DELEGITTIMATI
I SINDACATI “RICONOSCIUTI” DA SEA
ADL aveva
ragione nell’affermare che l’accordo non era condiviso dai lavoratori, che non
sono mai stati consultati e coinvolti nella trattativa.
Si è perso troppo
tempo, la strada da percorrere deve essere un'altra.
I lavoratori
dicono NO! A sacrifici imposti sulle loro spalle grazie ad accordi derivati da
trattative che non hanno mai tenuto in considerazione le loro ragioni e i loro
diritti.
I lavoratori
chiedono di ridimensionare i tagli previsti sul loro stipendio ma soprattutto
di annullare i tagli ai loro riposi e ferie.
Il referendum
sancisce che la ragione non sta dalla parte di chi decide, senza consultare i
lavoratori, e crede di avere la soluzione in tasca!
I sacrifici
non devono essere fatti solo dai lavoratori, lasciando immune, con tutti i suoi
benefit, chi ha la responsabilità di quanto accaduto grazie ad una gestione
irresponsabile.
Il risultato
del referendum è chiaro, netto e manifesta con forza il disagio dei lavoratori
che hanno il diritto di dire la loro e non solo il dovere di subire scelte non
condivise.
La Proprietà
ha il dovere di tutelare e garantire il lavoro “buono”, non deve pensare di
fare un’operazione commerciale garantendo grossi utili alla nuova Società, con
sacrifici solo da parte dei lavoratori.
La Proprietà
deve garantire la massima trasparenza sulla gestione di Airport Handling:
trasparenza sugli appalti, sulle consulenze, sulle assunzioni, sugli stipendi e
i premi dei dirigenti e sui permessi sindacali, elargiti a chi non si adopera
più per il bene dei lavoratori.
Il voto dei
lavoratori deve essere tenuto in considerazione e non preso come scusante per
creare terrorismo ed allarmismo.
Invitiamo
Azienda e i loro Sindacati “riconosciuti” a limitarsi nel fare affermazioni che
sanno di ritorsione nei confronti dei lavoratori.
Invitiamo a
non creare situazioni di esasperazione tra i lavoratori, per evitare di esserne
poi responsabili.
La
proprietà non deve pensare di prendere iniziative unilaterali facendo
imposizioni e approfittando dell’emergenza, ADL difenderà con tutti i mezzi
sindacali e legali i diritti dei lavoratori! Se sarà necessario, si rivolgerà
alla Comunità Europea per avere chiarimenti e chiedendo il loro intervento
sull’operazione SEA Handling, precisando cosa la normativa Italiana intende sul
trasferimento e/o cessazione di ramo d’azienda.
I sindacati
“riconosciuti” da SEA non possono tirarsi indietro con la scusante che “quella
era l’unica soluzione attuabile’”.
Devono avere
la responsabilità e il dovere di trattare sulle ragioni dei lavoratori, troppo
comodo svincolarsi e affermare che ora sono altri che devono risolvere il
problema. Tra i 945 lavoratori che hanno detto NO all’accordo, la maggior parte
di essi è scritta ai sindacati “riconosciuti”, non possono essere abbandonati
per le loro scelte, ma rispettarle e porre rimedio facendo una sana autocritica
su come sono state svolte le trattative.
Per anni
sono stati mantenuti in distacco ( e lo sono tuttora! ) per difendere i diritti
dei lavoratori, per essere i loro portavoce ed ora che hanno firmato un accordo
non condiviso dagli stessi, indignati vorrebbero tirarsi indietro per dare più
spazio alle iniziative Aziendali.
La Proprietà
ha il dovere di ascoltare i lavoratori e con loro condividere scelte e
sacrifici, deve capire che fino ad ora ha “riconosciuto” e parlato con chi non
li rappresenta più.
L’azienda ha
sempre avuto anche ADL come possibile interlocutore rappresentativo ma ha
preferito lasciarla fuori dai tavoli.
ADL continua a
essere pronta ad un confronto con idee e progetti che già hanno una
condivisione da parte di tanti lavoratori.
Chiediamo pertanto alla
Proprietà e agli Amministratori di SEA Gruppo, maggior senso di responsabilità
e democrazia e li sollecitiamo nella costituzione di un tavolo di trattativa
unitario, al fine di trovare un accordo giusto, condiviso e sostenibile che dia
futuro all’azienda e dignità ai lavoratori