- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

mercoledì 18 luglio 2018

Contributo al dibattito sulla pensione dell’11 luglio di ADL Varese La riforma pensionisitica “Fornero” e i fondi pensione “chiusi”

Una delle ultime riforme pensionistiche ha visto la nascita della Rendita Integrativa Temporanea Anticipata (RITA) che consente l'erogazione di un reddito in attesa di raggiungere l’età pensionabile, nel tentativo di dare una risposta al tema della flessibilità in uscita all'indomani dell'introduzione della Legge Fornero. La RITA fa ricorso al capitale accumulato dal lavoratore nei fondi di previdenza complementare durante la sua vita lavorativa, in attesa che il lavoratore maturi il diritto alla pensione pubblica obbligatoria. La RITA accende la luce sull’utilità sociale del cosiddetto “secondo pilastro”, il fondo pensionistico chiuso.

 Il nuovo utilizzo “sociale” di queste risorse non deve passare in secondo piano ma, al contrario, potrebbe aprire le porte ad una seconda giovinezza dei fondi chiusi e diventare una risorsa importante per le casse dell’INPS, partendo con il risolvere alcune anomalie “congenite” dei fondi chiusi:

·         garantire il TFR secondo quanto stabilisce l’articolo 2120 del C.C. (evitare gli investimenti a rischio);

·         avere esigue spese di gestione (vedi fondo Cometa con 20 milioni di € di spese annuali);

·         avere versamenti costanti nel tempo (lavoro costante);

·         garantire a tutti i lavoratori i medesimi contributi economici (quote previste dai CCNL);

 

Sarebbe superfluo ribadire che non si possono risolvere i problemi di Cassa utilizzando i soldi dei lavoratori, quello che noi proponiamo è la possibilità di creare un fondo “pubblico” che possa dare le garanzie esposte pocanzi e che possa avere come scopo anche quello di una risorsa economica “integrativa” alla pensione dei lavoratori.

 

Onde evitare di “congelare” il reddito previdenziale dei lavoratori e rendere vano (o esiguo) l’aiuto economico appena proposto, sarebbe necessario continuare a versare i contributi previdenziali, evitando di riconoscere aumenti contrattuali totalmente o parzialmente de-contribuiti (vedi buoni spesa CCNL metalmeccanici),  o riconoscere aumenti di secondo livello (contratti aziendali) sotto forma di premi (PDR) totalmente o parzialmente de-contribuiti (vedi circolare AG Entrate n. 5/E del 29 marzo 2018).

 Ovviamente il tutto si regge su un principio semplice ma insostituibile:

è necessario avere un lavoro stabile e costante nel tempo o non è possibile porre le basi per un qualsivoglia ragionamento pensionistico. 


7 luglio 2018