BUSTO ARSIZIO – Accam, le associazioni e i comitati ambientalisti scendono in piazza.
Venerdì, alle 18.30, ci sarà un presidio davanti al municipio: “Spiegheremo ai cittadini cosa sta avvenendo in merito alle ultime vicende che hanno visto l’inceneritore al centro di polemiche a seguito della sua riclassificazione come impianto di recupero energetico”, osservano gli organizzatori.
Che continuano: “È nostra opinione che tale acquisizione (che non deriva assolutamente da un miglioramento né dal punto di vista ambientale né energetico, ma solo da un calcolo empirico) sarà il primo passo verso l’apertura ai rifiuti da fuori Regione e un ostacolo al processo di dismissione e riconversione dell’impianto, che se non avviene in tempi brevi causerà gravi danni anche ai lavoratori della stessa azienda. Ricordiamo che il decreto Sblocca Italia prevede per gli inceneritori R1 (quindi con recupero energetico) di diventare impianti strategici ‘a servizio’ del Governo per gestire l’emergenza rifiuti di altre Regioni, aprendo una situazione di incertezza sul futuro della gestione dell’impianto”.
Gli ambientalisti chiederanno al sindaco Gigi Farioli di essere ricevuti, “in quanto leggiamo a mezzo stampa sue dichiarazioni tranquillizzanti che non possiamo condividere e siamo preoccupati per la leggerezza con la quale viene trattato l’argomento”.
Preoccupazione condivisa anche dal comitato ecologico di Borsano, che chiede al primo cittadino di “fare richiesta ad Arpa di avviare una campagna epidemiologica seria sulle popolazioni residenti nell’area di ricaduta delle emissioni dell’inceneritore”.
Insomma, le rassicurazioni fornite da Farioli e pure dai dipendenti dell’impianto non sono bastate.