Nel passato avevamo equilibri sociali dignitosi, ma oggi siamo diventati il paese dove gli operai sono i meno pagati d’Europa, con le pensioni più basse e più tassate, mentre gli stipendi di manager e parlamentari sono i più alti di tutto il continente.
Le colpe sicuramente sono dei partiti ma anche dei sindacati, che non hanno saputo difendere gli interessi popolari.
Eppure in Italia le strutture e le organizzazioni sindacali sono forti, ma da 30 anni la loro forza serve a poco, perché non viene più usata in antagonismo al potere ed ai governi, ma è stata solo CONCERTATIVA e garante nel sostegno ai vari quadri politici che si sono succeduti fino ad oggi.
Questo ribaltamento delle strategie sindacali ha causato il deterioramento del rapporto operai-sindacati, facendo nascere nuovi tipi di “sindacati alternativi”, “sindacati autonomi”, “sindacati di base”, Cobas ecc. Sicuramente questi sindacati si fanno carico delle richieste della base operaia, ma hanno scarsa forza e, anziché unificarsi fra di loro, hanno riprodotto nuove oligarchie e divisioni, non riuscendo a pesare quanto invece sarebbe necessario.