- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

giovedì 19 luglio 2018

secondo contributo x 11 luglio di ADL Varese -

Analisi critica del secondo pilastro pensionistico: il fondo chiuso

I fondi pensione chiusi sono nati come “aiuto economico” alla pensione pubblica, uno dei punti fermi di questi fondi era il lavoro stabile con versamenti costanti e poche spese di gestione; oggi ci chiediamo se tale scopo è stato raggiunto o se non sarebbe meglio trovare nuove strade e altre soluzioni? Secondo noi non ci sono più le condizioni per tenere in piedi questi fondi, perché? Perché si spendono soldi dei lavoratori per pagare  i rimborsi spese ai gestori del fondo, pagare le operazioni bancarie, le assicurazioni,  ecc...; perché il fondo può fallire come successo in altri paesi; perché il fondo è quotato in borsa e può non garantire il futuro economico; perché il fondo investe nelle aziende che ne traggono vantaggio; perché il fondo fa discriminazione tra lavoratori e lavoratori; perché chi non ha un lavoro non avrà nemmeno questo ipotetico vantaggio; perché chi ha un lavoro precario non avrà un versamento costante; perché si dovrebbe consentire di versare le medesime quota all’INPS. Perché la pensione deve essere pubblica e dignitosa e non “precaria” come i fondi.

INOLTRE, le aziende versano centinaia di euro per ogni aderente al fondo (2% dal 2017) che vengono sottratti dal budget di ripartizione collettiva ad ogni rinnovo del CCNL. L’ultimo rinnovo contrattuale dei metalmeccanici, ad esempio, ha riconosciuto, come aumento economico, i buoni spesa e i benefit welfare completamente decontribuiti; il contratto di secondo livello, legato alla produttività aziendale, prevede un Premio quasi completamente decontribuito, se non addirittura convertito in buoni spesa (vedi circolare AG Entrate n. 5/E del 29 marzo 2018). La conseguenza è che i contributi previdenziali dei lavoratori, pur in presenza di lavoro stabile, si fermano e non aumentano più.

Prendiamo ad esempio il fondo dei lavoratori metalmeccanici, COMETA, e  vediamo se economicamente “il gioco vale la candela”. Sommando le varie voci di spesa (vedi tabella riassuntiva sotto), si arriva ad una cifra annuale di spesa di circa 20 milioni di € per la gestione di un solo fondo pensione. Se lo rapportiamo con il costo complessivo di un lavoratore dipendente possiamo anche dire che un solo fondo pensione chiuso potrebbe fare lavorare circa 1000 (mille) persone part-time a tempo indeterminato, se poi moltiplichiamo questo dato per il numero dei fondi pensione esistenti (e sono veramente tanti), possiamo avere un idea del costo complessivo solo per la gestione di questi fondi. 


Costi del fondo pensione"COMETA" (metalmeccanici)
Tipologia di costo
Importo in euro o in % sul capitale
Iscritti
Totale
Spese adesione
10,32 € (50% lav./50% azienda)
400mila
4,0 milioni €
Quota annuale associativa
16,00 €
400mila
6,5 milioni €
Commissione di gestione
Comparto Monetario Plus
0,035% anno su cap. + 0,012% anno x comm.
60 mila
1,2 milioni €
Comparto Sicurezza
0,2534% anno su cap. + 0,0142% anno x comm.
60 mila
3,7 milioni €
Comparto Reddito
0,0615% anno su cap. + 0,0142% anno x comm.
260 mila
6,0 milioni €
Comparto Crescita
0,0950% anno su cap. + 0,0142% anno x comm.
20 mila
1,0 milioni €
Spese correnti
personale


1,1 milioni €
rimborsi


0,2 miloni €
spese ordinarie


3,0 milioni €
oneri per servizi


4,0 milioni €

7 luglio 2018