- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

mercoledì 27 marzo 2019

GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LE BASI USA E NATO

GLI USA STRACCIANOlo storico trattato per il controllo degli armamenti nucleari - INF -
sui missili nucleari a raggio intermedio siglato aWashington da Reagan e Gorbachev nel 1987 
GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LE BASI USA E NATO
Il mondo sta sottovalutando il pericolo di una guerra nucleare
Purtroppo, a questa categoria , appartengono le nuove bombe nucleari, B61-12 che il prossimo anno gli USA piazzeranno in Italiaa Ghedi e Aviano , in sostituzione di vecchie bombe atomiche. L’altro pericolo viene dalla “disintegrazione del sistema internazionale di controllo degli armamenti,” espresso dal ritiro degli USA dal Trattato INF (1987) che permette a Trump di schierare in Europa missili a raggio intermedio con base a terra. Il nostro governo ha approvato in sede NATO tale piano e ha dato la disponibilità a installarli in Italia come quelli che erano stati installati a Comiso negli anni ’80. E’ ormai in atto una vera corsa fra USA e Russia al riarmo nucleare, trainata dalla superpotenza americana, che già con Obama ed ora con Trump, ha messo a disposizione oltre mille miliardi di dollari per modernizzare il suo arsenale atomico. Trump, che nel nel 2017 ha speso un’enorme cifra in armi, ben 660 miliardi di dollari, sta sferzando i suoi alleati europei perché tutti investano in armi almeno il 2% del PIL. Se l’Italia obbedisse agli ordini di Trump spenderebbe 100 milioni di euro al giorno in armi (già oggi ne spende settanta milioni al giorno!). La Cina non sta a guardare, nel 2017 ha speso ben 228 miliardi di dollari per la difesa. La corsa agli armamenti senza freni ci pone davanti ad un enorme apparato distruttivo di 15.000 bombe atomiche a disposizione dei militari che si estende anche ai nuovi mezzi della guerra elettronica, automatizzata, dronizzata, satellitare e spaziale (ricordiamo il sistema MUOS che ha una delle sue basi a Niscemi). E' una follia collettiva: nel 2017 abbiamo raggiunto a livello planetario l’astronomica cifra di1.739 miliardi di dollari, pari a oltre 4,5 miliardi di dollari che spendiamo ogni giorno in armi. Di fronte a questo pauroso scenario di militarizzazione incombente, invitiamo il movimento per la pace, insieme ai movimenti per la giustizia sociale ed ambientale che si battono contro le grandi opere nocive e per la salvaguardia del Pianeta, a costruire un mondo che superi le strutture della violenza e dell'oppressione. Per questo organizziamo una giornata di mobilitazione internazionale contro le basi USA e NATO lanciata per il 4 aprile 2019, chiedendo che vengano applicati una serie di provvedimenti molto concreti:

- non si prosegua l’acquisto degli F-35 e si riducano in modo consistente le spese militari (70 milioni al giorno) - non si piazzino a Ghedi e Aviano le nuove bombe nucleari B61-12 - non siano collocati in Italia nuovi missili "atomici USA" - non si continuino a vendere le bombe all’Arabia Saudita - non si continui a consentire l’uso delle basi USA per la guerra in Siria e Yemen e per tutte le guerre - i soldati italiani lascino l’Afghanistan e le altre missioni di guerra - l’Italia ratifichi il Trattato ONU per l’abolizione degli ordigni nucleari - si chiudano le basi e le istallazioni USA e NATO e le si riconverta a uso civile.

lunedì 25 marzo 2019

Esodati ancora beffati.


TRADATE - LA PETIZIONE In 25mila per salvare l’ospedale

Carenza di personale e Pronto soccorso in affanno. Pioggia di firme per chiedere il potenziamento
Appuntamento per la prossima settimana. Il luogo: Palazzo Lombardia, a Milano, dove ad attendere la delegazione tradatese ci dovrebbero essere Francesca Brianza, vicepresidente del Consiglio regionale, ed Emanuele Monti, che presiede la commissione Sanità.
Da Tradate a Milano per consegnare i faldoni nei quali sono contenute 24.600 firme, tante ne ha raccolte il comitato “Noi per il nostro ospedale di Tradate”.
«Ringraziamo tutti coloro che hanno partecipato a questa iniziativa - spiega Mauro Micheluzzi, uno dei promotori - a conferma che il tema è sensibile e radicato nella popolazione. Ci auguriamo che il messaggio lanciato dal territorio faccia da stimolo per una rapida soluzione dei problemi».
E i problemi, in questo come in altri ospedali, non sono pochi e purtroppo in alcuni casi non di facile soluzione.

sabato 23 marzo 2019

Luino, sabato di spettacolo e solidarietà al Teatro Sociale con “PrimaverArte”

Luino, sabato di
spettacolo e solidarietà
al Teatro Sociale con
“PrimaverArte”
L'iniziativa a scopo benefico è curata da Costa Sorriso e Blindly Dancing.
Tanti gli artisti famosi che saranno protagonisti sul palco, appuntamento
sabato 23 alle ore 20.30
Per dare il benvenuto alla
primavera, le associazioni del
territorio Costa Sorriso e Blindly
Dancing hanno pensato ad un evento
che coinvolga grandi e piccoli nel
segno della beneficenza.
E’ in calendario per la serata di
sabato 23 marzo alle ore 20.30,
quando al Teatro Sociale di Luino
andrà in scena “PrimaverArte”, uno
spettacolo che porterà sul palco
diversi artisti di fama internazionale, i quali si alterneranno tra passi di danza, numeri di
magia, spazi di cabaret, musica dal vivo e bolle giganti.
In scena saranno protagonisti i campioni italiani di tango argentino, Daniela
Pallotta e Arturo Zuccarello, i ballerini professionisti Elena Travaini e Anthony
Carollo (direttamente da “Ballando con le Stelle), il mago illusionista John Librizzi, la
maga delle bolle di sapone Maura Ciresa, l’attore e cabarettista di Zelig Gianni Cinelli e il
gruppo musicale luinese Acoustic Dreams.
Allegria, voglia di stare insieme e solidarietà faranno da cornice a questa piacevole
iniziativa, mentre parte del ricavato verrà devoluto dalle due associazioni ad un ente a
scelta, che verrà svelato con una sorpresa per gli ospiti presenti durante la serata.
Dello staff fanno parte il videomaker Bob Caprai e il fotografo Cristian Palmieri, ragazzi della squadra Righello, ai quali si aggiungono Service VoloService e “Hair&Beauty Sara Stile”.

giovedì 21 marzo 2019

Intervista a un gilet giallo: SAMUEL BEAUVOIS, operaio MCA RENAULT MAUBERGE, delegato di fabbrica per il sindacato SUD Industrie/Solidaires

Intervista a un gilet giallo:
SAMUEL BEAUVOIS,
operaio MCA RENAULT MAUBERGE,
delegato di fabbrica per il sindacato SUD Industrie/Solidaires,
attivo gilet giallo nella lotta fin dall’inizio.
(Intervista rilasciata la mattina del 16 marzo 2019).
Il 7 novembre 2018 Samuel ha contestato pubblicamente il Presidente francese Macron in visita alla sua fabbrica
Michele Michelino
D. Il movimento dei gilet gialli è composto da frazioni di varie classi sociali; qual è il punto di vista di un operaio, di quel settore della classe operaia industriale che partecipa a questo movimento?
R. E’ una buona cosa che strati sociali diversi si trovino a lottare insieme, dagli operai ai professionisti, ai padroncini, ai dirigenti, perché questo significa che il popolo francese dice basta a un governo repressivo che praticamente reprime i francesi. E’ un governo che fa parte di un’elite ben precisa. Macron sostiene tutte le multinazionali penalizzando le piccole e medie imprese, facendole fallire.
D. Esiste un’organizzazione nazionale dei gilet gialli? Qual è il ruolo degli operai e delle loro organizzazioni in questo movimento? Come siete organizzati.
RNon esiste un’organizzazione nazionale centralizzata, è un movimento in un certo senso anarchico che si organizza sui territori. Per quanto riguarda gli operai che partecipano a questo movimento, riporto l’esempio della fabbrica in cui lavoro, la Renault: su 2.400 lavoratori gli aderenti ai gilet gialli sono circa 800. Inoltre esiste un coordinamento nazionale dei sindacati dell’industria, a cui non partecipano i riformisti favorevoli al governo Macron.
D. Questa lotta si è radicalizzata sempre più, le manifestazioni continuano e ci sono stati molti arresti; cosa fa questo movimento per i compagni e i manifestanti arrestati?
RChi viene arrestato non è mai una sola persona, è sempre un gruppetto. Dopo gli arresti i gilet gialli si precipitano al commissariato locale assediandolo e dopo il presidio di mezz’ora o un’ora la maggior parte viene liberata. Io stesso sono stato arrestato e poi liberato.
D. Questa lotta che è partita per motivi economici, contro l’aumento del prezzo del carburante, si è trasformata in una lotta politica contro il governo Macron e le multinazionali; cosa pensi della decisione di una parte dei gilet gialli di presentarsi alle elezioni istituzionalizzando la lotta?
RQuelli che vogliono costituirsi in partito e presentarsi alle elezioni sono degli infiltrati. In questo momento il movimento si sta radicalizzando e quindi ci sono delle azioni di distruzione dei radar sulle strade, delle pompe di benzina, dei bancomat e oggi anche il sindacato Solidaires si presenterà in piazza a Parigi e sarà una giornata molto calda.
D. Il movimento dei gilet gialli ha dimostrato a tutta l’Europa che con la lotta radicale è possibile ottenere, anche se finora solo in parte, dei risultati. Il vostro obiettivo si limita a cambiare il governo Macron, a ottenere un salario dignitoso e la patrimoniale che Macron ha abolito o vi ponete l’obiettivo di cambiare la società?
RL’obiettivo principale che ci poniamo è quello di far cadere il governo francese, il nemico di classe. Certo che sarebbe un’ottima cosa se il movimento dei gilet gialli si estendesse in Europa e contro le istituzioni europee che hanno l’obiettivo di abbassare i salari facendoli precipitare, portando i nostri salari tipo quelli che ci sono in Romania, in Polonia ecc. In Belgio il movimento dei gilet gialli è abbastanza cresciuto, ci sono già delle frange anche in Inghilterra e quindi l’auspicio sarebbe quello di dilagare in tutta Europa.
D. Perché avete deciso di caratterizzare questo movimento con i gilet gialli?
R. In Francia è tradizione del movimento operaio, ad esempio fra i vari sindacati, ma anche di altri settori di massa, di caratterizzarsi con casacche di diverso colore. Dato il carattere del movimento che vede scendere in lotta insieme frazioni di classi diverse è stato scelto il giallo perché è un colore neutro.
D. Grazie dell’intervista a nuova unità. La vostra lotta contro le multinazionali e il governo è anche la nostra lotta, la lotta degli operai italiani e di tutto il mondo, perché abbiamo un obiettivo comune che è quello di cambiare questo sistema basato sullo sfruttamento capitalista dell’uomo sull’uomo.
Michele Michelino, anteprima della rivista “nuova unità”

lunedì 18 marzo 2019

LA MOBILITAZIONE Firme contro l’ospedale unico Art. La prealpina

«Facciamo un po’ di battaglia, altrimenti siamo a terra». «Sì, sì, veramente».
Lo scambio di battute - uno dei tantissimi - è tra una signora di mezz’età e i promotori del gazebo davanti all’ingresso del mercato in via Torino contro l’ospedale unico che dovrà sorgere nel quartiere di Beata Giuliana a Busto Arsizio.
Proprio in questi giorni è tornato d’attualità l’argomento dopo che la Regione ha rilanciato la volontà di realizzarlo e il sindaco Andrea Cassani ha posto una serie di condizioni (per ora viabilistiche) a difesa di Gallarate. Ecco un buon motivo, secondo il comitato, per tornare in piazza. A cominciare dal mercato gallaratese.
Non lasciatelo marcire
«Ma cosa fanno, lo lasciano marcire il Sant’Antonio Abate?». A chiederselo è un altro dei passanti che si ferma ad ascoltare le ragioni del Comitato per il diritto alla Salute del Varesotto (così si chiama). E poi firma la petizione in cui «i cittadini chiedono il mantenimento e il miglioramento dei servizi degli ospedale di Busto e di Gallarate e sono contrari alla costruzione di un ospedale unico».
Raccolta firme indirizzata alla presidenza della Regione e, per conoscenza, ai Comuni interessati.
Al termine della mattinata sono 124 le sottoscrizioni raccolte, certificate dal numero di carta d’identità. Vanno ad aggiungersi a quelle dei mesi scorsi, per un totale di 2.500.

LA MOBILITAZIONE Firme contro l’ospedale unico Gallarate Busto Arsizio - Foto







venerdì 15 marzo 2019

Il comitato torna a mobilitarsi contro l’ospedale unico Gallarate-Busto

Mentre riparte il percorso dell’ospedale unico, fra qualche dubbio che inizia a nascere nell’amministrazione di Gallarate e l’assessore Gallera che richiama il sindaco leghista all’ordine, il comitato per il diritto alla salute del Varesotto sarà nuovamente presente fra i cittadini sabato mattina dalle 9.00 alle 12.00 in via Torino, al mercato di Gallarate.
A fronte dei problemi che sempre più attanagliano i nostri ospedali pubblici, con i pronto soccorso al collasso, liste di attesa per visite e interventi sempre più lunghe, medici e infermieri esausti che scappano appena possono, di nuovo si pensa di risolvere i problemi con l’ospedale unico.
Quando è stato proprio questo progetto a rendere incerta la situazione degli operatori, a impedire una progettualità completa, a scoraggiare operatori sanitari a venire a lavorare a Gallarate o Busto Arsizio. La proposta di ospedale unico è cioè concausa del peggioramento della situazione, non la soluzione.
Una concausa forse involontaria, frutto di incompetenza. Anche se è molto più facile fare digerire a una cittadinanza in maggioranza contraria all’ospedale unico, la necessità della sua costruzione, se si distrugge quel che c’è.
Il comitato sarà dunque di nuovo nelle strade, convinto che i cittadini che contribuiscono in toto alle spese per la sanità con le tasse, i ticket e gli esami pagati di tasca propria hanno il diritto di sapere se i loro soldi sono spesi nel migliore progetto possibile per la sanità del territorio e per la propria salute.
Perché davvero si pensa di migliorare la situazione della nostra sanità pubblica con un unico pronto soccorso per 200.000 abitanti, la riduzione drastica dei posti letto, lo smantellamento degli ospedali minori e la mancata realizzazione di una rete diffusa di presidi ospedalieri e socio-sanitari?

mercoledì 13 marzo 2019

INCONTRO/DIBATTITO CON SAMUEL BEAUVOIS OPERAIO RENAULT - SINDACATO DI BASE - GILET GIALLI


Anche i metalmeccanici Francesi insorgono al fianco dei “GILET GIALLI” Samuel Beauvois, operaio della Renault del sindacato di Base “Solidaires”, ci spiega le ragioni della protesta

Comunicato dei sindacati e delle organizzazioni giovanili CGT, FO, Solidaires, UNEF, UNL, UNL SD: La situazione
sociale in Francia è segnata dall'espressione diversificata e multipla di un crescente malcontento sociale,
dall'aspirazione a una vera giustizia sociale e fiscale, dalla denuncia delle battute d'arresto sulle libertà pubbliche
come individui. Il movimento dei “GILET GIALLI" è la recente espressione di questa profonda crisi sociale.
Mentre gli annunci fatti dal Presidente della Repubblica o dal suo governo non hanno soddisfatto le aspettative,
mentre le leggi che minano i diritti sindacali e le dimostrazioni sono votate, i prezzi dei beni di consumo
continuano a salire, che la soppressione dell'ISF non è messa in discussione, che la disoccupazione sta
progredendo ... Il "grande dibattito nazionale" non può sostituire o aggirare, per non parlare delle esigenze
sociali e sindacali. Per i giovani, le difficoltà sono in costante aumento: selezione, riforma del percorso scolastico
e professionale, tasse di iscrizione più elevate per studenti stranieri al di fuori dell'UE, progressi nella precarietà
studentesca e congelamento delle prestazioni sociali, attacca solo il diritto allo studio. Allo stesso tempo, anche i
datori di lavoro, in particolare quelli di grandi gruppi, hanno una grande responsabilità per l'esasperazione
sociale. È nelle aziende e nei servizi pubblici che i dipendenti sono considerati un costo e non per quello che
sono: una ricchezza. Questo è dove le condizioni di lavoro si deteriorano. È dappertutto che la precarietà sta
peggiorando ... In questo contesto, si tratta di vincere l'aumento dei salari, delle pensioni e dei minimi sociali,
l'uguaglianza tra donne e uomini e un vero diritto all'istruzione e alla formazione. Si tratta anche di rafforzare la
nostra protezione sociale e il nostro sistema pensionistico solidale a ripartizione. Infine, si tratta di rispondere
alle questioni climatiche e ambientali, sviluppando allo stesso tempo lavori di qualità ... È a tal fine che le nostre
organizzazioni richiedono l'espansione e l'amplificazione della mobilitazione sociale. Ovunque nel paese, le
nostre organizzazioni si impegnano in questo lavoro attraverso varie iniziative nelle aziende, nei servizi pubblici e
nel contatto diretto con dipendenti, pensionati, persone in cerca di lavoro e giovani. . Quindi, metteremo il
dibattito dove deve essere. Questo passo è parte della costruzione di una nuova giornata di azione,
mobilitazione e sciopero. Le nostre organizzazioni -CGT, FO, Solidaires, UNEF, UNL- si impegnano a perseguire un
lavoro comune che dia prospettive alla mobilitazione sociale. Prossimo sciopero il 19 marzo 2019.
INCONTRO/DIBATTITO CON
SAMUEL BEAUVOIS
OPERAIO RENAULT - SINDACATO DI BASE - GILET GIALLI

15 marzo sede ADL Gallarate ore 15.30
16 marzo p/o CCCM Milano ore 9.30
introducono al dibattito
Carlo Parascandolo: Coord. Milanese di Solidarietà “dalla parte dei lavoratori”
Bruno Casati: Presidente del CCCM (Centro Culturale Concetto Marchesi)
Ingresso libero

martedì 12 marzo 2019

BUSTO ARSIZIO - GALLARATE Un’altra ripartenza per un ospedale unico senza sanità

La posizione del Comitato per il diritto alla salute del Varesotto in merito al riavvio dell'accordo di programma per il nuovo ospedale unico di Busto e Gallarate
Un’altra ripartenza per un ospedale unico senza sanità. Questo il titolo del comunicato diffuso dal Comitato per il diritto alla Salute del Varesotto, in risposta al riavvio della procedura per l’accordo di programma del nuovo ospedale unico di Busto Arsizio e Gallarate. Ecco la posizione degli aderenti:

“Nell’estate di due anni fa, senza coinvolgere i consigli comunali, i Comuni di Busto e Gallarate aderivano ad un protocollo d’intesa con la Regione che li impegnava ad agevolare il percorso che prevedeva la
chiusura degli attuali ospedali di Gallarate e Busto Arsizio e la realizzazione di un unico polo ospedaliero tra Busto e Gallarate.
Furono anche stanziati dei soldi per fare il documento di fattibilità delle alternative progettuali per il nuovo ospedale unico. Nulla è stato fatto. Ora, a valle di nuove disponibilità finanziarie ancora da verificare (sono insufficienti e devono essere condivise con il progetto di un nuovo Ospedale a Milano) la procedura per arrivare ad un unico ospedale si è rimessa in moto: si dà avvio ad un accordo di programma che si basa ancora sullo stesso documento preliminare redatto nell’aprile di 2 anni fa senza prevedere la valutazione delle alternative alla realizzazione di un unico polo ospedaliero.
Nel frattempo molte denunce sono state fatte sulla sempre più grave situazione della sanità del nostro territorio a cui si risponde con pannicelli caldi o prese in giro (il problemi della sanità dipendono da qualche povero senzatetto che dorme in qualche angolo degli ospedali?) ma senza intervenire sulle norme e mettere le necessarie risorse economiche per risolvere il problema delle code per gli esami e dell’affollamento del Pronto Soccorso.
Rovesciando le norme di una corretta progettazione, il come viene prima del cosa. Invece di definire cosa è necessario per gli operatori e i cittadini in ambito sanitario e poi decidere dove allocare le risorse
economiche e come realizzare i servizi e le specialità in funzione dei bisogni individuati, si impone che la soluzione di tutti i problemi sia un unico ospedale. Non si ritiene utile fare analisi e valutazioni sullo stato della rete di servizi sanitari sul territorio, su quali strutture degli attuali ospedali siano riutilizzabili, né se sia possibile realizzare gli eventuali nuovi edifici in parte delle aree attualmente occupate.
L’impatto ambientale e urbanistico della nuova costruzione e
l’ulteriore consumo di suolo non sono tenuti nel conto del bilancio dei costi. L’accordo di programma prevede un fase di valutazione che si vuole ridurre solo alle questioni urbanistiche di una decisione già assunta. Noi riteniamo che invece sia l’occasione, coinvolgendo anche le amministrazioni dei comuni limitrofi, di aprire una discussione con i cittadini e nelle istituzioni che consenta di valutare le varie opzioni, che dimostri, come riteniamo, che una probabile riduzione di posti letto, un unico Pronto Soccorso per 200000 abitanti, il conseguente continuo smantellamento degli ospedali minori e la mancata realizzazione di una rete diffusa di presidi ospedalieri e socio-sanitari pubblici non sia la migliore soluzione per la sanità nel nostro territorio. I cittadini che contribuiscono in toto alle spese per la sanità con le tasse, i ticket e gli esami pagati di tasca propria potranno conoscere se i loro soldi sono spesi nel migliore progetto possibile per tutta la sanità del territorio?
Il nostro Comitato si attiverà per intervenire con i propri argomenti nel percorso ri-avviato e chiede ai cittadini e alle forze politiche di agire di concerto affinché l’importante investimento previsto non venga dissipato in un progetto che aggrava i problemi del territorio e della sanità pubblica ma sia dirottato verso un effettivo cambio di paradigma che metta fine alla politica dei tagli nella sanità.”