper leggere il momento, come fecero gli imprenditori che hanno costruito Malpensa. Ora si deve spegnere l’inceneritore per creare un sistema di trattamento rifiuti a freddonon inquinante che sia di esempio per tutta Italia.

martedì 10 luglio 2018

“Anglo Italian job”: Leonardo spa e l’incrocio pericoloso tra armi e corruzione

Una serie di scandali e possibili episodi di corruzione in almeno tre Paesi, che riguardavano contratti del valore di centinaia di milioni di euro e da cui sono scaturiti controversi versamenti per decine di milioni di euro ad agenti e intermediari collegati a figure militari e politiche. Uno spaccato di notizie e documenti sulla “zona grigia” che caratterizza in molti casi i principali appalti militari internazionali, tanto che il comparto produttivo militare-industriale risulta in testa a tutte le classifiche mondiali sulla corruzione. Tutti legati ad uno dei maggiori produttori armieri del mondo, il principale in Italia: Leonardo S.p.A (fino al gennaio 2016 denominata Finmeccanica). E’ questo il contenuto di “Anglo Italian job”, il Rapporto elaborato da Corruption Watch e da oggi disponibile anche in italiano grazie alla collaborazione con Re:Common e Rete Italiana per il Disarmo.
“Scorrendo gli elementi e documenti grazie ai quali siamo riusciti a ricostruire diversi casi problematici in cui è stata coinvolta Leonardo - commentano gli autori del Rapporto - risulta particolarmente inquietante il fatto che gli episodi di corruzione abbiano coinvolto i massimi dirigenti dell’azienda”. Società a partecipazione statale (con il Governo che detiene per legge una quota di controllo e nomina i vertici) frutto della fusione ed agglomerazione dei principali segmenti produttivi italiani del settore, Leonardo negli ultimi dieci anni è stata coinvolta in numerosi scandali per corruzione in tutto il mondo. Il Rapporto “Anglo Italian job” esamina i più eclatanti ed emblematici di questi scandali, rivelando in particolare le dinamiche interne di tre casi di possibile corruzione in cui l’azienda, le sue controllate o i suoi funzionari sono stati implicati in azioni illecite con il coinvolgimento dei più alti vertici.

Si parte dalla vendita di elicotteri Wildcat alle forze armate della Corea del Sud. AgustaWestland (controllata di Leonardo ora inserita integralmente nella divisione Elicotteri) avrebbe versato somme di denaro a favore di persone collegate all’establishment militare sudcoreano per garantire l’accordo. Fra i beneficiari di tali pagamenti figurerebbe un lobbista sotto la diretta supervisione di Geoff Hoon, già Segretario alla Difesa durante il mandato di Tony Blair e, dal 2011 al 2016, International Business Manager di AgustaWestland con sede nel Regno Unito. Il secondo caso riguarda invece la discussa vendita di Elicotteri VVIP all’India, nel cui contratto sarebbe compreso anche il pagamento di oltre 60 milioni di euro ad agenti e intermediari. AgustaWestland avrebbe inoltre effettuato dei versamenti ad uno di questi agenti per ottenere altri appalti in India. Le autorità indiane hanno dichiarato che, riguardo a tali lavori aggiuntivi, non è stata svolta alcuna operazione legittima, cosa che l’agente nega. Infine, la vendita di varie attrezzature (tra cui quelle per sorveglianza) al Governo di Panama. Proprio la diffusione sulla stampa di accuse di tangenti all’ex presidente di Panama, gestite attraverso un imprenditore italiano strettamente legato all’entourage di Silvio Berlusconi, avrebbero poi fatto svanire il contratto. Panama ha revocato l’affare sulla base di un accordo negoziale con Leonardo che ha comportato l’annullamento dei procedimenti giudiziari nel Paese.

lunedì 9 luglio 2018

Il Ministro Di Maio non firmi il JEFTA

La Commissione Europea sta accelerando la ratifica del trattato Jefta di liberalizzazione commerciale tra Europa e Giappone (Jefta), in vista del vertice Eu-Giappone previsto per domani a Bruxelles.  Sul tavolo vuole portare il via libera a un trattato tossico e pericoloso per cui ha attivato una procedura speciale attraverso il quale i ministri dell’Unione, tra i quali il ministro italiano dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, potranno sottoscriverlo entro domani tranquillamente da casa.
NOI CHIEDIAMO AL MINISTRO DI MAIO DI NON CEDERE E DI NON FIRMARE IL TRATTATO, RISPETTANDO GLI IMPEGNI ASSUNTI IN CAMPAGNA ELETTORALE.
Da molti anni le nostre organizzazioni stanno chiedendo di fermare questi trattati che, senza adeguate valutazioni di impatto sociali e ambientali, indeboliscono la capacità dei nostri Paesi di lavorare a una buona economia che sostenga i territori e una buona occupazione”.  Le nostre analisi in questa Scheda su Jefta
Il Jefta, negoziato in segreto e leggibile solo grazie al Leak di Greenpeace è particolare insidioso perché non sarà sottoposto alla ratifica dei parlamenti nazionali visto che non si occupa di investimenti, Come i suoi fratelli CETA e TTIP, però, non riconosce il principio europeo di precauzione che protegge la bostra salute, e  stabilisce un dialogo riservato tra le due parti su regole e diritti cui i cittadini non possono partecipare. Il Jefta forza, inoltre, una liberalizzazione dei servizi senza garantire un’adeguata protezione ai nostri prodotti di qualità con Indicazione Geografica protetta, anzi indebolisce, con l’abbattimento dei controlli alle frontiere, la protezione del mercato europeo dalla contaminazione da Ogm di cui il Giappone è leader brevettuale.
Di Maio, dunque, ascolti i cittadini e rispetti il Contratto di Governo in cui si è impegnato a opporsi non solo a TTIP e CETA, ma anche “ai trattati di medesima ispirazione per gli aspetti che comportano un eccessivo affievolimento della tutela dei diritti dei cittadini”.
Come Campagna Stop TTIP/StopCETA Italia chiediamo la riconvocazione urgente del Tavolo di confronto sui negoziati commerciali con parti sociali e società civile convocato da tutti i suoi predecessori dalla ministeriale Wto da Seattle in poi per gli aggiornamenti sulle posizioni del Governo italiano nei principali negoziati commerciali e un dialogo più stretto sulle politiche commerciali del nostro Paese come da impegni assunti in campagna elettorale con la sottoscrizione del documento d’impegno #NoCETA #Nontratto

sabato 7 luglio 2018

Una maglietta rossa per fermare l'emorragia di umanità

L'appello

Una #magliettarossa per #fermarelemorragia di umanità
indossiamo una maglietta rossa per un’accoglienza capace di coniugare sicurezza e solidarietà
Rosso è il colore che ci invita a sostare. Ma c’è un altro rosso, oggi, che ancor più perentoriamente ci chiede di fermarci, di riflettere, e poi d’impegnarci e darci da fare. È quello dei vestiti e delle magliette dei bambini che muoiono in mare e che a volte il mare riversa sulle spiagge del Mediterraneo. Di rosso era vestito il piccolo Aylan, tre anni, la cui foto nel settembre 2015 suscitò la commozione e l’indignazione di mezzo mondo. Di rosso erano vestiti i tre bambini annegati l’altro giorno davanti alle coste libiche. Di rosso ne verranno vestiti altri dalle madri, nella speranza che, in caso di naufragio, quel colore richiami l’attenzione dei soccorritori.
Muoiono, questi bambini, mentre l’Europa gioca allo scaricabarile con il problema dell’immigrazione – cioè con la vita di migliaia di persone – e per non affrontarlo in modo politicamente degno arriva a colpevolizzare chi presta soccorsi o chi auspica un’accoglienza capace di coniugare sicurezza e solidarietà. Bisogna contrastare questa emorragia di umanità, questo cinismo dilagante alimentato dagli imprenditori della paura. L’Europa moderna non è questa. L’Europa moderna è libertà, uguaglianza, fraternità. Fermiamoci allora un giorno, sabato 7 luglio, e indossiamo tutti una maglietta, un indumento rosso, come quei bambini. Perché mettersi nei panni degli altri – cominciando da quelli dei bambini, che sono patrimonio dell’umanità – è il primo passo per costruire un mondo più giusto, dove riconoscersi diversi come persone e uguali come cittadini.