- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

lunedì 24 novembre 2014

La sanità pubblica per tutti? Un ricordo.

Lo Stato è riuscito a contenere i costi del Servizio sanitario nazionale, ma riducendo il personale e tagliando le prestazioni. Così, secondo il rapporto annuale dell'università Bocconi, ormai la salute è un "bene di lusso": chi ha redditi più bassi non può permettersela. Ma riconoscerlo sarebbe politicamente impopolare
conti della sanità pubblica italiana sono tornati (quasi) in equilibrio. Ma a prezzo di tagli alle prestazioni e di un forte aumento delle disparità tra cittadini residenti nelle diverse Regioni. In Lazio, Campania, Calabria e Sicilia, in particolare, negli ultimi cinque anni il numero dei medici e degli infermieri dipendenti del Servizio sanitario nazionale è stato ridotto del 15%. E “in modo casuale”, semplicemente non rimpiazzando il personale che andava in pensione. Inevitabili, dunque, le ripercussioni sui servizi. Non solo: se da un lato la spesa pubblica per la sanità, per la prima volta da 20 anni, è in calo – lo scorso anno è scesa a 112,6 miliardi, l’1,2% in meno rispetto al 2012 – , dall’altro quella privata non riesce a compensare. Anzi, scende. Fanno eccezione solo le aree più ricche del Paese, quelle dove ce ne sarebbe meno bisogno perché le prestazioni pubbliche sono già sufficienti. La spiegazione? Ormai la salute è un “bene di lusso”, cioè un insieme di servizi di cui, se il reddito è basso, si tende a fare a meno. A delineare questo scenario è il rapporto Oasi(Osservatorio sulle aziende e sul sistema sanitario italiano) 2014 sullo stato della sanità italiana, messo a punto dal Centro di ricerche sulla gestione dell’assistenza sanitaria e sociale(Cergas) e dalla Scuola di direzione aziendale dell’universitàBocconi.
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