Il 7% della ricchezza complessiva della Lombardia si concentra nella provincia di Varese.
La quarta in regione per ricchezza privata con 19 miliardi e mezzo di euro in mano a 12mila famiglie che rientrano nella categoria private. Persone cioè che hanno una disponibilità finanziaria che oscilla tra i 500mila e il milione e mezzo di euro.
Per capire meglio la relazione tra sistema imprenditoriale e private banking, l’Università Liuc Carlo Cattaneo e la banca Cesare Ponti hanno creato l’Osservatorio Private Banking, di cui i primi risultati sono stati diffusi giovedì 5 dicembre in una conferenza stampa nella sede della Liuc a Castellanza.
“Il nostro istituto ha come obbiettivo quello di preservare la ricchezza dei nostri clienti – ha detto Andrea Ragaini, amministratore delegato di banca Ponti – . In Europa, secondo una ricerca di Boston Consulting, questa ricchezza fa capo agli imprenditori e solo in minima parta a manager ed ereditieri come è invece negli Stati Uniti”.
L’Osservatorio si è quindi concentrato ad analizzare, con l’aiuto di Univa, l’unione degli industriali varesini e Aipb, Associazione Italiana Private Banking, un campione di 100 imprese associate a Univa a cui è stato chiesto di compilare un questionario sul sito di banca Ponti.
Dai risultati emerge un quadro molto attivo, in cui circa il 70% delle imprese varesine ha in atto programmi di sviluppo e che l’86% risulta attivo anche fuori dai confini nazionali. Di più, un’impresa su quattro genera all’estero più della metà del proprio fatturato. Gli imprenditori della nostra provincia sono interessati a nuove fonti di accesso al credito come minibond, cambiali finanziarie e i nuovi “minibond”. Un interesse manifestato da circa il 70% degli intervistati. “Sono imprese – aggiunge Ragaini – che nella maggioranza dei casi, ha già affrontato un passaggio generazionale e il 65% degli intervistati ha già rapporti con istituti di private banking”.
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