- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

venerdì 6 dicembre 2013

Dodicimila "paperoni" in provincia

Il 7% della ricchezza complessiva della Lombardia si concentra nella provincia di Varese.
La quarta in regione per ricchezza privata con 19 miliardi e mezzo di euro in mano a 12mila famiglie che rientrano nella categoria private. Persone cioè che hanno una disponibilità finanziaria che oscilla tra i 500mila e il milione e mezzo di euro.
Per capire meglio la relazione tra sistema imprenditoriale e private banking, l’Università Liuc Carlo Cattaneo e la banca Cesare Ponti hanno creato l’Osservatorio Private Banking, di cui i primi risultati sono stati diffusi giovedì 5 dicembre in una conferenza stampa nella sede della Liuc a Castellanza.
“Il nostro istituto ha come obbiettivo quello di preservare la ricchezza dei nostri clienti – ha detto Andrea Ragaini, amministratore delegato di banca Ponti – . In Europa, secondo una ricerca di Boston Consulting, questa ricchezza fa capo agli imprenditori e solo in minima parta a manager ed ereditieri come è invece negli Stati Uniti”. 
L’Osservatorio si è quindi concentrato ad analizzare, con l’aiuto di Univa, l’unione degli industriali varesini e Aipb, Associazione Italiana Private Banking, un campione di 100 imprese associate a Univa a cui è stato chiesto di compilare un questionario sul sito di banca Ponti.
Dai risultati emerge un quadro molto attivo, in cui circa il 70% delle imprese varesine ha in atto programmi di sviluppo e che l’86% risulta attivo anche fuori dai confini nazionali. Di più, un’impresa su quattro genera all’estero più della metà del proprio fatturato. Gli imprenditori della nostra provincia sono interessati a nuove fonti di accesso al credito come minibond, cambiali finanziarie e i nuovi “minibond”. Un interesse manifestato da circa il 70% degli intervistati. “Sono imprese – aggiunge Ragaini – che nella maggioranza dei casi, ha già affrontato un passaggio generazionale e il 65% degli intervistati ha già rapporti con istituti di private banking”.
varesenews.it