COMUNICATO STAMPA
PROCESSO PIRELLI BIS PER
AMIANTO NEGLI STABILIMENTI MILANESI
IL 25 GENNAIO 2016 LA
SENTENZA.
Con l’udienza di oggi si sono concluse le arringhe dei
difensori dei 10 manager imputati accusati di omicidio plurimo colposo per la
morte di 24 lavoratori degli stabilimenti milanesi della Pirelli di Viale
Sarca, via Ripamonti e via Caviglia. Ancora una volta gli avvocati degli
imputati, pur riconoscendo la presenza dell’amianto, hanno minimizzato i rischi
a cui erano esposti i lavoratori, affermando che il rischio era “modesto”, che
il “talco usato in Pirelli era puro ed esente d’amianto”, che le amine
aromatiche usate in Pirelli non erano cancerogene, e hanno chiesto per i loro
assistiti l’assoluzione con formula piena.
All’inizio dell’udienza
il giudice Anna Maria Gatto presidente della V Sezione Penale del Tribunale di Milano ha sciolto la
riserva sulla perizia psichiatrica depositata nella predente udienza dal
difensore di Guido Veronesi, che aveva chiesto l’uscita dal processo per il suo
assistito “non in grado di intendere e volere”. Il giudice ha disposto la
sospensione dal processo dell’imputato Veronesi per “deficit cognitivo”,
disponendo una perizia del tribunale, stralciando la sua posizione e rinviando
la decisione al 16 maggio 2016 (in caso di respingimento sarà giudicato da un
altro giudice). In ogni caso non ci sarà un allungamento dei tempi processuali.
La dott.ssa Gatto ha comunicato
di volere concludere il processo per gli altri 9 imputati, fissando per il 25
gennaio 2016 - dopo le brevi repliche del P.M. Maurizio
Ascione (che ha chiesto per 7 dei 10 imputati pene dai 4 anni e sei mesi fino
ai 9 anni) e dei legali delle parti civili - la Camera di Consiglio per pronunciare la sentenza. La Pirelli e i
manager imputati arrivano alla fine del processo dopo aver risarcito quasi
tutte le parti offese e le parti civili istituzionali, monetizzato la morte e
la salute; solo due vittime non hanno accettato una transazione economica.
Il nostro Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di
Lavoro e nel Territorio, parte
civile nel processo insieme a Medicina Democratica, Associazione Italiana
Esposti Amianto e alla Camera del Lavoro di Milano, considera vergognoso che
questi signori - già condannati in contumacia nel primo processo - non si siano
mai presentati in aula e non abbiano mai avuto una espressione di cordoglio
chiedendo scusa alle vittime e alle loro famiglie. Lo stesso vale per i loro
avvocati difensori che, con cinismo, hanno trattato le vittime come numeri,
come cose e non come esseri umani.
La salute e la vita
umana sono il bene più prezioso. I responsabili di questi crimini vanno
perseguiti e condannati, affinché serva da monito a tutti coloro che non
rispettano la sicurezza sui posti di lavoro e nel territorio, lucrando sulla
pelle dei lavoratori e cittadini anteponendo il profitto.
Il giorno della sentenza il nostro
Comitato sarà presente in tribunale. La lotta continua.
Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e
nel Territorio
Milano 16 novembre 2015