Analisi 
critica del secondo pilastro pensionistico: il fondo chiuso 
I fondi pensione chiusi sono nati 
come “aiuto economico” alla pensione pubblica, uno dei punti fermi di questi 
fondi era il lavoro stabile con versamenti costanti e poche spese di gestione; 
oggi ci chiediamo se tale scopo è stato raggiunto o se non sarebbe meglio 
trovare nuove strade e altre soluzioni? Secondo noi non ci sono più le 
condizioni per tenere in piedi questi fondi, perché? Perché si spendono soldi 
dei lavoratori per pagare  i rimborsi spese ai gestori del fondo, pagare le 
operazioni bancarie, le assicurazioni,  ecc...; perché il fondo può fallire come 
successo in altri paesi; perché il fondo è quotato in borsa e può non garantire 
il futuro economico; perché il fondo investe nelle aziende che ne traggono 
vantaggio; perché il fondo fa discriminazione tra lavoratori e lavoratori; 
perché chi non ha un lavoro non avrà nemmeno questo ipotetico vantaggio; perché 
chi ha un lavoro precario non avrà un versamento costante; perché si dovrebbe 
consentire di versare le medesime quota all’INPS. Perché la pensione deve essere 
pubblica e dignitosa e non “precaria” come i fondi. 
INOLTRE, 
le aziende versano centinaia di euro per ogni aderente al fondo (2% dal 2017) 
che vengono sottratti dal budget di ripartizione collettiva ad ogni rinnovo del 
CCNL. L’ultimo rinnovo contrattuale dei metalmeccanici, ad esempio, ha 
riconosciuto, come aumento economico, i buoni spesa e i benefit welfare 
completamente decontribuiti; il contratto di secondo livello, legato alla 
produttività aziendale, prevede un Premio quasi completamente decontribuito, se 
non addirittura convertito in buoni spesa (vedi circolare AG Entrate n. 5/E del 
29 marzo 2018). La conseguenza è che i contributi previdenziali dei 
lavoratori, pur in presenza di lavoro stabile, si fermano e non aumentano 
più.
Prendiamo ad esempio il fondo dei 
lavoratori metalmeccanici, COMETA, e  vediamo se economicamente “il gioco vale 
la candela”. Sommando le varie voci di spesa (vedi tabella riassuntiva 
sotto), si arriva ad una cifra annuale di spesa di circa 20 milioni di € per la 
gestione di un solo fondo pensione. Se lo rapportiamo con il costo 
complessivo di un lavoratore dipendente possiamo anche dire che un solo fondo 
pensione chiuso potrebbe fare lavorare circa 1000 (mille) persone part-time a 
tempo indeterminato, se poi moltiplichiamo questo dato per il numero dei fondi 
pensione esistenti (e sono veramente tanti), possiamo avere un idea del costo 
complessivo solo per la gestione di questi fondi.  
| 
Costi del fondo 
pensione"COMETA" (metalmeccanici)  | ||||
| 
Tipologia di 
costo | 
Importo in euro 
o in % sul capitale | 
Iscritti | 
Totale | |
| 
Spese 
adesione | 
10,32 € (50% 
lav./50% azienda) | 
400mila | 
4,0 milioni 
€ | |
| 
Quota 
annuale associativa | 
16,00 
€ | 
400mila | 
6,5 milioni 
€ | |
| 
Commissione di 
gestione | ||||
| 
Comparto 
Monetario Plus | 
0,035% anno 
su cap. + 0,012% anno x comm. | 
60 
mila | 
1,2 milioni 
€ | |
| 
Comparto 
Sicurezza | 
0,2534% anno 
su cap. + 0,0142% anno x comm. | 
60 
mila | 
3,7 milioni 
€ | |
| 
Comparto 
Reddito | 
0,0615% anno 
su cap. + 0,0142% anno x comm. | 
260 
mila | 
6,0 milioni 
€ | |
| 
Comparto 
Crescita | 
0,0950% anno 
su cap. + 0,0142% anno x comm. | 
20 
mila | 
1,0 milioni 
€ | |
| 
Spese correnti 
 | ||||
| 
personale | 
1,1 milioni 
€ | |||
| 
rimborsi | 
0,2 miloni 
€ | |||
| 
spese 
ordinarie  | 
3,0 milioni 
€ | |||
| 
oneri per 
servizi  | 
4,0 milioni 
€ | |||
7 luglio 
2018
