Il 7 settembre, nello stabilimento FACO, all’interno
dell’aeroporto militare di Cameri, è decollato il primo cacciabombardiere
nucleare F 35 acquistato dall’Italia.
Sono invece rimasti a terra, disoccupati, nove su dieci
dei posti di lavoro promessi ma, inesistenti.
Gli innumerevoli problemi tecnici di non funzionamento del velivolo, rilevati negli
USA, rimangono insoluti mentre il continuo aumento dei costi è ormai fuori
controllo.
Si tagliano le spese per la sanità, per la scuola, per le
pensioni perchè “mancano i fondi”, ma si
decide di spendere nei prossimi vent’anni, oltre 50 miliardi di euro per
l’acquisto e la manutenzione di questi strumenti di morte e di distruzione.
Assistiamo a un colossale travaso di risorse dalle spese
sociali alle spese militari.
Risorse che sono sottratte ad attività che creerebbero
molti posti di lavoro reali (energie pulite e rinnovabili, bonifica e tutela
dell’ambiente, messa in sicurezza del territorio, servizi sociali, salute,
istruzione e ricerca, cultura).
Ricordiamo che l’anno scorso il Parlamento ha approvato un
ordine del giorno che impegnava il Governo a dimezzare il numero degli F 35 da
acquistare (da 90 a 45) ma il Governo non intende fare sua questa volontà al
contrario di altri governi come quello canadese che ha dichiarato la volontà di
ritirarsi dal progetto No F35.
Ognuno può rendersi conto delle tragiche conseguenze di
due secoli di colonialismo delle “potenze occidentali”, i loro saccheggi nel
sud del mondo (Africa, Asia) cui si è aggiunta in questi anni una improvvida
politica interventista con gli sciagurati interventi in Iraq, Afghanistan,
Libia, Siria: cause della fuga dalle loro case di milioni di profughi inseguiti
dai tagliagole dell’Isis.
Per questo dobbiamo continuare a opporci a questa deriva e
all’assurdo accanimento dei vari governi italiani nel avvantaggiare il riarmo a
scapito degli investimenti per il lavoro, la casa, la scuola, la sanità,
l’ambiente, per salari e pensioni che siano degne di un Paese civile.
Non dobbiamo subire
in silenzio queste tragiche scelte.
Per questo lanciamo un appello a singole/i, associazioni,
movimenti e organizzazioni politiche e sindacali, alle comunità, alle autorità
laiche e religiose, per rilanciare insieme una opposizione all’acquisto,
costruzione, utilizzo degli F 35 e alle politiche di guerra.
Prime adesioni:
Associazione per la Pace di
Novara, Associazione Culturale Stella Alpina, Circolo Zabriskie Point, Commissione
Giustizia e Pace di Novara, Idee di Futuro, Laboratorio per la Pace di Galliate, Legambiente Circolo di
Novara, Medicina Democratica, Movimento No F35, Commissione Giustizia e Pace di
Novara, Pax Christi, Adl Varese, USB, Movimento 5 Stelle, Rifondazione Comunista,SEL.