Era stato licenziato da Sea, accusato per un episodio in sala mensa. L'azienda dice che l'episodio alla base del licenziamento è stato dimostrato: "È solo il primo tempo, andiamo avanti"
Salvatore Ferla, operaio 49enne esponente del sindacato di baselicenziato da Sea lo scorso anno, è stato reintegrato al suo posto dal giudice del Trinbunale del Lavoro di Milano. Il licenziamento viene considerato una sanzione sproporzionata, pur di fronte ad un fatto acclarato.
Ferla ha parlato alle telecamere del Fatto Quotidiano, era a un presidio davanti al Pirellone (Consiglio Regionale della Lombardia) e lì è stato raggiunto dalla notizia del pronunciamento del Tribunale del Lavoro: «Abbiamo smontato pezzo per pezzo tutte le accuse che mi avevano fatto, come quella di aver insultato alcune addette del servizio ristorazione ho fatto una battaglia per quello in cui credo e voglio trasmettere questi valori anche ai miei figli», ha detto Ferla, ribadendo che a suo parere il suo licenziamento era una ritorsione per una serie di battaglie svolte sul posto di lavoro per conto del sindacato.
Ferla ha anche detto che vuole«continuare a fare attività sindacale e anche politica». È vicino al Movimento 5 Stelle, che aveva partecipato ad alcuni presidi contro il suo licenziamento e aveva presentato una interrogazione in Parlamento sul caso.
L’azienda ha risposto nel pomeriggio di martedì 14 luglio, citando passaggi della sentenza per ribadire che l’episodio alla base del licenziamento (il riferimento alle «puttane svizzere» di fronte alle dipendenti della mensa) e che continuerà a sostenere la necessità del licenziamento.