L'azienda ha posto il problema di come mantenere la competitività sui mercati internazionali; noi, su questo tema, vedendo anche cosa può fare
direttamente lo stato, siamo pronti a confrontarci. Ci interessa che l'Electrolux rimanga competitiva sui mercati internazionali senza sacrificare i lavoratori, ma non è stato posto il problema di chiudere Porcia".Ma il governo e il ministro sono criticati da più parti. Su Facebook, il leghista Matteo Salvini ha parlato di "ricatto"; e ancora: "Vergogna! Non lavoratori ma schiavi. A questo ci hanno portato l'Unione Sovietica Europea e l'Euro". Il governatore friulano Debora Serracchiani ha chiesto al governo di "non rimanere inerte", ricordando che Electrolux, quando entrò in Italia rilevando la Zanussi, "ricevette un sacco di soldi, qualche miliardo di lire, dalla Regione. Dovrebbe ora preoccuparsi di quello che lascia sul territorio dopo che l'ha spolpato".
Intanto negli stabilimenti di Susegana, in provincia di Treviso, e di Porcia i lavoratori hanno tenuto assemblee all'alba, iniziando alle 6, e hanno proclamato un'intera giornata di sciopero. Verso le 8 si sono portati sulla statale Pontebbana che attraversa le due cittadine. A Susegana lo stabilimento è presidiato e i lavoratori bloccano le portinerie, con la sede paralizzata. Una parte dei dipendenti è stata ricevuta dal sindaco, Floriano Zambon. Al termine c'è stato un sit-in davanti alla sede del Pd per segnalare, hanno ironizzato le Rsu, il "piccolo problema di comunicabilità" con il ministro per lo sviluppo economico, Flavio Zanonato. L'astensione dal lavoro proseguirà per l'intera giornata.
Netta tra i lavoratori la contrarietà all'orario di 6 ore, che nel caso di Susegana - specifica la delegataPaola Morandin - comporterebbe uno stipendio mensile di poco superiore ai 700 euro. No anche agli esuberi che salgono a quota 800 nei quattro stabilimenti italiani della multinazionale, la quale ha subordinato i 90 milioni di investimento all'accettazione del piano. Piano che lascia nell'incertezza la fabbrica di Porcia.
In un documento approvato all'unanimità, le Rsu dello stabilimento di Susegana dal canto loro si dichiarano disponibili a "studiare soluzioni che impediscano all'impresa di perseguire i suoi obiettivi di impoverimento dei lavoratori dell'industria italiana, anche con nuove forme cooperative di produzione a gestione diretta Stato/lavoratori".
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