L'inchiesta scatta dopo alcune denunce effettuate da vittime che si sono poste questa domanda: "Come fanno le agenzie di recupero indennizzi a sapere che ho avuto un incidente? Questi dati non sono coperti da privacy?" Una donna, ferita in uno scontro fra automobili, si è rivolta ai carabinieri di Seriate. Ma loro, secondo l'accusa, avrebbero "tentato di eludere le investigazioni". Da qui partono le indagini della Procura, che soprattutto grazie a una serie di intercettazioni telefoniche arrivano a svelare una fitta rete di reati e complicità.
L'inchiesta si allarga e mette in luce una serie di fatti: automobili di servizio utilizzate per fini personali, perfino per accompagnare in chiesa un carabiniere nel giorno del suo matrimonio, indagini parallele e non autorizzate condotte a pagamento per conto di mariti gelosi o madri preoccupate. E ancora, merce sequestrata a spacciatori o nel corso di perquisizioni e mai registrata. Anzi, sempre secondo l'accusa, finita nelle tasche dei militari. In più di un caso sarebbe anche stata omessa l'obbligatoria segnalazione alla prefettura di guidatori sorpresi al volante in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di droghe (per aver invitato i carabinieri a chiudere un occhio in due occasioni è indagato per favoreggiamento anche il parroco di Stabello, frazione di Zogno).
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