Gianfranco Sozzi, titolare insieme al fratello Emaneuele della Gisowatt di Gorla Minore fallita quest'anno, avrebbe messo in piedi un sistema di false fatturazioni nei confronti di due società inglesi con il solo scopo di creare provviste di danaro occulte all'estero nella disponibilità sua e del fratello. Tra il 2006 e il 2008 - secondo quanto sostiene il pubblico ministero Pasquale Addesso - la cifra fatta sparire dalle casse della società ammonterebbe a 1,2 milioni di euro e per questo ha chiesto al giudice Luisa Bovitutti una condanna a 2 anni e 6 mesi di reclusione oltre alla confisca di 178 mila euro.
Il sistema per portare i soldi fuori dall'Italia escogitato dall'imprenditore di Gorla Minore, è stato ricostruito questa mattina (lunedì) durante l'udienza del processo per frode fiscale che lo vede come unico imputato. Sozzi avrebbe gestito personalmente il pagamento di 14 fatture suddivise su due società inglesi di comodo: 13 verso una società che avrebbe fornito la progettazione di alcuni componenti di un aspirapolvere (in realtà progettati dai dipendenti della Gisowatt, ndr) per un totale di oltre 700 mila euro e una verso un'altra società che avrebbe fornito un video pubblicitario aziendale alla modica cifra di 458 mila euro. Questi soldi, man mano che venivano pagati alle due società inglesi, sarebbero stati poi girati a due fiduciarie che li avrebbero poi versati su due conti presso la banca svizzera Julius, denominati Pozzanghera e Smergliato, riconducibili a Gianfranco ed Emanuele Sozzi.
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