Sono contributi
figurativi che dovrebbe “coprire” l’INPS ma, grazie
alla riforma Fornero, in alcuni casi di “pensione anticipata”, l’INPS non
copre economicamente questi contributi, indicando solo alcune eccezioni: il
militare, la maternità obbligatoria, l’infortunio, la malattia e la cassa
integrazione guadagni ordinaria, che vengono calcolati. Tutte le altre “assenze”
dal lavoro non avranno la copertura previdenziale.
Ma chi perde
questi contributi? I lavoratori che avranno la
riduzione percentuale dei trattamenti pensionistici ma limitatamente ai
soggetti che maturano il previsto requisito di anzianità contributiva entro
il 31 dicembre 2017: in sostanza, chi non ha l’età anagrafica (62 anni) e va in
“pensione anticipata” entro il 2017 perde anche i contributi figurativi
sopra detti, oltre le percentuali già note (1% x i primi 2 anni, 2% per gli
altri anni), che li costringerà ad allungare il traguardo della pensione.
Ma vediamo nel
dettaglio quali sono i permessi che vengono “scalati” dai
contributi:
- l’astensione facoltativa di maternità in
costanza di rapporto di lavoro (art. 35. Decreto legislativo
151/2001);
- i permessi mensili previsti dall’articolo 33 della Legge 104/1992 (sia
fruiti per l’assistenza a familiari con disabilità che quelli usati dalle stesse
persone con disabilità lavoratrici);
- i congedi retribuiti per l’assistenza a familiari con grave disabilità
(art. 42, Decreto legislativo 151/2001);
- le maggiorazioni di servizio virtuali a qualsiasi titolo
(invalidità Legge 388/2000, vittime del terrorismo, dell’amianto
ecc.);
- i periodi relativi ai riscatti di laurea, specializzazione, diplomi
professionali anche se oggetto di ricongiunzione (Legge
29/1979);
- le assenze per sciopero;
- i permessi per i donatori del sangue;
- i periodi di disoccupazione se non hanno dato titolo all’accesso alla
cassa integrazione guadagni, anche se oggetto di ricongiunzione (Legge
29/1979).
Sarà solo per il
momento di crisi o verrà utilizzato anche in seguito, questo metodo? Non lo
possiamo sapere, ma quello che è certo è che questa “deroga” è uno schiaffo al
diritto dei disabili, al diritto alla maternità/paternità, ecc.. Non vi sono
molte parole da dire in una situazione del genere, penalizzare chi è
costretto ad usufruire di queste assenze è, a dir poco, SCANDALOSO e contro ogni
minima regola di civiltà.
Siamo anche
convinti che non sarà l’ultimo “colpo di scena” in merito alle nostre pensioni.
14 ottobre 13