due
mesi di proteste: tutti contro il jobs act
“viva la
France”
solidarietà
ai lavoratori francesi: un esempio per tutti
In Francia si
continua a scioperare, a lottare e combattere contro la “Loi travail”, le misure
sul lavoro che il governo francese vuole imporre, costi quel che costi.
La riforma, contestata da
sindacati e movimenti sociali, prevede di aumentare la flessibilità del
mercato del lavoro. In particolare,
come nel caso del nostrano Jobs act, la legge intende facilitare i licenziamenti
e ridurre i ricorsi davanti al giudice. Allo stesso tempo, il testo si propone
di ritoccare il sistema delle 35 ore settimanali, tagliando le indennità per
gli straordinari e aumentando il tempo di lavoro settimanale medio. Mentre
l'Unione Europea costringe popoli interi all'austerità e alla fame sostenendo le
tesi e gli interessi della finanza internazionale e dei grandi gruppi
industriali, c'è chi lotta per difendere i propri diritti, il salario, le
pensioni, la dignità del lavoro.I lavoratori, organizzati dalla Cgt
(Confédération générale du travail), protestano contro la riforma del lavoro, il
leader Philippe Martinez ha promesso che gli scioperi andranno avanti finché non
verrà ritirata, le agitazioni riguardano anche il settore dei trasporti su
gomma, rotaia e per via aerea. Sono
cominciati scioperi ad oltranza nel settore ferroviario, nelle raffinerie di
petrolio, nel trasporto su gomma, presto sarà la volta dei conducenti della RATP
(trasporti pubblici parigini). Intanto, almeno un quinto dei 12mila distributori
di carburante è a secco o in difficoltà. Oltre ai citati settori
professionali nazionali, localmente ci sono scioperi in molte altre imprese del
commercio, delle costruzioni, dell’industria, la posta, il settore culturale, la
sanità, i porti etc… Anche il coordinamento intersindacale della Funzione
Pubblica parla di sciopero ad oltranza. Azioni di blocco sono condotte in molte
città, per esempio a Nimes, dove i trasporti urbani sono rimasti paralizzati per
molte ore. Fabbriche, uffici, trasporti e tutti
i settori produttivi e dei servizi sono scossi da una protesta dura e
determinata che non si vedeva da anni in Europa. In Italia, nonostante le misure
dell'attuale e dei precedenti governi abbiano colpito duramente e ripetutamente
il mondo del lavoro, non c'è stata una reazione neanche minimamente
confrontabile con ciò che sta accadendo in Francia: Cgil/Cisl/Uil hanno
definitivamente abdicato al loro ruolo sindacale. In Francia, al contrario,
l'imposizione dell'equivalente del “jobs act” da parte di Hollande e del suo
governo sta producendo la durissima reazione dei lavoratori e del sindacato e un
diffuso e convinto appoggio dell'opinione pubblica francese, appoggio che anche
noi condividiamo nella speranza che dalla Francia parta, e si diffonda in tutta
Europa, un fiume di proteste contro le imposizioni volute dalle multinazionali
che, tramite l’Unione Europea, vogliono sottomettere interi popoli ai loro
interessi.
26 maggio 2016