CITTA' DEL VATICANO - "Voi pensate che i corrotti, quanti fanno la tratta delle persone umane o i fabbricanti di armi siano davvero felici? Non lo sono". Sappiano che "nell'aldilà dovranno rendere conto a Dio" del male compiuto. E "dall'altra parte" non porteranno con sè né "soldi, né potere, né orgoglio".
E' attraverso una riflessione, diretta e impietosa come un anatema, che Papa Francesco illustra l'inferno che attende chi lucra sull'onestà altrui, sulle guerre e sulla pelle degli altri, nel corso dell'Udienza Generale seguita da oltre 35mila persone in piazza San Pietro. Che Jorge Mario Bergoglio affronta dopo essersi ripreso da una leggera indisposizione e dopo aver incontrato i malati radunati nella Sala Nervi per evitare loro il caldo.
Il Pontefice dedica l'udienza all'illustrazione del settimo dono dello Spirito, il "timore di Dio". "Non è avere paura di Dio premette Bergoglio -: sappiamo bene che Dio è padre, quindi non c'è motivo di averne paura. E' il dono dello Spirito che ci ricorda quanto siamo piccoli. Ci porta a sentirci come siamo. Cioè piccoli tra le braccia del Padre. E' l'abbandono nella bontà del nostro Padre che ci vuole tanto bene".
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