Salvatore Ferla era stato licenziato nell'inverno scorso. Il giudice ha ritenuto provato l'episodio in sala mensa, ma eccessivo il licenziamento: Sea l'ha riassunto ma non lo fa rientrare al lavoro, in attesa del ricorso di "secondo grado".
Nel luglio scorso il giudice del lavoro di Milano ha disposto il reintegro di Ferla, accertando sì il fatto contestato, ma giudicando sproporzionata la sanzione inflitta al lavoratore aeroportuale.L’episodio avvenuto in sala mensa viene giudicato credibile dal giudice, che ha stabilito che Ferla “abbia effettivamente paragonato le dipendenti della Società Serist a ‘puttane’ incapaci di alzare la testa nei confronti dei loro protettori”. Ma pur rilevando anche “intemperanze verbali” in altri casi, il giudice del lavoro ha ricordato che secondo il contratto di lavoro la sanzione prevista – trattandosi di sole parole, che non nascondevano reati più gravi – non prevede il licenziamento.
Dunque: Ferla viene reintegrato al suo posto di lavoro. «Nonostante Ferla abbia fornito disponibilità immediata, oggi Sea non ha però ottemperato a quando stabilito dal giudice del lavoro» accusa AdL, per bocca di Carmelo Fotia. «Ha dichiarato infatti di sospenderlo con retribuzionem, in attesa della sentenza di secondo livello o – per meglio dire – del ricorso presentato contro la sentenza.