COMUNICATO STAMPA
ADL
Varese in sciopero con le dipendenti OVS
Ripetutamente l'ADL
di Varese ha segnalato l'insostenibilità delle condizioni lavorative delle
dipendenti OVS e contesta la completa chiusura dell’Azienda su tali temi.
Abbiamo aperto una stagione di scioperi con inizio dal 24 al 30 novembre, con
orari dalle ore 12.30 alle ore 21.30 di ogni giorno lavorativo, per rivendicare
un'organizzazione del lavoro che non mini la salute, la dignità e la vita
privata delle dipendenti.
L'ADL ha ormai da
qualche tempo denunciato che nelle filiali di OVS Spa di Varese, Gallarate,
Gavirate e Rescaldina alle dipendenti sono imposti ritmi e carichi di lavoro
insopportabili. Tale situazione deriva dal personale insufficiente che OVS
mette in campo nella sua organizzazione del lavoro. Infatti, la politica
dell'Azienda in questione è mirata al raggiungimento dei massimi profitti, senza
tener conto delle più elementari norme di tutela della salute psico-fisica delle
dipendenti.
Ad aggravare la
situazione concorre la totale mancanza di programmazione delle domeniche
lavorative e dei riposi settimanali. L'OVS, operando in tal modo, disattende al
Contratto Integrativo Aziendale siglato in data 30 aprile 2013 con le
Organizzazioni Sindacali firmatarie, che peraltro non ne contestano la mancata
applicazione. Questa condizione lede il diritto delle dipendenti a poter
organizzare la propria vita privata e ADL lo considera inaccettabile.
L'Azienda si
giustifica con le dipendenti, ricorrendo ad argomentazioni che chiamano in causa
la crisi, i cali del fatturato/vendite e costringe i propri collaboratori a
sopportare dei sacrifici come unico mezzo per salvaguardare il proprio posto di
lavoro. Come sempre si chiamano all'appello i numeri. Ma sempre a
convenienza. Infatti, nel maggio 2014 l'OVS annunciava la quotazione in
Borsa delle proprie azioni, dichiarando un aumento delle vendite pari al 6%, e
l'apertura di 35 nuovi punti vendita sugli 80 previsti per il 2014. Per di più
vantava uno scenario roseo con "cifre positive ogni mese".
L'ADL si domanda quale sia la verità, crisi o crescita del maggio 2014?
A chi hanno mentito? Alle lavoratrice o al mercato?
Le dipendenti
denunciano che al continuo aumento delle vendite non è corrisposta una crescita
del team work nei vari punti vendita. Bensì l'organico si è impoverito a
seguito dei licenziamenti e dei pensionamenti non rimpiazzati. Al carico di
lavoro si aggiunge un "clima lavorativo pesante": le dipendenti subiscono una
continua pressione psicologica da parte del Direttore che consiglia di
assecondare i ritmi di lavoro richiesti al fine di non essere "vittime" di un
eventuale trasferimento di sede.
Inoltre, nelle
filiali dove vige l'orario continuato, l'orario lavorativo spezzato costringe le
dipendenti fuori-sede a impegnare 12-13 ore, a fronte delle effettive 8 ore di
lavoro. I disagi sopra esposti, sarebbero, in un certo modo più sostenibili, a
fronte un’organizzazione dell’orario di lavoro che possa conciliare con gli
impegni di una vita famigliare e sociale, instaurando un orario di lavoro
continuato per tutti i dipendenti full-time.
Denunciamo la
gestione "maschilista" del personale, le dipendenti OVS vengono trattate come
numeri e ai loro occhi possiedono solo doveri. Si tratta di un management
autoritario che non ascolta le loro legittime richieste, sempre pronto a
sanzionare ogni piccolo errore, senza interrogarsi sulle cause che spesso
risiedono nello stress alle quali sono sottoposte.
Chiediamo alla
Dirigenza di OVS un cambiamento radicale sul suo atteggiamento verso le proprie
dipendenti, che ricordiamo, sono donne, come il 90% della sua clientela.
Si chiedono condizioni lavorative che
rispettino salute e dignità.