Camera dei Deputati – 4-08939 – Interrogazione a
risposta scritta
da
un articolo apparso sul Ilfattoquotidiano.it
on line dell'11 marzo 2015, a firma di Luigi Franco, si apprende che:
«Salvatore Ferla, 49 anni, cofondatore del sindacato di base Adl Varese e
addetto alla sicurezza della società aeroportuale Sea, è stato licenziato in
tronco. Alla base della decisione dell'azienda misto pubblico-privata, che come
soci ha il comune di Milano al 55 per cento e il fondo F2i al 44 per cento, è
stato un episodio avvenuto il mese scorso nella mensa del Terminal 1. Qui,
secondo il sindacalista, erano al lavoro persone in ruoli non conformi alle
loro qualifiche e mancava un cuoco in cucina. La cosa è stata sottolineata da
Ferla, eletto in passato rappresentante sindacale per l'Usb, da cui poi nato
Adl Varese. Ne è nata un discussione, finché sono state tirate in ballo le
prostitute in Svizzera e il loro protettore. Ma a questo punto le versioni
divergono. Quella di Sea è ricostruita nelle lettere con cui il lavoratore è
stato prima sospeso, poi licenziato: Ferla — si legge — dopo avere contestato
l'idoneità dell'inquadramento di un'addetta, si rivolgeva “al referente per
Serist — Servizi Ristorazione srl (la società che ha in appalto il servizio
mensa, ndr) del servizio serale e, ad alta voce alla presenza anche di altri
testimoni, paragonava le dipendenti Serist alle prostitute in Svizzera” e
continuava affermando che le stesse non hanno la possibilità di lamentarsi e di
esprimere la propria opinione con il loro protettore. In conseguenza di ciò
l'addetta scoppiava a piangere per le offese ricevute». Di qui la decisione di
licenziare «per giusta causa» il sindacalista, accusato di aver «arrecato
disturbo all'attività di Serist e dei suoi dipendenti (...) offendendo
gravemente la loro dignità in via del tutto gratuita e senza aver ricevuto
alcuna provocazione», cosa che ha fatto venir meno con Sea «il vincolo
fiduciario posto a base del rapporto di lavoro». Diversa la versione di Ferla:
«Stavo parlando in generale del mondo del lavoro con il cassiere, senza un
riferimento preciso né a donne né a uomini. Stavo semplicemente dicendo che in
Italia i lavoratori non hanno più la possibilità di far valere i propri diritti
e sono sottomessi ai padroni. Da qui è nata la metafora sulle prostitute che
non sono libere rispetto ai loro protettori». Ma c’è di più. Perché Ferla
ritiene che il licenziamento sia causa della sua attività sindacale all'interno
dell'azienda e che gli sia stato comunicato solo dopo una sua e-mail su presunte irregolarità nella
gestione della mensa: «Sono discriminato da oltre tre anni. L'azienda non
accetta che un sindacalista possa denunciare sperperi, appalti e consulenze
sospetti, assunzioni facili e quindi vuole eliminarmi»;
il
dipendente ha già impugnato in via stragiudiziale il predetto licenziamento
poiché si baserebbe – a suo dire – su una contestazione disciplinare tardiva,
generica ed infondata, poiché comminata dalla azienda esclusivamente a scopo di
ritorsione contro il lavoratore per la sua attività sindacale;
il
provvedimento adottato ai danni del dipendente appare agli interroganti
sproporzionato rispetto alla presunta condotta contestata e rimane il dubbio
della sua legittimità e logica poiché comminato ad un appartenente ad una
organizzazione di lavoratori già da tempo impegnato fortemente nell'attività
sindacale;
ADL
Varese – di cui Ferla Salvatore è cofondatore – è infatti una organizzazione
sindacale attiva negli aeroporti di Malpensa e Linate che nel recente passato
ha «denunciato» – tra l'altro – le criticità in ambito aeroportuale in merito
alla sicurezza sul lavoro, gli alti stipendi dei dirigenti e manager della SEA
e presunte condotte antisindacali della SEA in occasione degli scioperi
dell'estate 2014 che hanno dato luogo anche a due interrogazioni parlamentari
(n. 4-05669 e n. 4-04573) –:
quali
iniziative intenda assumere il Ministro – nell'ambito delle proprie competenze
– allo scopo di favorire un dialogo e una corretta gestione delle relazioni
sindacali tra i lavoratori, l'organizzazione ADL Varese e la direzione della
SEA spa di Milano Linate Malpensa anche al fine di sensibilizzare la direzione
della SEA verso un ripensamento del provvedimento adottato in danno del
dipendente e garantire il legittimo esercizio dei diritti sindacali dei
lavoratori. (4-08939)