Parla Antonio D’Alessandro, presidente di Parsec Consortium: “Dagli immigrati alle tossicodipendenze tutto è stato fonte di affari”. “Noi nati negli anni 70: dopo Alemanno abbiamo dovuto mettere in cassa integrazione molti soci, mentre gli appalti andavano a cooperative sconosciute”
03 dicembre 2014
ROMA – Non solo il capitolo dell’accoglienza ai migranti, ma tutta l’area del sociale è stata “fonte di saccheggio” a Roma: dalla gestione del verde pubblico fino alle tossicodipendenze. A denunciarlo dopo la notizia dell'indagine "Mafia Capitale", è il presidente della Parsec Consortium, del quale fa parte anche la cooperativa sociale di tipo B "Parsec Flor", Antonio D’Alessandro, che racconta come, dopo la vittoria di Gianni Alemanno, alle elezioni capitoline del 2009, il sistema abbia a mano a mano penalizzato le cooperative storiche a favore di altri soggetti pressoché sconosciuti. “Ci dicevano che eravamo di sinistra – spiega – e per questo gli appalti venivano dati ad altri.