La lotta degli operai
resiste al manganello e alle menzogne
A
protestare davanti ai cancelli del deposito dell’IKEA di Piacenza contro la
politica ed i provvedimenti antisindacali della San Martino/Confcooperative oggi
non c’era un “numero limitato di soci
lavoratori”, come recitava ieri il comunicato della cooperativa, ma la
maggioranza di quelli
operanti presso l’appalto.
La
tesi della minoranza facinorosa, esposta dai “signori delle cooperative” cade
miseramente dopo 24 ore. Si rafforza, invece, la nostra convinzione che ci fa
ritenere che questa iniziativa repressiva sia deliberata ed orchestrata
scientificamente per arrivare ad un licenziamento di massa per far fuori il
Sindacato SI.COBAS.
Da
qualche mese la San Martino, per mano del suo Direttore Alessandro Maffi, che
nel frattempo ha assunto anche la carica di Direttore Generale della CONSICOPRA,
ha intensificato le azioni disciplinari ai suoi soci più poveri ed ha
contrattualizzato a tempo determinato decine di nuovi lavoratori, molti con
contratto part-time nonostante lavorino 8 e più ore al giorno, addestrandoli
alle varie mansione in previsione di rimpiazzare i potenziali
scioperanti.
Il
massiccio intervento di oggi delle forze di polizia in tenuta antisommossa e le
botte elargite stamattina (con un lavoratore portato via in ambulanza) per
salvaguardare “il diritto e la libertà
di lavorare” di una minoranza, di cui fanno parte anche lavoratori della
cooperativa operanti in altri appalti e spostati per sostituire quelli in
sciopero, ce lo rafforza.
Domani si prosegue, stesso copione, e così sarà nei
prossimi giorni, perché siamo pronti ad una lunga battaglia. La notizia intanto
ha fatto il giro del paese e la solidarietà ci è giunta da molte città e
situazioni che chiedono come poterci sostenere.
Domani, l’assemblea operaia prenderà le sue decisioni e
lancerà un appello ed una campagna di mobilitazione e lotta per rilanciare ed
estendere la solidarietà attiva alla nostra lotta. Una lotta che è parte
integrante della battaglia di dignità e giustizia che il movimento degli operai
della logistica ha saputo costruire in questi anni e patrimonio di tutto il
movimento dei lavoratori stanchi di ricatti e soprusi.
Oggi ci hanno chiesto di fare un incontro con personale
che non poteva decidere nulla, ci ha chiesto cosa volevamo e per dovere di
cronaca lo riportiamo per farlo conoscere a chi legge:
1.
Ritiro di tutti i provvedimenti disciplinari.
2.
Riconoscimento formale del SI.COBAS, delle RSA – Rappresentanze Sindacali Aziendali
- ed un accordo sindacale sui
seguenti punti:
·
Applicazione delle tariffe del CCNL del 1 agosto 2013. Le
cooperative stanno applicando le tariffe del 26.01.2011. Nelle
nostre buste paga compare una voce “anticipo futuri aumenti/AFA” erogato
in base al raggiungimento di un indice di produttività. Quei soldi non devono
essere legati ad indici di produttività, al pari dei lavoratori IKEA che hanno
il nostro stesso CCNL (contratto nazionale). Si deve porre fine al dumping contrattuale
nel Deposito Ikea. A titolo esemplificativo la paga base di un 5° livello
è attualmente di 1385.91 mensile e di 8,2494 oraria, mentre le cooperative
continuano ad applicare 1355.15 mensile e 8,06637 oraria.
·
Istituti contrattuali di 13^, 14^ , TFR, FERIE, PERMESSI,
ROL/EX-FESTIVITA’ non devono essere
calcolati sulla base delle ore lavorate ma sulla base delle 168 ore mensili
previste dal Contratto nazionale che specifica che per i mesi in cui il
lavoratore lavora frazioni di mese superiori a 15 giorni gli istituti devono
essere conferiti al 100%
·
La copertura integrale di malattia ed infortunio,
senza nessuna deroga a pretestuosi cavilli, al pari dei nostri colleghi assunti
da IKEA. Le cooperative non possono parlare di mutualità quando lasciano il
socio-lavoratore ammalato od infortunato senza adeguata copertura economica.
Questa, per noi, è una questione di civiltà, inderogabile!
Domani è un nuovo giorno … la lotta
continua!
Sindacato
Intercategoriale Cobas