Rimane "caldo" lo scontro tra l'azienda ospedaliera e il sindacato di base AdL, che accusa i vertici del Sant'Antonio Abate di aver usato la mano pesante con un suo delegato, tecnico di radiologia, sospeso dal servizio per 4 giorni per una mancata risposta ad una chiamata di reperibilità. La vicenda è stata già denunciata nelle settimane passate, ma l'AdL non demorde e ha già annunciato un nuovo presidio, per la giornata del 6 marzo, davanti all'ospedale, dalle 15.45 alle 17.30.
Il sindacato di base accusa l'azienda di aver voluto punire il suo delegato per «vendicarsi» di un comunicato di AdL("L'ospedale di gallarate aumenta l'attesa per le mammografie"), «dove era riportata la frase: “forse la direzione vuole arrotondare le entrate dell’ospedale aumentando le visite a pagamento a discapito di quelle mutualistiche?”. Forse “qualcuno” si è sentito coinvolto in prima persona da questa frase ed ha voluto vendicarsi?». In generale il sindacato denuncia l'attenzione giudicata eccessiva verso l'errore professionale del proprio delegato: «con tutti i problemi che vi sono nell’ospedale di Gallarate (non da ultimo la recente vicenda dell’amianto), non hanno altro cui pensare se non come punire un lavoratore che ha sempre fatto il suo dovere con onestà e dedizione, perché?» Fino ad oggi l'azienda ha invece ritenuto di non commentare la specifica vertenza di lavoro. In generale, proprio il comparto dei tecnici di radiologia è quello che ha visto i maggiori attriti, nell'arco di almeno quattro anni, tra lavoratori e azienda.
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