Era nell'aria la firma dell'accordo che riduce a 4 i comparti contrattuali nel
pubblico impiego.
La Cgil dichiara che il
Governo, ora, non avrebbe piu' alibi per sottoscrivere i contratti dimenticando
che tra pochi giorni sarà pubblicato il documento di programmazione economica
dentro cui troveremo le cifre per il prossimo triennio contrattuali senza
dimenticare che la Legge di Stabilità ha stabilito l'importo per il 2016:8 euro
mensili
Da 11 a 4 comparti cosi'
suddivisi
1.
Funzioni centrali
2.
Funzioni locali
3.
Sanità
4.
Istruzione e ricerca
Le operazioni
di accorpamento hanno riguardato il primo (ministeri, agenzie fiscali, enti
pubblici non economici) e l'ultimo settore (fino ad oggi scuola, ricerca,
università e Afam erano invece ben distinte).
Perché ridurre
a 4 i comparti ?
•
Si applica,
dopo anni, la Legge Brunetta che prevede tra l'altro le fasce di merito
attraverso cui erogare la produttività (lasciando il 25% del personale senza un
euro) . Con il
rinnovo dei contratti sarà possibile applicare le famigerate fasce che
alimenteranno iniquità e ingiustizie destinando i soldi di tutti ad una
minoranza
•
si riduce il
numero non solo dei dirigenti ma anche del personale della pubblica
amministrazione
•
si taglieranno
numerose voci del salario accessorio andando verso
quella semplificazione che nel linguaggio Renziano significa perdita economica
per i lavoratori
•
si va verso un
nuovo modello contrattuale con una parte comune a tutto il settore pubblico e
una parte cosiddetta speciale di comparto, magari demandando, tra una deroga e
l'altra, alla contrattazione di secondo livello. In questo modo sarà piu'
facile equiparare stipendi e promuovere in futuro la mobilità tra comparti
rinunciando a stabilizzare i precari e a bandire nuovi
concorsi
Per
salvaguardare specifiche professionalità all'interno dei comparti, ognuno avrà
il suo contratto, a una parte "comune" potranno essere affiancate parti
"speciali".
Quanto alla
rappresentatività sindacale all'interno dei nuovi comparti è prevista una fase
transitoria, che fa salve le ultime elezioni delle Rsu, ma resta ferma la soglia
del 5% di deleghe e voti.
Per alcune
sigle sindacali più piccole, che magari erano rappresentative in un comparto ora
diluito in uno più grande, ciò può determinare il rischio di scomparire. Per
questo nell'accordo è stata stabilita la possibilità di alleanza, fusioni, con
altri sindacati, da portare a termine entro tempi
precisi.
Il Governo per
sedersi al tavolo e discutere del rinnovo dei contratti(è obbligato a farlo da
una sentenza della Corte Costituzionale che risale a luglio 2015, ossia 9 mesi
fa) voleva prima i 4 comparti per avviare quel processo di ridimensionamento dei
servizi e del lavoro pubblico richiesto a suo tempo dalla Troika. E
puntualmente i sindacati Cgil Cisl Uil hanno servito al Governo, sul solito
piatto di argento, quanto richiesto.
Di motivi per
esultare ce ne sono ben pochi, se leggiamo le note stampa sindacali si capisce
bene quali siano i loro intenti, per esempio la difesa dei dirigenti e delle
posizioni organizzative, la salvaguardia del loro monopolio contrattuale,
l'assenza di una visione complessiva che tenga insieme i settori pubblici con le
partecipate e gli appalti.
Definire poi ,
come fa la Cgil, innovativo questo accordo significa sposarne l'impianto e la
filosofia di fondo che è quella di indebolire il potere di acquisto e di
contrattazione dei settori pubblici per poi passare ad una nuova stagione
privatizzatrice, affermare un
modello di contrattazione al ribasso magari presentando tanti accordi di secondo
livello come privilegi da abbattere
Ricordiamo
che allo stato attuale, i finanziamenti stanziati dalla Legge di stabilità
prevedono aumenti ridicoli pari a 8 euro al mese e se aggiungeranno risorse per
i prossimi anni saremo a noi a pagarceli con la mancata stabilizzazione dei
precari, il mancato turn over, l'aumento dei carichi di lavoro e il saccheggio
del salario accessorio. Come accaduto con le tutele crescenti del Jobs act, gli
sgravi alle imprese non servono a costruire posti di lavoro , gli sgravi e la
decontribuzione accordate alle imprese, lungi dal creare i posti di lavoro
annunciati, si ripercuotono negativamente sulle pensioni future soprattutto di
quanti\e avranno pochi anni di contributi.
Da chi ha
creato il Jobs act possiamo forse attenderci contratti favorevoli ai lavoratori?
Chi crede a queste storielle è complice del Governo e artefice della sconfitta
dei lavoratori.