BUSTO ARSIZIO – Niente decommissioning, ossia niente spegnimento degli inceneritori. Questa l’indicazione arrivata dalla riunione tecnica sul famigerato articolo 35 del decreto Sblocca Italia, tenutasi mercoledì a Roma alla presenza del ministro Gian Luca Galletti. Doccia ghiacciata per i tanti comitati del territorio (preoccupati per la classificazione nella categoria R1 della struttura di Borsano) che il giorno precedente avevano incontrato l’assessore regionale all’Ambiente Claudia Terzi che, peraltro, aveva condiviso la posizione delle associazioni.
Esclusa dunque la possibilità di chiudere gli impianti della rete nazionale degli inceneritori, Accam compreso.
Il governo ha anzi confermato la volontà di procedere con la realizzazione di nuovi dodici impianti per sopperire ai fabbisogni interni delle altre Regioni. Questo provvedimento non riguarda direttamente la Lombardia. Il decreto, però, prevede che le Regioni possano bruciare anche i rifiuti solidi urbani provenienti da fuori, portando gli impianti esistenti alla massima capacità di incenerimento.
Ed è questo a preoccupare gli ambientalisti ma anche la stessa Terzi, che parla di decisione di un “governo centralista”.
“Il decreto – osserva l’esponente della giunta lombarda – si configura come un piano, ma se non dovesse essere sottoposto a Vas (la valutazione ambientale strategica) si aprirebbe la possibilità per le Regioni, e non solo, di impugnarlo e renderlo inefficace. Il mio consiglio è che il governo apra a una consultazione pubblica, allungando così i tempi”.