Gallazzi, il Movimento 5 stelle porta la situazione in Parlamento. L'azienda che ha sede a Tradate e Gallarate e che produce pellicole in pvc è in amministrazione controllata da circa un anno. È stata avviata una procedura di vendita, ma nei gironi scorsi la protesta dei lavoratori, che ha interessato anche le amministrazioni di Tradate e Gallarate, ha evidenziato come vi sia uno stallo nella situazione.
Su questo intervengono anche alcuni rappresenentati del Movimento 5 stelle, due parlamentari e un consigliere comunale di Tradate: Davide Crippa, Cittadino M5S eletto alla Camera dei deputati; Paola Macchi, Cittadina M5S eletta al Consiglio regionale Lombardia; Stefano Castiglia, Cittadino M5S eletto al Consiglio Comunale di Tradate.
«Sono quasi due anni che la Gallazzi S.p.A., società produttrice di imballaggio primario per il settore farmaceutico e per il nastro adesivo con due stabilimenti in Lombardia (Tradate e a Gallarate), sta vivendo una profonda crisi - si legge nella nota disffusa dal Movimento -. Una crisi dovuta sì alla crisi finanziaria, ma anche ad una burocrazia tanto lunga quanto sfiancante in particolar modo per i più di 200 dipendenti che da allora hanno visto dipanarsi un futuro di incertezza. Dal luglio 2013 infatti quando il Tribunale di Milano ha dichiarato lo stato di insolvenza della stessa Gallazzi, la società è passata sotto amministrazione controllata sotto la quale dopo quasi un anno si è arrivati all’apertura della procedura di vendita dell’azienda tramite buste.
Su questo intervengono anche alcuni rappresenentati del Movimento 5 stelle, due parlamentari e un consigliere comunale di Tradate: Davide Crippa, Cittadino M5S eletto alla Camera dei deputati; Paola Macchi, Cittadina M5S eletta al Consiglio regionale Lombardia; Stefano Castiglia, Cittadino M5S eletto al Consiglio Comunale di Tradate.
«Sono quasi due anni che la Gallazzi S.p.A., società produttrice di imballaggio primario per il settore farmaceutico e per il nastro adesivo con due stabilimenti in Lombardia (Tradate e a Gallarate), sta vivendo una profonda crisi - si legge nella nota disffusa dal Movimento -. Una crisi dovuta sì alla crisi finanziaria, ma anche ad una burocrazia tanto lunga quanto sfiancante in particolar modo per i più di 200 dipendenti che da allora hanno visto dipanarsi un futuro di incertezza. Dal luglio 2013 infatti quando il Tribunale di Milano ha dichiarato lo stato di insolvenza della stessa Gallazzi, la società è passata sotto amministrazione controllata sotto la quale dopo quasi un anno si è arrivati all’apertura della procedura di vendita dell’azienda tramite buste.
Come se non bastasse poi, la situazione ha subito un ulteriore rallentamento con l’arrivo di altri due Commissari Straordinari nominati dal Ministero dello Sviluppo Economico».
«Sono comunque stati aperti nei mesi non una ma ben due gare di vendita, al termine delle quali si sono venuti a delineare due possibili percorsi - prosegue il documento -. Il primo prevederebbe la vendita ad una realtà non concorrente della Gallazzi, mentre il secondo, sicuramente più incerto, porterebbe all’acquisto della società da parte di un’azienda già direttamente concorrente della Gallazzi. Quale delle due alternative potrebbe garantire con maggiore concretezza l’occupazione presso gli stabilimenti di Tradate e Gallarate? Quali prospettive di sviluppo prevedono i due piani industriali (ancora secretati) per i prossimi anni? Queste e altre sono domande che, saputo anche del tavolo tenutosi nella giornata di martedì 20 gennaio, abbiamo posto direttamente al Ministero dello Sviluppo Economico tramite un’interrogazione a risposta in Commissione depositata nella giornata di ieri a cui speriamo il Ministro Guidi possa dare risposta quanto prima, considerando che proprio i rallentamenti dovuti all'incomprensibile burocrazia ministeriale stanno contribuendo a sfiancare un'azienda che in questo momento lavora e produce in entrambe le sue sedi».
«Sono comunque stati aperti nei mesi non una ma ben due gare di vendita, al termine delle quali si sono venuti a delineare due possibili percorsi - prosegue il documento -. Il primo prevederebbe la vendita ad una realtà non concorrente della Gallazzi, mentre il secondo, sicuramente più incerto, porterebbe all’acquisto della società da parte di un’azienda già direttamente concorrente della Gallazzi. Quale delle due alternative potrebbe garantire con maggiore concretezza l’occupazione presso gli stabilimenti di Tradate e Gallarate? Quali prospettive di sviluppo prevedono i due piani industriali (ancora secretati) per i prossimi anni? Queste e altre sono domande che, saputo anche del tavolo tenutosi nella giornata di martedì 20 gennaio, abbiamo posto direttamente al Ministero dello Sviluppo Economico tramite un’interrogazione a risposta in Commissione depositata nella giornata di ieri a cui speriamo il Ministro Guidi possa dare risposta quanto prima, considerando che proprio i rallentamenti dovuti all'incomprensibile burocrazia ministeriale stanno contribuendo a sfiancare un'azienda che in questo momento lavora e produce in entrambe le sue sedi».