Al via
il part-time
agevolato in uscita per i lavoratori vicini alla pensione, previsto
dalla legge di Stabilità. Il ministro del Lavoro Giuliano
Poletti, nel frattempo di nuovo nella bufera per la frase del
Def che apre a un taglio degli assegni di reversibilità, ha
infatti firmato il decreto che disciplina le modalità di accesso al nuovo
meccanismo. Riservato ai lavoratori del settore privato con contratto
a tempo
indeterminato e orario pieno che siano in possesso del requisito
contributivo minimo per la pensione di vecchiaia – cioè 20 anni di contributi versati – e
che maturino il requisito anagrafico, 63 anni e 7 mesi, entro il 31 dicembre
2018.
Chi
ha i requisiti, si legge in una nota del ministero, potrà concordare con il datore
di lavoro il passaggio al part-time, con una riduzione dell’orario tra il 40 ed il
60%. E ogni mese riceverà in busta paga, in aggiunta alla
retribuzione per il
part-time, una somma
esentasse corrispondente ai contributi previdenziali a carico
del datore di lavoro sulla retribuzione per le ore non lavorate. Lo Stato
riconoscerà al lavoratore la contribuzione figurativa
corrispondente alla prestazione non effettuata: in questo modo, quando maturerà
l’età pensionabile il lavoratore percepirà l’intero importo della
pensione, senza alcuna penalizzazione. In
pratica, chi si trova a tre anni dalla pensione potrà richiedere il part time
mantenendo gli stessi contributi che garantiva l’impiego a tempo
pieno.