La trasformazione di Finmeccanica in “one company”
raggruppando sotto di sé tutte le controllate, non ha portato
all’individuazione di progetti su cui
investire nei prossimi anni, ma semplicemente alla svendita di produzioni
strategiche per l’Italia (vedi Ansaldo Breda e Ansaldo Sts), o al ridimensionamento e/o eliminazione di sedi come accade alla
Alenia di Tessera o alla Electron Italia.
La prima si è vista cedere quote alla russa Scac-Sukhoi con relativo abbandono del progetto dell’
aereo passeggeri commerciale Superjet SSJ 100, la seconda viene dismessa
sbrigativamente dall’AD dicendo che non è core business e la restituiamo al mercato.
A tre anni dalla nomina dell’ ing. Mauro Moretti come Amministratore Delegato
di Leonardo/Finmeccanica non è ancora
chiaro il piano industriale che dovrebbe rilanciare l’azienda. Si sta infatti
consolidando l’idea che più che assumere il compito di AD, Moretti stia
svolgendo il ruolo di curatore fallimentare.
Alle centinaia di lavoratori e lavoratrici che vedono a rischio il
proprio posto di lavoro bisogna aggiungere la sofferenza di tutti quelli a cui
sono state ridotte le competenze (vedi Alenia in Campania e Puglia) e dei
lavoratori dell’indotto spesso considerati di serie B e per questo poco difesi.
E’ evidente, a questo punto, che il piano messo in atto dall’attuale AD sia
finalizzato al solo recupero economico ottenuto attraverso cessioni di attività
e riduzione dei costi nelle gare di appalto con conseguente taglio dei salari.
Nei primi nove mesi del 2016 i ricavi consolidati sono diminuiti del 10,7%
mentre l’utile netto è aumentato da 122 a 352 milioni da attribuire però in
larga parte alla riduzione degli “oneri finanziari netti” per 180 milioni.
Inoltre, l’andamento continua a risentire delle difficoltà nel settore
elicotteri per le commesse sfumate (es. acquisto di AH-04 Apache da parte del
ministero della difesa britannico direttamente alla Boeing o la scelta degli
S-70i Black Hawk della statunitense Sikorsky
in Polonia), e nel settore aerei civili (C295W di Airbus invece che gli Spartan C27J in Canada) mentre
nei calcoli effettuati nel settore
aeronautico, ordini per 9.790 milioni in calo rispetto al 2015 (1.290), si è
erroneamente contabilizzato l’intero
valore della fornitura al Kuwait di 28 EFA sebbene la quota di pertinenza di
Finmeccanica sia pari al 60%.
La Divisione Elicotteri (ex Agusta Westland): le contrazioni delle vendite
dovrebbero proseguire anche nel 2017 (a settembre 2016 i ricavi sono stati
2.565 mln di euro contro i 3.212 del 2015). Anche il finanziamento del nuovo elicottero da esplorazione e scorta
(NEES) dell’Esercito italiano, aggiornamento dell’elicottero AH-129 Mangusta, non produrrà carichi di
lavoro consistenti ed effettivi (487,06 milioni di euro da suddividere negli
esercizi finanziari dal 2016 al 2025 ma i tempi di attuazione sono da
definire). Si prospettano incrementi nel segmento civile (80% della produzione)
e un calo in quello militare.
Per le sedi campane di Pomigliano e Nola mancano investimenti e nuove commesse. Il lavoro si sta riducendo e sono a
rischio i lavoratori dell'indotto di aziende come Dema e Sipal. Tenendo conto
che i dipendenti sono ingegneri e tecnici, ciò vuole dire che la progettazione
è esigua;
Sedi di Alenia/Aermacchi di Venegono
S. (VA), Cameri (NO), Caselle e corso Marche Torino: anche
qui non esistono prospettive chiare per
i prossimi anni. A Venegono Superiore Alenia/Aermacchi si progetta e produce addestratori. Attualmente si stanno ultimando le consegne
delle commesse italiana e polacca dell’M-346 mentre la prima consegna
dell’M-345 è prevista per il 2019 (addestratore derivato dal Siai
Marchetti S211 poi M311, la
progettazione è in ritardo rispetto al programma prefissato, l'Italia ne ha
acquistati 5 visto che il maggiore azionista di Leonardo è il ministero
economico e finanza). Inoltre vi è stata
la cancellazione del MoU per la fornitura di 66 M-346 a Taiwan e il ritiro del
partner Raytheon dal consorzio per la partecipazione di Leonardo alla gara americana per il nuovo aereo
addestratore T-X. Sebbene Alenia/Aermacchi abbia deciso comunque di partecipare
alla gara di fine 2017 con la sua controllata americana DRS, è più probabile
una vittoria di uno dei due
contendenti Lockheed Martin con il T50
coreano e la Boeing con la Saab svedese. Dunque la situazione è critica;
Nella sede di Caselle la perdita del
contratto con il Canada ha messo
in crisi il carico produttivo in quanto la commessa dei 28 EFA al Kuwait
(Stato sicuramente non pacifico) darebbe lavoro, se fosse a pieno ritmo, solo
per circa 1-2 anni. Ad oggi il lavoro è
garantito per i primi 6 mesi dell'anno mentre il secondo semestre è scarico ed
è in attesa della produzione per il Kuwait.
Anche a Torino C.so Marche per il 2017 si prevede una riduzione dei carichi di
lavoro. Per quanto riguarda Cameri continua la produzione e assemblaggio delle
strutture dell'F35 per i primi 90 acquistati dall'Italia e delle ali per alcune
nazioni partecipanti al progetto. Considerando che tutta la fase di
progettazione rimane in mano alla Lockheed Martin, è da ricordare che a tuttora
non vi sono stati i trasferimenti tecnologici previsti e latita il trasferimento
di lavoro. Per di più Cameri doveva essere l’unico luogo di MRO&U
(manutenzione, riparazione, revisione e aggiornamento) al di fuori degli Stati
Uniti, ma il 7 novembre scorso il Pentagono ha deciso che l’assegnazione di lavoro extra strutture e motore (affidato
alla Turchia), cioè le componenti più nobili del progetto, andranno alla Gran
Bretagna, Olanda e Australia. Vengono così smentite le dichiarazioni di Roberto
Cota, ex presidente della regione Piemonte, secondo cui l’F-35 avrebbe creato
10.000 posti di lavoro visto che al momento vi sono in forza circa 700 lavoratori, di cui una parte
provenienti da Caselle. Calcolando che per i 90 velivoli acquistati dall'Italia
si spenderanno dai 13-15 miliardi di euro e la costruzione degli immobili è
costata poco meno di 1 miliardo di euro, qual è l’affare? Considerando che gli
addestratori M346 e M345 sono velivoli recenti e che i caccia Eurofhigter e i relativamente nuovi F35 sono
già in produzione avanzata, e che l'ingegneria industriale divisione velivoli
occupa circa 1500 dipendenti, è legittimo chiedersi quando potrà esserci lo
sviluppo di un nuovo progetto?
Quale futuro per Leonardo/Finmeccanica se nei
fatti non esiste una seria politica industriale?
Servirebbero un governo (lo Stato è
il maggiore azionista di Leonardo Finmeccanica) e una direzione aziendale in
grado di stabilire le priorità e le alleanze internazionali. La decisione che Leonardo debba essere una società dedicata ai soli settori della
difesa-sicurezza abbandonando quelli pur
strategici prettamente civili, si è rivelato un errore. Leonardo è padrona di tecnologie avanzate e
duali dunque può essere impiegata in più settori riconvertendo e diversificando
la produzione. Le somme ricavate dalle vendite delle società come Ansaldo non
dovrebbero servire esclusivamente per ripianare i debiti, ma essere in parte
utilizzate in investimenti, rinnovo di impianti e macchinari e nella ricerca e
sviluppo di progetti socialmente utili. Altrimenti vi sarà, come è sempre stato, un continuo
ridimensionamento occupazionale e prima o poi potrà toccare anche a noi.
E’ compito del sindacato chiedere con forza un cambio nella politica
industriale. In questi mesi si sono visti lavoratori in lotta per difendere il proprio posto di lavoro. Sarebbe un grave errore
pensare che la crisi che attraversa le sedi di Tessera o della Electron come
pure quelli delle aziende dell'indotto, non sia anche un nostro problema.
Queste sono realtà che ci appartengono perché ovunque la direzione aziendale
può ritenere necessario tagliare. Quando una sede viene minacciata tutte le
altre la devono difendere. Visti i risultati, ci domandiamo se sia utile
confermare Moretti o se non sia arrivato il momento di ammettere di non aver
fatto la miglior scelta e tornare sui propri passi.