8 MARZO. Dal lavoro all'accesso ai servizi sanitari, dall'apprendimento della lingua alla vulnerabilità: ogni piccolo passo nel paese d'accoglienza risulta più complicato. Lo rivela uno studio del parlamento europeo in vista della Giornata internazionale
07 marzo 2016
BRUXELLES - Dopo un viaggio devastante, in cui rischiano la vita e sono spesso soggette a violenze, sfruttamento e abusi sessuali, anche quando riescono ad ottenere la protezione internazionale, per le donne rifugiate le cose sono tutt'altro che semplici. Se per ogni migrante integrarsi con successo nel paese d'accoglienza è un risultato per nulla scontato, per le donne, le sfide sono doppie. Ad evidenziarlo è uno studio del Parlamento europeo che, in vista della giornata internazionale della donna, ha analizzato gli ostacoli sul cammino dell'integrazione da una prospettiva di genere. Risultato: ogni piccolo passo nel paese d'accoglienza, per le donne può risultare più complicato.
La ricerca di un alloggio, ad esempio. Per le rifugiate che non siano giunte nel paese d'accoglienza insieme ai propri mariti, trovare una sistemazione stabile e adeguata è molto più complicato, sottolinea lo studio. Per questo, le donne rifugiate single rimangono più frequentemente in alloggi di emergenza per lunghi periodi rispetto agli uomini, che hanno un accesso più facile, tra le altre cose, al mercato del lavoro. Spesso donne e ragazze rifugiate sono costrette ad accettare sistemazioni inadatte e sovraffollate, dove mancano anche i servizi basilari, e sono esposte al rischio di sfruttamento sessuale da parte del proprietario o di altri soggetti.