Il salario minimo è legge. Per la Germania un traguardo storico, per il resto d’Europa, che beneficerebbe enormemente di una domanda interna tedesca meno anemica, una buona notizia.
La battaglia è durata fino all’ultimo minuto, tra le imprese e le lobby che hanno tentato di allargarne le maglie e i sindacati che hanno cercato di garantire al contrario l’aumento a tutti – o quasi - a 8,50 euro l’ora. Ma alla fine la riforma è stata approvata oggi dal Bundestag a stragrande maggioranza - addirittura con soli cinque voti contrari - sia dai partiti di governo Cdu/Csu e Spd, sia dai Verdi; solo la Linke si è astenuta.
Dal primo gennaio del 2015 la Germania sarà il 21esimo Paese in Europa ad avere un minimo obbligatorio per la busta paga. La ministra del Lavoro, Andrea Nahles, ha parlato di una “pietra miliare” delle politiche sociali tedesche, di un provvedimento che garantirà “finalmente uno stipendio decente” a milioni di lavoratori. “Per dieci anni - ha detto - abbiamo discusso, per 10 anni abbiamo litigato sui pro e i contro, per 10 anni ha dominato il dibattito politico; ora che è arrivato, il salario minimo è motivo di gioia”.
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