Inaugurata oggi la Casa di via Zurigo di Milano. "Un'esperienza nuova e pioneristica" secondo Gustavo Pietropolli, presidente del Caf Charmet, Centro di aiuto al bambino maltrattato e alla famiglia in crisi
01 ottobre 2014
MILANO - Nella "Casa di via Zurigo", periferia sud ovest di Milano, ci vivono una trentina di persone. Ciascuno con il suo problema. Ma è un condominio diverso dagli altri, perché queste persone non si ignorano. Nella palazzina di tre piani, con un ampio giardino intorno, da una trentina d'anni c'è la residenza della Fondazione don Gnocchi per persone con disabilità. Sono stati i primi ad arrivare. Poi sono giunti gli ex tossicodipendenti della Comunità del Giambellino e la suore che gestiscono la comunità di prima accoglienza per donne senza alloggio con gravi problemi. E, da qualche mese, c'è anche un gruppo di adolescenti (una decina) che vivono nella comunità gestita dal Centro di aiuto al bambino maltrattato e alla famiglia in crisi (Caf). "Adolescenti difficili, che nella comunità potranno vivere il tempo necessario per riparare i danni e riorientarsi nel labirinto della crescita", ha spiegato Gustavo Pietropolli Charmet, presidente del Caf, questa mattina durante l'inaugurazione di questo nuovo "condominio solidale", ristrutturato proprio per accogliere anche questi giovani. Le quattro comunità non sono separate, le porte sempre aperte e i corridoi permettono a chi ci abita di incontrare gli altri. Per questo la Casa di via Zurigo "è un'esperienza nuova e pioneristica", ha sottolineato Charmet. Il fatto di stare insieme ad altre persone con problemi diversi, seguiti dagli operatori e dai volontari, può essere per tutti, adolescenti e adulti, un motivo di crescita.