- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

sabato 14 settembre 2013

CASTELLANZA: Il Comune stanzia 10 mila euro da distribuire ai locali senza le macchinette e annuncia che fornirà uno spazio gratuito ad una banca per l'istituzione di un banco dei pegni.

Un costo sociale che si vuole contenere e che - come ha specificato il senatore Candiani, tra i più accesi avversari della lobby delle slot - genera spese per lo Stato e in particolare per gli enti locali pari all'introito della tassazione, circa 6 miliardi. Un dato che fa riflettere e che sta alla base della clamorosa votazione della settimana scorsa proprio in Senato quando una mozione e un ordine del giorno sulla moratoria di un anno sull'apertura di nuove sale slot hanno ottenuto una maggioranza schiacciante di voti favorevoli, salvo poi essere disattese con specifica circolare del Governo: «Nonostante quei numeri così schiaccianti a favore della moratoria - ha detto Candiani - il Governo e alcune forze parlamentari subiscono una pressione notevole da parte della potente lobby e, a volte, anche i mezzi di informazione devono subirla in quanto Sisal e altre società sono importanti inserzionisti». Il senatore non le manda a dire e mostra alcuni esempi di pubblicità apparsi sui giornali. Sul tema, infine, si ricorda che stasera alle 21 proprio a Castellanza si terrà un incontro pubblico proprio sulla febbre del gioco e i danni sociali che provoca in biblioteca.

Ma l'amministrazione castellanzese non si ferma qui e, oltre ad annunciare che a breve inizierà il censimento dei bar con relative macchinette per decidere la distribuzione del contributo una tantum, entro fine anno vuole arrivare ad offrire un ulteriore servizio per contrastare il fenomeno, non sempre limpido, dei Compro Oro: «L'idea è quella difornire uno spazio ad un istituto bancario che possa aprire un Banco dei Pegni (o Monte di Pietà, come veniva definito un tempo) che presti danaro ad un tasso etico, a fronte di un pegno». Galli si rifà all'antico istituto avviato nel XV secolo da alcuni ordini religiosi per dareun'alternativa a chi si vende l'oro di famiglia per ottenere liquidità: «In questo caso la persona che ha bisogno di liquidi non è costretto a vendere il proprio oro ma può darlo in pegno a garanzia della restituzione del prestito». In sostanza si tratterebbe di un'incentivazione del microcredito.