In questa strana democrazia italiana non e` in atto solo
una guerra classista per la tutela dei diritti fondamentali dell'uomo e per i
beni comuni... in questo Paese occorre lottare anche solo per avere qualcuno
che faccia emergere la propria voce. Ne e' esempio il metodo di composizione
del nostro Parlamento che, attraverso il sistema dello sbarramento, esclude
dalla rappresentanza molti partiti politici. A seguito di cio' circa il 20% dei
votanti italiani non ha rappresentanti nelle istituzioni. Forse anche questo e'
uno dei motivi del costante aumento dell'astensionismo.
In ambito sindacale l'articolo 19 dello Statuto dei
Lavoratori ha lo stesso effetto del meccanismo di cui sopra: Art. 19 L . 300/70, “Costituzione da
parte dei lavoratori in ogni unità produttiva. 1-Rappresentanze sindacali
aziendali possono essere costituite ad iniziativa dei lavoratori in ogni unità
produttiva, nell’ambito: delle associazioni sindacali che siano firmatarie di
contrati collettivi di lavoro applicati all’unità produttiva.”
In pratica tutti i sindacati che non hanno firmato
contratti collettivi di lavoro (nazionali o locali), non possono nominare le
RSA. Di questo famigerato articolo dello "Statuto" se ne discute da
anni ed proprio in base a questa esclusione che migliaia di lavoratori non
hanno voce.
Il criterio della sottoscrizione del contratto non può
essere di per sé criterio pienamente idoneo a fondare e giustificare la
disciplina differenziata, e cioè collegata ad una maggiore meritevolezza, del
sindacato che è firmatario di un contratto collettivo applicato nell’unità
produttiva, ma che in concreto non raccoglie a livello aziendale il consenso
dei lavoratori, rispetto al sindacato che non abbia sottoscritto il contratto
(o uno dei contratti) applicato nell’unità produttiva ma che, per contro, abbia
l’adesione della maggioranza (o anche della totalità) degli addetti in quel
luogo di lavoro.
Si pensi ancora al sindacato che non abbia firmato alcun
contratto collettivo ma che sia progressivamente riuscito a coagulare intorno a
sè il consenso dei lavoratori. Anche secondo le precedenti pronunzie della
Corte Costituzionale è il maggior consenso, che può essere misurato attraverso
diversi criteri (e tra questi quelli elaborati nel corso degli anni dalla
giurisprudenza), a giustificare la maggiore tutela.
Ebbene, su tale argomento abbiamo una grande novità: il 3
luglio 2013 la Corte Costituzionale ha dichiarato che tale norma non collima
con la Costituzione Italiana e quindi ne dovrebbe aver sancito la “morte”:
Il gioco ''ad escludendum'' che le sigle piu' grandi
hanno utilizzato per avere l'esclusiva nei rapporti col padronato era illegale.
Infatti il referendum che ha modificato nella sua attuale veste (illegittima)
l'art 19 fu spinto proprio dalla Cgil
per tentare di arginare il proliferare dei sindacati di base. Cosa molto ben
riuscita, fino a quando non e' toccato alla Fiom subirla. Il ricorso alla suprema corte è stato
presentato non dai soliti sindacati di base (cosa peraltro già avvenuta con
esito opposto) ma dai compagni della Fiom contro la Fiat, che li aveva esclusi
dai tavoli, trattandoli come un qualsiasi sindacato di base.
Dopo questa presa di posizione della suprema corte si
apre un varco nella battaglia per nuove norme sulla rappresentanza sindacale
anche se nessuno si illude che sarà la FIOM a rivendicarne la democratica
applicazione anche per i soliti sindacati di base.
Forse una nuova strada per i diritti dei lavoratori, in
questo caldo luglio 2013, si e' aperta...