L’incontro-convegno che, a
partire dal “Manifesto della Rete Europea contro la privatizzazione e la
commercializzazione della salute, del lavoro sociale e della protezione
sociale” , abbiamo svolto il 7 aprile u.s., alla Sala degli Affreschi della
Provincia di Milano, è stato molto interessante e altrettanto importante.
Ci siamo idealmente e anche
praticamente legati al movimento internazionale di difesa del diritto e dei
diritti alla salute. Infatti oltre la presenza fisica di Hakim Baya dalla
Francia, abbiamo interloquito anche con gli spagnoli che fanno parte del
medesimo movimento.
Vi sono, ad avviso dello
scrivente due problemi da affrontare: il primo riguarda il come dare continuità
alla iniziativa del 7 aprile, il secondo che cosa concretamente fare e come
agire per raggiungere l’obiettivo della difesa del diritto alla salute. Per
fare ciò, non avendo avuto la possibilità di discutere dati i tempi ristretti
dell’incontro proponiamo di rivederci per discutere ed entrare nel merito del
che fare. Non pensiamo di fare un riassunto di quanto è stato detto perché
sarebbe molto limitativo, invece si possono risentire gli interventi andando
sul sito di MD (medicinademocratica.org), non appena verranno inseriti. Inoltre
si può chiedere agli stessi relatori di rispondere alle questioni che possono
essere poste.
Utile potrebbe essere una
scheda dei vari paesi europei dove si è manifestato l’attacco al diritto alla
salute: oltra la Francia si potrebbe descrivere che cosa è successo e sta
succedendo in Inghilterra (1), in Spagna, in Germania. Si può prevedere dai
confronti spiegati e proiettati da Andrea Micheli cosa potrà succedere in
termini di perdita di salute (speranza di vita e malattia) in questi paesi e
più in generale in Europa.
E veniamo a noi in Italia: quanto
si è manifestato fino ad oggi e le previsioni che sono state fatte non ci
lasciano indifferenti. Non possiamo semplicemente constatare i fatti, occorre
vedere come possiamo o dobbiamo muoverci in proposito: intanto proponiamo di
collegarci in modo permanente e organizzato alla Rete di Milano e Lombardia e
aggiungiamo se lo riteniamo utile – e per certi versi indispensabile –
collegandoci anche con la Rete “Sostenibilità e Salute”, che opera a livello
nazionale (in allegato il documento fondativo) (2). Costruiamo una piattaforma
comune e vediamo come portarla avanti.
Ad esempio: a) di fronte ai
fatti di corruzione di cui è stato esplicitato non solo il problema morale, ma
anche il danno economico che è stato prodotto e continua a prodursi,
costituiamoci se giuridicamente legittimati (le associazioni e i sindacati che
hanno uno statuto) parte civile nei processi se e quando verranno aperti; b)
incontriamoci con i sindacati confederali spiegando loro il danno “storico” che
stanno compiendo inserendo nei contratti collettivi nazionali di lavoro la cd
sanità integrativa. E facciamo un’azione informativa diretta nei confronti dei
lavoratori. c) Ancora informiamo e facciamo vedere il conflitto di interessi
fra chi deve tutelare i propri associati e al tempo stesso promuovere
indicazioni di tipo generale: le linee guida diagnostiche e terapeutiche non
possono essere affidate a chi “naturalmente” provoca inflazione medica. Sono
tutti i soggetti interessati – e non solo le società scientifiche - che devono
intervenire. d) la partecipazione dei soggetti “di salute” (i cittadini in
qualche modo organizzati) è ancora possibile? Le leggi che contengono norme
sulla partecipazione (legge 833/78; legge regionale 48/1988;