Dipendente licenziato e non reintegrato da Sea, Manifattura Cittadinainterroga il Comune, socio dell’azienda per minima parte. E a seguire la commissione giovedì c’era anche una nutrita delegazione di Adl, sindacato di cui il lavoratore in questione è fondatore, oltre a rappresentanti di Sel, Comunisti Italiani e Movimento 5 Stelle.
Il Tribunale di Milano ha imposto il reintegro diSalvatore Ferla, licenziato dalla società che gestisce gli aeroporti di Linate e Malpensa per uno scontro verbale con i dipendenti della mensa. Ma l’azienda, pur pagando quanto dovuto, lo ha messo in aspettativa.
“Un dipende che nel 2013 attaccò me e il mio sindacato con una serie di volantini ha fatto carriera, mentre io non posso tornare al lavoro – ha sottolineato Ferla, presente in municipio, a margine della commissione – Perché questa disparità di trattamento? Sembra uno scontro tra Davide e Golia, ma io non mi fermo”.
A sostenerlo il direttivo provinciale di Adl: “Chiediamo che il Comune sia più sensibile di fronte a certi atteggiamenti – ha spiegato Fausto Sartorato – Le sentenze vanno rispettate, non si può giocare con la vita di una persona e della sua famiglia”.
Alberto Rossi, capogruppo di Manifattura Cittadina, ha osservato in commissione che “il fatto che il lavoratore venga regolarmente retribuito ma gli sia impedito di prestare la propria opera, oltre che disattendere l’ordinanza del giudice comporta un danno erariale per il Comune di Busto”. Il Comune, in effetti, possiede una quota di partecipazione, seppur davvero esigua, pari allo 0,0556 per cento.