Nuova protesta dei tassisti a Milano. Contro Uber, soprattutto, e «l’inerzia del governo che non fa nulla contro gli abusivi». Ma anche contro il Comune, che «fa troppo pochi controlli sul campo». Intorno alle 9 del mattino una sessantina di auto bianche hanno sfilato a passo d'uomo da Linate verso il centro città. Il traffico è rimasto bloccato per almeno mezz'ora su viale Forlanini. Nel corso del corteo le auto sono arrivate a quaota 150: gli automobilisti diretti in città sono rimasti in coda negli ingorghi. Una manifestazione spontanea, una protesta senza sigle sindacali a rivendicarla, nata dal basso.
Decine di tassisti hanno avviato la protesta dopo una assemblea accesa nel piazzale dell'aeroporto e hanno fatto poi rotta verso piazza Duca d'Aosta, sotto il Pirellone, unendosi «per solidarietà» alla protesta degli allevatori lombardi che con i trattori stazionano sotto la sede del consiglio regionale. Qui i tassisti sono rimasti in presidio per un paio d’ore. «È una prima prova - raccontano - Nessuno tutela i nostri interessi: noi non vogliono più colpire l’utenza, ma vogliamo solo che la legge venga rispettata da tutti». Nemico numero uno della categoria, anche questa volta, è Uber, il sistema che permette di prenotare un autista personale dallo smartphonee che repubblica.itsi appoggia ai noleggiatori con conducenti. Questi ultimi, secondo i tassisti, spesso non rispettano la regola di partire dal garage quando ricevono una chiamata, «violando le regole della concorrenza». E soprattutto ce l’hanno con l’autista qualunque di UberPop, che a loro avviso è «totalmente fuorilegge».